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Comune di Parma

A Parma è successo quello che si sussurrava da tempo, come da copione per una piccola città di provincia. Sono ormai dieci anni, dal crac Parmalat in avanti, che si respira in città una cappa soffocante,complice un’amministrazione allineata al governo dei Berluscones, con la sua spazzatura di retorica rampante e razzista. Nonostante la Lega sia esclusa dalla maggioranza e senza rappresentanza nel parlamentino ducale, gli allarmi dei padani trovano eco nella giunta guidata da Pietro Vignali, che si mette a capo della crociata per il decoro urbano.Si arriva quindi alla Carta di Parma, il documentino stilato da una ventina di sindaci delle città del centro nord che rivendicano compiti di polizia per le amministrazioni locali. Si accelera la militarizzazione della polizia municipale e iniziano le delibere folli contro gli schiamazzi notturni, contro chi piscia per strada e addirittura si tenta di far passare un’ammenda per il consumo di droghe anche entro i limiti consentiti dalla già orrenda Fini-Giovanardi. Legge e ordine in città.

Mentre numerose inchieste e denunce testimoniano la presenza della criminalità organizzata nei cantieri edili che fioccano come funghi in tutta la città, mentre si sollevano dubbi molto pesanti sulla politica di espansione urbana che sta drenando risorse pubbliche e territorio agricolo, ad appannaggio dei grandi gruppi di costruttori locali, l’amministrazione lancia le sue delibere contro gli immigrati egli “accattoni molesti”. Le campagne securitarie fanno da sponda agli appetiti speculativi dei palazzinari locali (vedi ns documento “dellasicurezza”). Così la stampa soffia sul fuoco dell’allarme sociale, con l’obiettivo di cirminalizzare in particolar modo i cittadini stranieri di due quartieri popolari; è l’inizio di due imponenti progetti di riqualificazione/speculazione, agevolati dalla pratica delle concessioni edilizie facili, che oltretutto porteranno Parma al primo posto in Italia per ritmo di consumo di suolo.

La ricetta sembra funzionare, anche se il dissenso, criminalizzato e isolato per anni, comincia a rialzare la testa, in corrispondenza della crisi che intacca il modello e ne fa emergere le sue contraddizioni. Il pestaggio di Emmanuel Bonsu ad opera della squadra speciale dei vigili urbani di Parma durante un’operazione antidroga, svela il lato oscuro della militarizzazione della Polizia Municipale. La città reagisce, guidata dalla sinistra antagonista, che per prima denunciò il degenerare della gestione dell’ordine pubblico. E la prima pietra cade sul modello felice. E’ In quel frangente che arriva, voluto a tutti i costi dal Sindaco, un ex tenente dei carabinieri, di stanza ad Arcore, per sostituire l’ex comandante dei vigili urbani costretto alle dimissioni a seguito del caso Bonsu. Si chiama Giovanni Maria Jacobazzi.A lui il compito di risollevare i destini del corpo di polizia locale.

In sostanza non cambia nulla, la militarizzazione della municipale prosegue un po’ più in sordina, ma prosegue. Emergono, pochi mesi dopo, i primi problemi nella gestione finanziaria del Comune. Le numerose società partecipate, a capitale interamente pubblico e a vantaggio esclusivo dei privati, si trovano in difficoltà nel farsi finanziarie dalle banche, non sono più considerate affidabili. La compravendita di terreni e di immobili che vengono svenduti letteralmente ai privati, nascondono nemmeno troppo velatamente gli scambi di favori tra imprenditori e amministratori, primo fra tutti il patron di Parmacotto, Marco Rosi. A lui vengono concesse espansioni edilizie ai margini del codice penale, a lui la Holding comunale che controlla tutti gli appalti e a cui sono stati dati in gestione interi progetti immobiliari pubblici (Stt, società di trasformazione urbana),paga quasi 300 mila euro all’anno per gli uffici della propria sede. Stt possiede un numero impressionante di immobili pubblici, ma paga l’affitto al re di Parmacotto.

La stessa Stt finisce nel mirino degli inquirenti per un giro di false fatture, soldi erogati tra gli altri alla Gdm, la società che cura i lfilm di Salemme girato a Parma e che ha per protagonisti due vigili urbani del capoluogo emiliano. Molti adombrano il sospetto che si trattidi un tentativo del comune di ripulire l’immagine dei vigili dopo il pestaggio di Bonsu. Il sospetto diventa certezza quando si scopre questafattura. Nel film recitano anche Jacobazzi e il sindaco Vignali……Soldi pubblici usati per elargire favori agli amici, appalti pilotati,soldi pubblici che tramite fatture false coprono “servizi” poco chiari,spesso sono ricompense, regalie, favori al solito “giro”. Il senso di impunità, in linea col contesto nazionale, e la rottura del blocco industriale che ha tenuto in piedi la giunta, conduce la magistratura alle inchieste recenti. Vengono alla luce gli scandali. Gli undici arresti di venerdi scorso, tra cui l’arresto eccellente del comandante Jacobazzi, svelano chiaramente il sistema sopra descritto. La città privatizzata e svenduta, le migliaia di giovani e non colpiti duramente dalla crisi e costretti ad aggrapparsi ai soliti lavori precari barcamenandosi tra affitti stratosferici e servizi sempre più cari e peggiori, la città spremuta come un limone e sacrificata agli appetiti speculativi, finalmente si incazza.

La rabbia della piazza che assedia il consiglio comunale il giorno degli arresti, è un risveglio brusco per sindaco e cricca. Ci sono piccoli scontri con la polizia che difende il palazzo e tenta di impedire l’ingresso in consiglio della folla che scandisce slogan per tre ore. Chi assedia l’amministrazione è parte di un “popolo” eterogeneo, per età, provenienza politica e culturale. Ma in quel momento la rabbia sintonizza tutti sulla stessa onda e per la primavolta da vent’anni a questa parte il gioco di dividere la piazza in buoni e civili contestatori e facinorosi estremisti dei centri sociali, non riesce. La lettera del potentissimo capo del Pdl locale che chiede il pugno di ferro contro i manifestanti, ha come risposta il raddoppio delle presenze ad assediare il successivo consiglio comunale. Arriva da Bologna la celere e la gestione di piazza è fortemente provocatoria da parte dei funzionari di PS. Gli scontri sono più duri dei precedenti ma anche stavolta il dispostivo “buoni e cattivi” si inceppa.

La presenza dei movimenti antagonisti nelle più importanti lotte avvenute in questi anni sul territorio, è stata significativa e ha legittimato anche agli occhi di compagini più moderate e “ingenue” la presenza dei compagni e delle compagne. Il lavoro di inchiesta svolto inquesti anni ha fatto si che le interpretazioni di quello che accadeva incittà fossero fornite proprio da quella sinistra antagonista che oggi qualcuno tenta di criminalizzare e che invece riesce a interpretare l’umore di chi vuole, anche solo in questa estrema contingenza,contribuire ad affossare il “sistema” Parma. Una situazione che puòessere interessante e che può portare le istanze della sinistra antagonista al centro del dibattito pubblico locale, un’occasione che cercheremo di non perdere.

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