Giugliano: cariche al presidio anti-tares, cronaca di una giornata di lotta
L’incontro era stato conquistato grazie a un primo presidio, partecipato e carico di tensione, sulla questione Tares, la tassa per i rifiuti solidi urbani. Tares che nel comune di Giugliano è tra le più alte d’Italia, proprio in una città in cui le comunità da anni vivono a pochi kilometri dal sito di stoccaggio di Taverna del Re che ospita migliaia di ecoballe di tal-quale e dove dovrebbe sorgere anche l’inceneritore, impianto per il quale i comitati chiedono la sospensione della gara d’appalto. Il primo presidio aveva portato una prima vittoria con la sospensione della Tares e con l’incontro di stamattina.
Il presidio si è da subito popolato e in assenza di notizie rassicuranti dall’incotro che si svolgeva all’interno si è fatta sempre più forte la pressione sul comune, e la si è fatta subito alta la tensione. Quando i manifestanti hanno provato ad entrare all’interno del comune, la risposta della polizia, presente in forze, non si è fatta attendere. Le forze dell’ordine hanno attaccato utilizzando spray urticanti. Ma il presidio compatto e determinato, è ripartito alla carica con l’intento di entrare all’interno della sede comunale [guarda il video]. E’ partita quindi una seconda carica molto più violenta, sempre con l’uso di urticante e con l’esplosione di alcuni lacrimogeni, innescando, tra le strade cittadine, scene di resistenza e di solidarietà. Infatti numerosi sono stati i giuglianesi che hanno aperto le porte delle proprie abitazioni per dare rifugio ai manifestanti inseguiti dalla polizia. Determinazione e solidarietà che sembrano aver scatenato il nervosismo della digos. Infatti, sembra che questi, dal termine dell’iniziativa, con atteggiamento intimidatorio, si siano appostati sotto le case degli attivisti più noti all’interno dei comitati.
Una giornata intensa e di grande determinazione che rientra all’interno della settimana di mobilitazione nazionale “ribaltiamo l’austerity” e che ben inquadra la direzione nella quale vanno le lotte popolari in Campania; li dove, infatti, vivono e lottano i comitati popolari, la fase del cosiddetto #fiumeinpiena sta lasciando lo spazio a nuove forme di mobilitazione e di lotta che, partendo dalla sfera dei beni comuni, si calano immediatamente nel rifiuto dell’austerity e per migliori condizioni di vita. Una vicenda, quella del movimento contro la Tares di Giugliano, che sta tracciando interessanti ipotesi sul ruolo e le possibilità che comitati e abitanti possono avere in Campania nel tempo della crisi e della Terra dei Fuochi.
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