Comunicato del Comitato Verità e Giustizia per Genova
L’epilogo del processo De Gennaro-Mortola non può rincuorare nessuno: da questa vicenda esce sconfitta la complessiva credibilità delle istituzioni. Solo in Italia può accadere che funzionari di alto rango imputati e condannati in appello – in questo come negli altri processi scaturiti dal G8 di Genova – non rinuncino ai loro incarichi, come avviene nelle normali democrazie, a tutela dei corpi di appartenenza e della serenità di giudizio dei magistrati. Ma l’Italia è un paese speciale dove l’etica pubblica ha poco corso e nessuno sente il dovere di rendere conto di qualcosa di fronte ai cittadini, tant’è che nessuno ha mai chiesto scusa per gli abusi, i falsi, le violenze – accertati storicamente – alla Diaz, a Bolzaneto, nelle strade di Genova.
Sulla vicenda specifica, forse un giorno capiremo, magari grazie al processo principale, perché l’ex questore Colucci in tribunale cambiò versione sulla presenza alla Diaz del dottor Sgalla rispetto alle precedenti testimonianze. Intanto i fascicoli del processo d’appello per i falsi e le violenze alla scuola Diaz (25 funzionari e dirigenti condannati in appello) sono fermi da un anno mezzo in attesa di arrivare in Cassazione e le parti civili per Bolzaneto non hanno ancora ricevuto alcun indennizzo nonostante quanto stabilito nelle sentenze di primo e secondo grado.
E’ difficile, oggi in Italia, avere ancora fiducia nelle istituzioni.
Enrica Bartesaghi e Lorenzo Guadagnucci – Comitato verità e giustizia per Genova
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