Dopo l’assemblea di Bologna verso lo sciopero della logistica
Più di 300 facchini hanno da subito affollato la riunione arricchendo il comitato organizzativo dello sciopero attraverso un forte protagonismo operaio resosi visibile sia in termini numerici che nella qualità degli interventi.
Se questo sciopero poteva sembrare un appuntamento di sintesi delle lotte datesi sinora sui territori a livello delle singole vertenze, ad emergere è stata invece la volontà comune di fare dell’appuntamento una giornata di forte rilancio delle lotte che attraversano il settore.
Lo sciopero rivolgerà un potente “NO!” alle organizzazioni padronali e ai sindacati confederali che si apprestano a siglare un contratto nazionale diretto a peggiorare la condizione operaia. Non un appuntamento di arrivo e neanche di inizio, ma una giornata di potenziamento della lotta straordinaria che sta innervando da mesi di dignità, solidarietà e giustizia sociale il settore della logistica.
Se un tempo la logistica era il regno della violenza e delle umiliazioni più brutali dello sfruttamento capitalista nelle regioni del Nord Italia, oggi grazie al coraggio e alla determinazione operaia è divenuto lo spazio del contrattacco che sta spingendo i padroni a chinare lo sguardo davanti l’intransigenza della lotta. Finalmente non ci si preoccupa più di salvare l’azienda e la produttività, ma al contrario i facchini insegnano che in tempo di crisi si deve colpire collettivamente la controparte per strappargli quanto era stato sottratto.
E’ questa la ricchezza che si è accumulata notte dopo notte, mattinata dopo mattinata ai cancelli delle aziende, resistendo alle cariche e alle provocazioni della polizia e rifiutando con risolutezza le mediazioni padronali. Chi da mesi attraversa e supporta i picchetti operai con umiltà e determinazione lo sa bene, altri probabilmente no, e non si sono accorti che il 22 marzo è giornata di sciopero concreto e non di stravaganti mediazioni e generalizzazioni simboliche.
La posizione che devono prendere i militanti antagonisti durante una giornata di lotta come il 22 marzo deve essere quella utile a caricare sulle spalle la conflittualità della logistica ribelle per portarla in alto, e per portare lo sguardo operaio a fissare dritto negli occhi del padrone. E non appiccicare sopra la lotta ciò che in questa occasione ci sembra solo (ainoi) un artificio simbolico: “il reddito di cittadinanza”. Più in alto arriverà la lotta nella logistica e più sarà chiara la visione per la generalizzazione concreta della conflittualità di domani, distante chilometri dagli artifici simbolici e dalle mediazioni sempre perdenti.
Lo sciopero del 22 marzo vedrà astenersi dal lavoro i protagonisti del flusso delle merci nei principali snodi della logistica a livello nazionale. Le settimane precedenti e quella successiva creeranno un cornice con la proclamazione dello stato di agitazione in tutte le aziende e le cooperative coinvolte attraverso il blocco degli straordinari.
Al termine dell’assemblea in un quadro comune di coordinamento dello sciopero è stato dato mandato alle diverse realtà territoriali di definire le modalità organizzative più adatte. La realtà bolognese ha da subito voluto caratterizzare la propria lotta attraverso il prolungamento dello sciopero facendolo partire dalle 0.00 di giovedì 21 marzo e terminare alle ore 06.00 di sabato 23 marzo.
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