Fiorentina-Atalanta: aggressione agli ultras bergamaschi, la responsabilità è di Salvini!
La partita tra Fiorentina e Atalanta è finita da qualche ora. I tifosi bergamaschi stanno facendo ritorno in città a bordo di una carovana di circa venti pullman. Il bus che guida la carovana viene circondato e fermato dalle forze dell’ordine – già in assetto antisommossa – all’altezza del viadotto del Varlungo, nella zona sud di Firenze, vicino all’ingresso dell’autostrada A1.
Si scatena il parapiglia. Le forze dell’ordine, nello specifico i reparti mobili di Bologna e Firenze, fanno irruzione nel bus iniziando a manganellare i tifosi dopo aver spaccato le porte e i finestrini. La situazione si calma solo dopo diversi minuti. Il primo bus non è il solo ad essere fermo, insieme a lui ce ne sono altri due che sono riusciti a bloccarsi nonostante la polizia abbia cercato di isolare il primo mezzo della carovana. Centotrenta tifosi verranno identificati e denunciati. In seguito partirà il solito balletto dei referti tra le fila della polizia, con diversi agenti feriti.
E qui iniziano i dubbi. Nessuno dei tifosi è stato poi fermato. Addirittura, secondo l’Eco di Bergamo e la Gazzetta dello Sport, nessuno è stato nemmeno portato in Questura. Tutti i denunciati sono ripartiti infatti poche ore dopo. Strano, dato che in teoria, stando alle dichiarazioni di un solerte funzionario del Siulp “un poliziotto che era salito a bordo del pullman per capire i motivi della fermata sarebbe stato chiuso all’interno del mezzo e malmenato dai tifosi riportando, fortunatamente e solo grazie alla sua lunga esperienza in servizi di ordine pubblico, lesioni non gravi”. Di solito per un fatto di questo peso, l’arresto è praticamente scontato. Ma non questa volta.
Ancora più strano, dato che la ricostruzione poliziesca parla di diversi tifosi atalantini che prima si fermano e scendono nel bel mezzo della tangenziale e poi attaccano le forze dell’ordine armati di spranghe e bastoni. Non si capisce poi il motivo del blocco poliziesco, dato che non c’è stato alcun contatto tra le due tifoserie prima durante e dopo l’incontro. E dato che i tifosi stavano facendo serenamente ritorno a Bergamo una volta finito il match. Non hanno deciso loro di fermarsi dunque, come affermato dal funzionario del Siulp.
Inoltre, stando alle stesse ricostruzioni della polizia che smentiscono la ricostruzione di cui sopra, il motivo dello stop imposto (quindi dalla polizia) sarebbe stato il tentativo di staccarsi da parte del primo mezzo dalla carovana che guidava. Ma è un discorso senza senso: infatti, i pullman sono stati circondati sin dalla loro ripartenza dallo stadio Franchi da numerose camionette, che hanno imposto un percorso molto più lungo di quello normale e dettato una velocità ridicola ai mezzi che portavano i tifosi. Rendendo impossibile nei fatti la possibilità di staccarsi (per andare poi dove, dato che lo svincolo per l’autostrada era a poche centinaia di metri?).
I resoconti di tanti dei presenti differiscono completamente dalle veline riportate dai giornali sportivi e non. Ad esempio, un tifoso racconta che “ad un certo punto oltre alla camionetta che ci scortava ne è sopraggiunta un altra, dalla quale sono scesi diversi agenti (tutti in tenuta antisommossa) i quali hanno subito sfondato la porta anteriore del pullman, rotto i finestrini e percosso come se non ci fosse un domani tutti e tutto quello che avevano di fronte.”
Resoconto confermato dall’avvocato della Curva Nord Bergamo, Federico Riva: “tre pullman, tra cui quello su cui stavo viaggiando io stesso, sono stati fermati e attaccati dalla polizia, con gli agenti che hanno malmenato i tifosi senza ragione, con botte e manganellate sia a bordo sia contro gli atalantini fatti scendere ai bordi della strada.”
La sensazione è allora che si sia voluto creare qualcosa ad arte. Il Ministro degli Interni, che va allo stadio con la sciarpa del Milan e il cappellino dei Carabinieri, facendo venire il vomito ad ogni ultrà degno di questo nome, ha probabilmente deciso di battere un colpo. Dandolo ad una delle curve storicamente più attive del paese nel contastare e mettere sotto accusa le politiche liberticide, dentro e a volte anche fuori gli impianti di gioco. Magari sfruttando la legittimità rispetto all’opinione pubblica causata dalle conseguenze della morte del neonazista Belardinelli a margine di Inter-Napoli lo scorso 26 dicembre.
Dando qualche mazzata dal nulla e creando un clima dove magari nuove decine di DASPO possano indebolire la curva atalantina, si vuole lanciare un messaggio a tutti i gruppi non ancora normalizzati nell’ottica del calcio-business. Per cui allo stadio ci devono andare solo le famiglie e i bambini, pagando prezzi insostenibili. Da segnalare come non sia stata solo Firenze teatro di aggressioni infami come questa. Anche a La Spezia, poche ore prima, un’altra curva nota per la sua opposizione alle forme di controllo securitario negli stadi, quella del Livorno, viene aggredita con 4 cariche mentre si trova nel settore ospiti dello stadio spezzino in un contesto assolutamente tranquillo.
Continueremo nei prossimi giorni a seguire la vicenda. Per fortuna in rete è possibile trovare diversi video e molte testimonianze. Una cosa è certa: tantissimi sono gli episodi simili, e probabilmente questi non saranno gli ultimi. Crediamo però che questa storia, ancora lontana dal chiudersi, qualcosa possa insegnarlo: non divulgare, chiudersi nel proprio mondo, rincorrere l’autoreferenzialità, non paga. Abbiamo nel passato recente episodi e montature pagati a caro prezzo. Pensiamo all’episodio eclatante di Napoli – Roma del 31 agosto 2008. La presunta devastazione della stazione Termini e del danneggiamento di un treno per oltre 500.000 euro. Maroni, amico di partito del ministro dell’interno lo ricorderà bene. Qualche anno dopo il procedimento per devastazione e saccheggio ai danni dei tifosi del Napoli venne archiviato mettendo in evidenza le esagerazioni di Trenitalia. E addirittura Trenitalia fu ritenuta colpevole per non essere stata in grado di organizzare un evento ampiamente prevedibile e non aver messo a disposizione i giusti servizi.
Chiaramente le sentenze non hanno avuto lo stesso clamore mediatico delle presunte devastazioni.Eppure, nonostante le sentenze, il non essere riusciti, o non aver voluto, contro-narrare quella vicenda, denunciarla, cercare solidarietà all’esterno, ha fatto si che la tifoseria del Napoli pagasse a caro prezzo quella storia, con divieti durissimi rispetto alla possibilità di seguire la squadra lontano dalla propria città. Rispetto a questo, il lavoro di denuncia e narrazione che si sta facendo per questi recenti episodi è sicuramente una ricchezza ed una possibilità importante. Per ulteriori testimonianze sull’accaduto segnaliamo lo sforzo fatto da Sostieni La Curva, spazio informativo dei tifosi atalantini della Curva Nord Bergamo.
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