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La Pisa Sicura: giovane pestato e arrestato per una festa

Assolutamente non casuale il teatro dell’evento, Piazza dei Cavalieri, al centro dell’ultima ordinanza del sindaco sceriffo, che prevede un presidio fisso delle forze dell’ordine per evitare fenomeni di ubriachezza e schiamazzi nell’unica piazza di Pisa attraversata da una socialità non mercificata, in quanto sprovvista di bar e locali. La piazza aveva già dato chiari segnali di opposizione a questa forma di militarizzazione, con la street parade notturna che aveva allontanato la polizia e con la festa della luminara antagonista, attraversata da migliaia di persone, ma anche con diffusi e quotidiani comportamenti di opposizione nei confronti delle forze dell’ordine.
Il delirio di potere messo in campo dai carabinieri sabato sera è figlio di questa contrapposizione tra un potere politico che ormai in maniera sempre più palese delega la gestione delle questioni sociali alla questura e alle forze di polizia, e una città che è assolutamente decisa a non subire passivamente tutto questo. Vale la pena ricordare, analogamente, come il Patto per Pisa Sicura, firmato alla presenza del ministro leghista Maroni, abbia avuto tra i suoi effetti l’aumento esponenziale dei soprusi e delle violenze nei confronti degli ambulanti senegalesi (che chiaramente non riescono ad ottenere alcuna visibilità), e di come il capo dei vigili urbani sia stato denunciato per la gestione degli sgomberi dei campi rom, farciti di insulti, spintoni e minacce.
Come ci si poteva aspettare il sindaco sceriffo ha fatto muro intorno ai suoi sgherri, difendendo in maniera incondizionata l’operato delle forze dell’ordine, affiancato da una presa di posizione a dir poco imbarazzante del preside della Normale, Beltram. Non soddisfatti del loro operato, inoltre, i carabinieri stanno moltiplicando i capi di accusa nei confronti dell’arrestato (passato da resistenza a violenza a pubblico ufficiale) e ritardando così l’udienza per direttissima (conseguentemente prolungando la sua permanenza in carcere).
Sull’altro versante, in compenso, è impossibile non vedere il moltiplicarsi delle iniziative di solidarietà nei confronti del dottorando, sia nei continui presidi in varie zone della città, sia nei molteplici appelli alla sua liberazione sul web e su facebook.

 

Di seguito una cronaca più dettagliata degli avvenimenti di sabato notte:

A Pisa si torna a respirare un aria pesante, con un’invadente, violenta ed ingiustificata presenza di polizia e carabinieri per le strade della città. Sabato sera alla “Scuola Normale Superiore” si stava svolgendo la festa di fine anno degli allievi ed una quindicina di studenti universitari si è presentata all’ingresso per partecipare alla festa, vedendosi però sbarrata la strada da un gruppo di vigilantes e negato l’accesso, in quanto quella all’interno era una “festa privata”, riservata solo a coloro che erano “in lista”. Gli studenti hanno protestano, qualcuno ha tirato fuori il libretto universitario: è assurdo che sia negato l’accesso agli studenti ad una festa che si svolge in una struttura universitaria, pagata con soldi pubblici.
I vigilantes tuttavia non hanno voluto sentire ragioni, non hanno fanno entrare nessuno ed anzi hanno scaldato i toni: la chiamata ai carabinieri, poi spintoni ed il portone sbattuto in faccia ai ragazzi e alle ragazze che cercavano di entrare. In pochi minuti sono arrivate sul posto due auto della polizia ed una dei carabinieri, circondando i ragazzi e, condendo il tutto con una buona dose di arroganza ed autoritarismo, cominciando ad identificare i presenti. Sono stati chiesti i documenti anche ad uno studente della Normale, intervenuto per cercare di calmare la situazione resa inutilmente tesa dall’atteggiamento dei militari, che però ha rifiutato di farsi identificare, in quanto non sussisteva una reale motivazione, se non un chiaro scopo intimidatorio.
Di fronte al rifiuto di farsi identificare i carabinieri si sono avventati sul ragazzo strattonandolo, ammanettandolo, tirandolo per i capelli e colpendolo più volte in viso, per poi caricarlo sanguinante in auto. Immediata la reazione degli studenti presenti nel cercare di bloccare l’auto dei carabinieri, che incurante delle persone che gli si trovavano davanti è partita investendo due ragazzi; poi in pochi minuti si è raccolto un presidio di un centinaio di persone che si è mosso verso la caserma dei carabinieri.
Il presidio ha trovato la caserma blindata e nonostante le ripetute proteste nessuno dall’interno si è degnato di fornire alcuna risposta su le condizioni dell’arrestato, negando addirittura, fino alle 5 del mattino, l’accesso al personale dell’ambulanza, che era sopraggiunta nel frattempo chiamata dagli amici dello studente arrestato, e agli avvocati.
Gli studenti hanno immediatamente indetto una conferenza stampa per il giorno dopo nel primo pomeriggio in cui lamentavano l’assurda situazione di tensione generata da un intervento spropositato ed immotivato delle “forze dell’ordine”, la negazione, per oltre tre ore, dell’assistenza medica al ragazzo ferito (a cui in seguito è stato refertato “trauma cranico, un trauma contusivo escoriativo ai polsi e una ferita sotto il mento” con una prognosi di 7 giorni). Durante la conferenza stampa è stato anche contestato il ruolo che la politica del sindaco Filippeschi, avvezzo ad ordinanze di carattere ” securitario (l’ultima delle quali riguardante proprio piazza dei Cavalieri, sulla quale si affaccia il palazzo della Normale) e che già domenica mattina ha espresso il suo incondizionato appoggio alle forze dell’ordine, ha nell’esasperare la già pesante situazione.

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