Green Pass: viviamo in dissonanza
Riceviamo e pubblichiamo per la rubrica Green Passion. Buona lettura!
Nel 1957 Leon Festinger introdusse la teoria di “dissonanza cognitiva” in psicologia sociale. Questa espressione descrive una circostanza nella quale narrazioni, credenze, nozioni ed opinioni che vengono esplicitate in contemporanea in relazione a un tema si trovano in contrasto funzionale e razionale tra di loro.
Nel più recente passato e in maniera graduale e progressiva, ho visto originarsi, prendere forma e concretizzarsi una delle più concrete ed elevate situazioni di dissonanza cognitiva nella storia.
A tutte le persone che hanno sviluppato e tuttora ripongono cieca fiducia nella narrazione prodotta dalle fonti mediatiche rivolte al grande pubblico, vorrei dire: ascoltate.
Dall’approvazione del primo decreto-legge sul Green Pass n.111/2021, pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 6 agosto, ha preso vita un modus operandi che ha smesso di curarsi di ogni possibile tesi o teoria in contrasto con la tesi che non mi resta che definire dominante.
La campagna vaccinale è stata e viene tuttora considerata l’unica possibile soluzione finale contro la pandemia. Non solo: studiosi, medici, premi Nobel, professionisti nonché scopritori dell’RNA messaggero, altresì definito mRNA – vedi il virologo Robert Malone – i quali hanno tentato di dissuadere la politica ai vertici e i media mainstream dalla narrazione univoca secondo la quale il vaccino è efficace ed è l’unica modalità di sconfitta del covid-19, vengono definiti e mostrati al pubblico come diffamatori, portatori di menzogne. Anche imbecilli.
“L’efficacia del vaccino mRna contro il Covid-19 è passato da oltre il 90% di marzo al 65,5% di luglio. Sono i dati contenuti in un nuovo studio del New England Journal of Medicine condotto sui lavoratori della sanità dell’Università di San Diego, in California.” (https://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/sanita/2021/09/04/covid-studio-conferma-efficacia-vaccino-mrna-cala-in-6-mesi_62cddfa5-01ec-43fa-a309-0718d81f40ec.html – ultimo accesso: 27/09/2021 ore 17:22)
Il Green Pass è definito strumento sanitario (di sanitario purtroppo conserva ben poco) per la libertà, mentre sta ledendo ogni diritto alla libertà stessa di poter decidere e scegliere le modalità di cura sul proprio corpo.
Un’insegnante non viene fatta entrare a scuola perché il Green Pass le è scaduto da 15 minuti. C’è imbarazzo, è una collega da anni. Ma questa è la legge. E il clima, lo comunico a malincuore, ricorda purtroppo i primi licenziamenti dagli istituti scolastici e dalle università delle persone di origine e religione ebraica, poco prima delle deportazioni naziste. Non ci si pone più il dubbio se una regola sia eticamente, socialmente e psicologicamente erronea o corretta. È la regola. E va rispettata. “Anche a me”, rispondo a una cara signora che mi dice che questo le rievoca brutti momenti nella mente. Anche a me questo ricorda tante cose brutte. Cose che per fortuna non ho vissuto, ma che conservo nella mente grazie alla preziosa memoria di altre persone.
Le cure esistono, ma non se ne può parlare. Chi ne parla è definito ignorante, che desidera la morte del popolo. Chi ha scelto di non sottoporsi alla vaccinazione anti-covid 19 viene definito come assassino e incitante alla morte.
Una madre è stata definita “assassina del proprio figlio” in un ospedale in cui quest’ultimo era stato ricoverato, perché non vaccinata.
Questo sta accadendo oggi. La narrazione rivolta al grande pubblico descrive le persone che hanno tesi diverse o in contrasto con quella dominante come “no vax.” Io ad esempio non sono mai stata una “no vax” ammesso pure che si possa adottare questa definizione, che ho sempre detestato in sé per sé.
La dicotomia in atto “pro vax”/“no vax” è un ulteriore elemento di alimentazione di odio e rabbia, nonché di legittimazione a discriminare e invadere la privacy altrui.
La cosa che mi ferisce maggiormente non è la narrazione univoca da parte delle fonti mediatiche a cui il pubblico attinge, che è già un elemento drasticamente preoccupante. Soprattutto che le fonti stesse vengano poste come unica verità possibile. Ma come fate a citare e apprezzare Orwell tra gli autori presenti nel bagaglio culturale e intellettuale italiano, mentre viene messa in atto la modalità da lui denunciata, secondo la quale esiste soltanto una verità? https://www.cambridge.org/core/journals/infection-control-and-hospital-epidemiology/article/original-antigenic-sin-a-potential-threat-beyond-the-development-of-booster-vaccination-against-novel-sarscov2-variants/C8F4B9BE9E77EB566C71E98553579506
Allego inoltre uno studio riportato sul sito dell’università di Cambridge, da me tradotto: “Tutti i vaccini attualmente disponibili che hanno ricevuto l’autorizzazione all’uso di emergenza, come Johnson & Johnson, Moderna e Pfizer/BioNTech, si basano sul virus originario di Wuhan. Per quanto riguarda le nuove varianti, l’accumulo di più mutazioni nella proteina spike, che è l’obiettivo degli anticorpi neutralizzanti, ha messo in discussione l’efficacia di questi vaccini. Diversi precedenti studi di laboratorio hanno riportato che l’attività neutralizzante dei sieri ottenuti da individui che sono stati vaccinati è inferiore contro le nuove varianti di SARS-CoV-2, 2-5 evidenziando la necessità di sviluppare una vaccinazione di richiamo contenente nuove mutazioni del virus.
Un fenomeno chiamato “peccato antigenico originale” (OAS) è stato proposto per la prima volta da Francis 6 nel 1960. Questo fenomeno si verifica nella seconda esposizione del sistema immunitario a un agente patogeno simile a cui è stato precedentemente esposto. In questa situazione, il sistema immunitario progredisce verso la risposta di memoria, generando anticorpi cross-reattivi che potrebbero non essere efficaci contro il nuovo patogeno.” (https://www.cambridge.org/core/journals/infection-control-and-hospital-epidemiology/article/original-antigenic-sin-a-potential-threat-beyond-the-development-of-booster-vaccination-against-novel-sarscov2-variants/C8F4B9BE9E77EB566C71E98553579506 ultimo accesso 27.09.2021 ore 17:32)
Questo è un appello.
Un’unica verità non può offrire e consentire alle persone la possibilità di giudicare da sé cosa sia più giusto per la propria vita.
Per inviarci eventuali contributi scriveteci alla pagina facebook di Infoaut o ad infoaut@gmail.com. Vi invitiamo a proporci riflessioni ragionate ed articolate al fine di evitare di riprodurre la tribuna da social network che, ci pare, non sia molto fruttuosa in termini di possibilità di avanzamento collettivo.
Qui i primi contributi pubblicati.
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