L’alleanza dell’inchiostro repressivo contro le lotte
Questa mattina, infatti, è uscito un articolo del Tirreno scritto dalla mano di Candida Virgone, ma che sa tanto di quell’inchiostro che questura e prefetto amano adoperare per tentare di schiacciare un movimento variegato, composto prevalentemente dagli studenti delle superiori, da disoccupati e dalle lavoratrici Sodexo in lotta da più di due mesi contro i licenziamenti. Un tentativo di intimidazione rivolto agli studenti medi, che si sta verificando in questi giorni anche in altre città come a Brescia e Padova con decine di denunce in arrivo e arresti domiciliari.
In concomitanza con la riapertura delle scuole dopo le vacanze natalizie e alla vigilia di un’importante trattativa che le operatrici di pulizia sosterranno domani alla Regione Toscana e che potrebbe sancire una svolta sui licenziamenti Sodexo, il fronte unito dell’inchiostro repressivo, annuncia che le forze di polizia e i carabinieri stanno indagando su trentatrè persone per reati di danneggiamento, resistenza ed interruzione di pubblico servizio. Con uno “stile giornalistico” becero e la sua “informazione” distorta, Il Tirreno tenta di infangare la realtà di quello che è accaduto durante l’occupazione della Torre di Pisa, pubblicando foto di un altro momento della manifestazione in cui gli studenti medi avevano lanciato delle macerie davanti al portone della Provincia, accusando gli occupanti della Torre di aver distrutto l’ingresso del monumento.
Nonostante sono migliaia le visualizzazioni dei video su Youtube che documentano come il movimento abbia costruito e praticato gli scioperi e le contestazioni di quest’autunno, la governance cittadina prova a mistificare la realtà, dimostrando così il lato fragile delle istituzioni che sempre di più sembrano perdere voti e credibilità.
Le difficoltà di Tagliente, Filippeschi e Tirreno nel tentare, fin’ora, una criminalizzazione del movimento sono dovute proprio al fatto che le manifestazioni di ottobre, novembre e dicembre, siano state costruite non più solo dagli studenti medi, motore delle lotte, ma anche da donne e uomini che mai avrebbero pensato di vedersi scippare quel poco di sicurezza che trovavano nel proprio lavoro. Questa è la nuova composizione in lotta che non si farà spaventare dal possibile arrivo di denunce: le relazioni sociali che nascono e crescono nei presidi negli ospedali piuttosto che nelle scuole o nei cinema occupati, tra giovanissimi, lavoratrici e disoccupati, sono la vera forza di una città che si muove, che discute e che si organizza.
Un movimento che non è mai arretrato ma che ha cercato più volte di attaccare i palazzi del potere e i colpevoli della crisi anche laddove erano difesi da cordoni di polizia, si farà trovare preparato. La rabbia espressa fin’ora dal precariato giovanile affiancata da quella di chi è sfruttato nei posti di lavoro, è il mix giusto che preparerà il terreno per il proseguimento del vero conflitto dal quale sempre meno persone si potranno e vorranno tirare indietro.
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