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Asturie, minatori di nuovo sulle barricate. Scontri e arresti

Visto cheRajoy non dà segnali di voler mediare sulla decisione di tagliare di due terzi i fondi finora destinati al sostegno dell’industria carbonifera spagnola, i minatori sono tornati sulle barricate. Undici arresti.

Questa mattina centinaia di lavoratori delle miniere sono tornati a bloccare strade statali e autostrade in numerosi punti della battagliera regione delle Asturie, nel nord della penisola. Il blocco più consistente è stato realizzato sulla N-632 a  Muros del Nalón ma barricate sono state piazzate anche sulla cosiddetta Autostrada delle Miniere (la AS-I) e la autostrada A-66 all’altezza della località di Ujo. Quella che bloccava l’autostrada AP-6 all’altezza di Huerna è stata abbandonata nel corso della mattinata. L’ultima interruzione si è verificata lungo la Oviedo-La Espina in località Vega de Anzo. Non si sono salvate neanche le strade ferrate, così come accade ormai da settimane: i minatori hanno piazzato una barricata anche sui binari del treno tra le località di Soto e Pola de Lena, sempre nelle Asturie, rallentando di parecchio la circolazione dei treni.

Sia durante il blocco dell’Autovía Minera che della A-66 a Ujo i minatori si sono scontrati con i reparti in tenuta antisommossa della Guardia Civil che hanno tentato inutilmente di impedire la collocazione delle barricate. A Ujo la Polizia ha anche arrestato un minatore.
Nel corso della mattinata gli scontri si sono fatti più violenti e a Bendiciòn la Guardia Civil ha arrestato dieci minatori con l’accusa di aver lanciato sassi, razzi e altri oggetti contro gli agenti per difendere la barricata dal loro assalto.

La giornata di oggi è la più dura in termini di mobilitazione e scontri dopo quella di martedì scorso, quando i minatori avevano simultaneamente bloccato le linee ferroviarie in cinque punti e le strade in sei.

Poi nei giorni scorsi la tensione era momentaneamente calata e venerdì i minatori avevano abbandonati i blocchi per offrire il proprio aiuto al comune di Carreño per aiutare nella pulizia della spiaggia del piccolo centro invasa dal petrolio fuoriuscito da una petroliera. Ma la tensione è tornata a crescere di fronte alla prospettiva che i tagli entrino in vigore e causino in breve tempo la chiusura della maggior parte delle miniere presenti nelle Asturie, ma anche nel Leon, in Aragona e in Castiglia, lasciando in mezzo alla strada migliaia di minatori, le loro famiglie e intere comunità che in molti casi non hanno nessun’altra risorsa economica.

Inoltre negli ultimi giorni le intimidazioni e le minacce da parte degli apparati di sicurezza si sono fatte sempre più pressanti. Non solo la polizia attacca le manifestazioni ed in particolari i tentativi da parte dei minatori di realizzare barricate e blocchi – in moltissimi casi senza successo – ma negli ultimi giorni gli agenti si dedicano a intimidire i famigliari dei lavoratori, i negozianti e i baristi che sostengono la lotta dei minatori, le autorità politiche dei comuni che ospitano le miniere e che spesso esprimono solidarietà attiva con la protesta. In alcuni casi i poliziotti hanno aspettato i minatori nei bar approfittando del fatto che si trovavano in piccoli gruppi, gli hanno sequestrato le chiavi delle automobili e le hanno perquisite senza mostrare alcuna autorizzazione giudiziaria. In altri hanno addirittura forato le ruote delle automobili per impedire ai minatori di spostarsi dai centri abitati verso le zone dove si realizzano le proteste. La Corrente Sindacale di Sinistra, movimento sindacale indipendente e di classe particolarmente radicato nelle Asturie, denuncia che il comportamento dei corpi di Polizia è tale da potersi considerare quello di una vera e propria ‘forza di occupazione’.

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