Il 29 ottobre  scorso la Questura e la Prefettura di Isernia nonostante gli accorati  appelli dell’ANPI e di una cinquantina di associazioni, autorizzano la  manifestazione organizzata dai “fascisti del III Millennio” CasaPound,  presso la sala gialla della Provincia di Isernia.
Ora a distanza di quasi un anno dall’accaduto la Procura di Isernia ha provveduto a condannare con decreto penale 7 antifesciste/i ad una  pena detentiva di 8 giorni di carcere, convertita in multa pecuniaria di  1350 euro a testa per “manifestazione non autorizzata” perché  “intonavano in prossimità del Palazzo della Provincia slogan del tipo   intonando la canzone ”. Tutto questo in base ad un regio decreto del 1931.
Insomma si condannano gli antifascisti con le leggi repressive approvate dal regime fascista!!!
Eravamo  cittadini certi che la nostra Costituzione fosse nata dalla gloriosa  Resistenza antifascista e invece scopriamo che essere antifascisti è un  reato.
Gli esiti di  questa vicenda conferma una tendenza in atto a livello nazionale, già  nota e sempre più vigorosa: impunità e legittimazione per i fascisti e  repressione sempre più pesante per gli antifascisti.
Questa condanna  si iscrive in un clima di pesante messa in discussione dei valori  dell’antifascismo, sia a livello locale che a livello nazionale, portato  avanti dalla quasi totalità del mondo politico istituzionale, per il  quale oramai il fascismo è una ideologia legittima come altre, anzi,  meglio di altre,visto che ne fa propri valori e pratiche (dal razzismo  legittimato e recepito da leggi dello Stato, all’idea che le  contraddizioni sociali siano affrontabili con militari nelle strade,  manganelli e sgomberi di massa).
Noi non ci stiamo. Noi rivendichiamo il nostro antifascismo. Ora e sempre.
Rivendichiamo  la nostra Resistenza alle nuove forme di fascismo e di repressione che  nascono anche dal silenzio delle istituzioni. Dalla connivenza dei  garanti della legge.
Non lasciamo che la nostra Costituzione venga calpestata.
Non lasciamo che cancellino la Storia.
AD ISERNIA C’ERO ANCH’IO!