Livorno: blitz al centro per l’impiego..
Oggi il gruppo di studenti e precari che da circa una settimana ha occupato la caserma Del Fante ha organizzato un presidio davanti al centro per l’impiego.
Motivo della protesta un annuncio comparso sulle bacheca dello stesso ufficio (nonchè su un quotidiano locale) nel quale un’azienda livornese si adoperava nel selezionare un tirocinante.
Fin qui niente di strano, (sempre che si reputi normale il mercato del lavoro ai giorni nostri). Tra le caratteristiche richieste al fortunato tirocinate compariva la fantomatica “l’inclinazione alla subordinazione”.
Il gruppo di ragazzi ha dapprima chiesto ai dipendenti della reception di poter partecipare all’eventuale colloquio portandosi con se una gigantografia dell’annuncio, naturalmente presentandosi come soggetti assolutamente “inclini alla subordinazione”, in seguito ha chiesto di poter parlare con un dirigente.
Dopo circa venti minuti di attesa si è presentato il responsabile generale della struttura. La strenua difesa portata avanti dal dirigente Paolo Borghi non è servita a convincere i precari presenti.
A differenza di quanto scritto sul Tirreno (articolo del 25 ottobre) il dirigente ha confermato che al momento non c’è nessun provvedimento amministrativo nei confronti dell’azienda e la stessa potrà accedere ai contributi previsti dal fondo regionale.
In breve si tratterebbe solo di un errore di “battitura” non voluto. La protesta, precisano i ragazzi, non è solo contro il centro per l’impiego è il mercato del lavoro attuale ad essere sotto attacco.
L’annuncio ha avuto “il merito” di rendere pubblica una situazione ormai arrivata ai limiti dell’assurdo.
Chi si vive in prima persona una vita fatta di precarietà e disoccupazione sa benissimo di cosa si ta parlando.
A questo punto ci aspettiamo chiarimenti da parte dell’assessore Simoncini in merito alle sue dichiarazioni e magari anche un piccolo segno di vita da parte dei precari livornesi. red 27 ottobre 2011
Ecco il il comunicato:
“Inclini alla subordinazione e al rispetto delle disposizioni che vengono impartite..” queste sono le caratteristiche “tecniche” che vengono richieste da un’azienda livornese al fortunato tirocinante che supererà il colloquio.
Sembra uno scherzo ma purtroppo è la verità. Si tratta di un annuncio pubblicato dal centro per l’impiego di Livorno.
Che ormai il mercato del lavoro abbia assunto caratteristiche ottocentesche è sotto gli occhi di tutti.
Ma che un’istituzione pubblica si permetta di pubblicare un annuncio del genere senza porsi il minimo scrupolo ci sembra davvero incredibile.
Oltretutto non si tratta neanche di un’assunzione reale ma bensi di un tirocinio.
Avete capito bene. l’azienda non dovrà pagare nessun contributo, il lavoratore (perchè di questo si tratta) non avrà nessuna tutela prevista da un contratto nazionale e nessun diritto.
Naturalmente l’azienda avrebbe ottenuto anche delle sovvenzioni da parte della regione (prima che venisse fuori lo “scandalo”)
Ma nonostante questo come gruppo di lavoratori e lavoratrici ci sentiamo di ringraziare il centro per l’impiego. Con un “errore” ha reso pubblico un dato reale troppo spesso tenuto nascosto.
Attualmente le aziende hanno la possibilità di “assumere” lavoratori pagandoli una miseria, senza un contratto
e ricevendo sgravi fiscali e sovvenzioni dalle istituzioni. Soldi pubblici regalati alle aziende L’importante è che siano inclini alla subordinazione chiaramente..
Come gruppo di studenti e studentesse, lavoratori e lavoratrici precari occupanti della caserma del Fante ci sentiamo in dovere di dire la nostra. Siamo convinti che si debba rompere questo meccanismo di subordinazione dei lavoratori nei confronti di un sistema che di questo passo ci porterà a lavorare come schiavi senza alcuna tutela
Non è un caso che questo annuncio abbia fatto notizia. Livorno è una città dove l’asservimento dei sindacati e delle istituzioni nei confronti delle imprese raggiunge livelli record. Non aspettimoci aiuti da qualcuno, Dobbiamo partire da noi stessi e dalla nostra rabbia affinchè cambi questa situazione.
E’ arrivato il momento di riprenderci i nostri diritti e la nostra vita. Indietro non si torna!
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