Bologna: Assemblea nazionale Abitare nella Crisi 3 aprile
Manovre come quella messa in moto a Padova nei confronti del comitato di lotta peraltro già crollata tramite il respingimento delle misure cautelari ordinate dalla procura, come i processi coercitivi ed i dispositivi di legge predisposti hanno del resto proprio l’obiettivo dichiarato di fermare il conflitto che i movimenti avevano avuto modo di alimentare, depotenziandone la capacità di rappresentare una concreta minaccia.
Ora è chiaro che va modulato un processo che sappia impedire la realizzazione di questo intento di riduzione e perimetrazione delle lotte, allargando nuovamente gli spazi di agibilità innescati a partire dalla potente mobilitazione del 19 ottobre 2013.
I tentativi di imporre processi di forzata normalizzazione e pacificazione, usando alternativamente bastone e carota, mettono in luce alcuni nostri limiti, ma anche i punti di forza da cui partire per superarli. Saper individuare i nodi e le forme con cui articolare i prossimi passaggi è quindi fondamentale.
Sul tema pignoramenti e sfratti va prodotta una controffensiva importante, perché proprio queste due questioni, oltre alle vicende legate ai percorsi di riappropriazione e all’articolo 5 della legge Renzi/Lupi, risulta evidente che gli spazi di mediazione sono sempre più inesistenti. Solo un maggior radicamento del conflitto, insieme alla ricerca di nuove pratiche, può consentire ai movimenti e alle realtà impegnate su questi fronti di rilanciare. Il tema della presenza nei territori e nelle periferie è quanto mai centrale in una fase dove la distanza tra chi governa e chi abita le città aumenta giorno dopo giorno, anche di fronte all’affacciarsi di pericolosi istinti xenofobi e securitari. Saper rovesciare il disagio abitativo, il debito e le morosità, da ricatto a rivolta è un orizzonte – oggi più che mai – da perseguire e praticare.
Sull’articolo 5 non è più rinviabile una mobilitazione decisa, che sappia individuare la controparte con chiarezza e sappia allargare le contraddizioni, facendo pagare un prezzo alto a chi ha inteso colpire in questo modo l’autorganizzazione e le lotte, anche della popolazione migrante. Il kidzbloc ed i movimenti devono tornare ad agire e devono farlo al più presto.
Sia per dare forza a questi importanti passaggi, sia per ragionare delle traiettorie di medio periodo, si rende necessario un momento largo di confronto, una assemblea nazionale che ci permetta, fuori e contro qualsiasi ipotesi di amministrazione del presente, cogestione del potere e pacificazione sociale, di comprendere come affinare gli strumenti in grado di parlare ad una composizione sociale rabbiosa ed insofferente, potenzialmente incompatibile, trasformando la condizione oggettiva di insolvenza che molti settori già vivono, in scelta collettiva e generalizzata di riappropriazione.
Dopo le recenti mobilitazioni del 18 e del 19 marzo, dopo gli sgomberi e le nuove occupazioni che si sono susseguite negli ultimi giorni, all’interno delle ipotesi di lotta contro le nuove leggi regionali sull’emergenza abitativa, e assumendo la nuova sfida aperta dalla riforma dei pignoramenti crediamo non rinviabile un nuovo momento di confronto che si da appuntamento a Bologna per domenica 3 aprile dalle 11am al Laboratorio Crash.
L’assemblea nazionale promossa da Abitare nella Crisi è convocata a Bologna per Domenica 3 aprile 2016.
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