Assemblea alla ex Bertone, tensioni tra Fiom e Fismic
E’ stata un’assemblea molto partecipata quella di oggi alla ex Bertone, la prima dopo che la Fiat ha annunciato l’assegnazione allo stabilimento della produzione della nuova Maserati. Sul tavolo c’era il tema dell’investimento di 500 milioni per il nuovo modello di segmento E, ma anche quello dei 150 comandi distacco alla Sevel di Val di Sangro da marzo a maggio. Durante l’assemblea, che si è svolta a porte chiuse come da tradizione Fiat, ci sono stati alcuni momenti di tensione tra i delegati della Fiom, che dispone di una larga maggioranza, e i rappresentanti della Fismic, dopo l’attacco di ieri di Roberto Di Maulo, segretario generale del sindacato autonomo, che ha definito l’atteggiamento della Fiom “criminale, antistorico e reazionario”.
Ai cancelli della storica carrozzeria oggi sono tornate le bandiere della Fiom. Erano state tolte dopo l’acquisizione da parte della Fiat, ma avevano sventolato in corso Allamano, a Grugliasco, per i lunghi anni della crisi Bertone. All’uscita dall’assemblea, i lavoratori si sono fermati a parlare tra loro. “Se diciamo sempre sì – ha affermato Doriana, operaia Bertone per 11 anni – non ci rispetteranno mai. Un referendum come Mirafiori? Io voterei no”. “Io voterei sì – ha detto Luca, da 16 anni alla Bertone – perché abbiamo bisogno di lavorare”. “La proposta della Fiat – ha detto Margot Cagliero della Fim – si basa su un ‘prendere o lasciare’. Noi siamo per il referendum. Alla Fiom, a cui ricordiamo che la cassa integrazione dura da 7 anni, diciamo che deve prendersi le sue responsabilità”. “Il tentativo – ha dichiarato Federico Bellono, segretario generale della Fiom torinese – è di fare una vera trattativa, con un vero percorso che coinvolga le Rsu. I lavoratori – ha concluso – sono pronti a impegnarsi, ma senza barattare la propria dignità”.
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