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Big Society a colpi di riots

 

Ma ciò che in questi tre giorni di riot, oltre alle vetrine, si è incrinato, in lungo e in largo, ed in profondità, è il modello di coesione e sviluppo sociale promosso e imposto dalle riforme conservatrici del governo Cameron. Tra tutti i leaders della Fortezza Europa, Cameron si era distinto per aver proposto, durante i primi mesi della crisi, una riforma sociale complessiva, sostenuta da una visione politica forte,  del modello di sviluppo e del welfare della Gran Bretagna (insomma tutta un’altra storia dalle tre I della cricca del partito dell’amore Berlusconi-Sacconi-Gelmini). Senza nulla concedere all’assistenzialismo, e rompendo con la tradizione conservatrice thatcheriana (per cui la società neanche esiste!), aveva lanciato la sua sfida, e la sua campagna elettorale, sullo slogan e programma della Big Society. Il settore pubblico sarebbe stato progressivamente ceduto all’associazionismo, organizzato secondo comunità e coordinato da comunity organizer, nello scopo di  “distribuire il potere fino al livello più basso possibile della società”, incoraggiando il volontariato e “l’impegno nei servizi sociali delle comunità”. Insomma una nuova relazione tra stato e individui che avrebbe accompagnato i tagli più consistenti al welfare della storia recente della Gran Bretagna, mettendo il governo al riparo da sindacati e responsabilità sociale ai tempi della crisi.

 

Eppure la forte visione della Big Society (che poi a prendere sul serio Cameron avrebbe dipinto la Gran Bretagna in un quadro naif a colori pastello) in tre notti di riot sembra andare in fumo, e la proposta di nuova grande società che passava dall’autogestione di pub di quartiere fino all’istituzione di una Big Society Bank per finanziare (ed indebitare) il pubblico, lascia il posto a più di 13000 poliziotti schierati nella sola Londra. Sembra quindi fallire o comunque in grandi difficoltà l’unico tentativo di rilievo, a modo suo innovativo, delle elites europee di rispondere alla crisi. La Big Society, la carta reazionaria giocata dai conservatori in Gran Bretagna, si ferma davanti alle barricate di Hackney e di Birmingham, irrisa dalla maschera di Guy Fawkes che sorride sotto il cappuccio di un rioter nei pressi di un negozio da poco dato alle fiamme. Dietro quella maschera e quel cappuccio c’è forse già molto più potere distribuito ai livelli bassi della società di quanto Cameron poteva immaginarsi con il suo progetto, ma  qui si tratta di due big society e di tutta un’altra forma e pratica di coesione sociale, quest’ultima contro la crisi  grida “justice” mentre corre verso quel mega store da espropriare.

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