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Cso ExCollegio: un nuovo spazio a Catania

Abbiamo intervistato una compagna catanese, Federica, per farci raccontare la nascista e le prospettive di un nuovo spazio sociale, occupato a Catania la scorsa settimana.  

È passata quasi una settimana da quando, lo scorso 23 novembre, un gruppo di giovani militanti ha occupato, a Catania, un edificio storico della città etnea per realizzarvici un nuovo centro sociale e rilanciare cosi i processi di lotta nella città siciliana. Sono per lo più universitari ma l’occupazione ha da subito attirato le attenzioni e smosso la partecipazione di giovani delle scuole, precari, lavoratori. Una eterogeneità sociale da cui rivive, finalmente, questo ex collegio: palazzo del 1700, barocco, da qualche anno inserito nell’elenco Unesco dei beni “patrimonio dell’umanità”. E abbandonato da più di quattro anni, da quando cioè la sovraintendenza della Regione ha sfrattato (per motivi di sicurezza) l’Istituto d’arte che li teneva i suoi corsi. Da allora, alla proprietà (la Regione Sicilia, per l’appunto) non è bastato neanche che i fondi per la ristrutturazione (più di 3 mln di euro) fossero già stanziati: l’edificio è stato chiuso e ogni progetto bloccato. Solo una minima parte è stata in questi anni utilizzata come deposito dai dipendenti della limitrofa biblioteca regionale.

Questo fino all’occupazione di pochi giorni fa che ha ridato vita a questo bellissimo spazio e dato avvio alle attività del Cso ExCollegio. Dopo quattro anni dallo sgombero dell’ultima occupazione, quella del Centro popolare Experia, finalmente nasce un nuovo luogo di aggregazione: con questo spirito gli occupanti hanno vissuto l’intenso avvio delle prime attività che lo spazio ospita. Catania aveva bisogno di un luogo di incontro e soggettivazione politica; una casa per e delle lotte che in quella città si stanno dando negli ultimi anni. Ma anche un punto di riferimento per il quartiere e le fasce sociali più disagiate di questo. Sono i bisogni, i desideri cui questa riappropriazione sta dando voce. Nascono così le attuali e future progettualità: dalla casa, quindi, entro cui i coordinamenti degli studenti medi catanesi possono riunirsi e alimentare la protesta, ai doposcuola popolari; dalla galleria espositiva permanente per giovani artisti, alla palestra autogestita. E ancora assemblee, incontri, cineforum. Di questo vive e vivrà questo spazio liberato.

Certo non mancano i soliti “nemici” istituzionali e il loro braccio repressivo, la questura, a tentare di mettere i bastoni tra le ruota. E certamente sono tanti coloro ai quali stuzzica l’appetito uno spazio così importante. Tutto come al solito, ovviamente. La sovraintendenza nega ogni responsabilità rispetto all’abbandono e all’incuria con cui è stata trattata, negli anni, la questione e manda digos e polizia a minacciare gli occupanti usando l’arma della presunta insicurezza della struttura. E nel frattempo minaccia di denunciare l’interruzione di pubblico servizio per eventuali ostacoli al lavoro della biblioteca i cui lavoratori, però, non è un problema che entrino nella “non-sicura” struttura. E, come da classico copione, ci sono anche gli interessi dei privati o, meglio, l’interesse pubblico a porsi come eventuale garante del passaggio dell’edificio in mani private. Il progetto? Librerie e caffetterie da cui certi settori imprenditoriali cittadini possano far ulteriori profitti. Qualcosa, insomma, non propriamente di utilità comune … Niente a chè vedere, per fortuna, con la progettualità politica e sociale del Cso ExCollegio.

In bocca al lupo!  

Ascolta l’intervista a Federica del Cso ExCollegio

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