Londra, caffetteria hipster soccombe alla protesta anti-gentrificazione
L’appello recitava: “Le nostre comunità stanno venendo straziate – da oligarchi russi, sceicchi sauditi, palazzinari israeliani, petro-cafoni texani e dai nobilastri etoniani nostrani. Le autorità locali ci lucrano su in una miope gara all’arricchimento attraverso la “rigenerazione” dell’edilizia pubblica. Non vogliamo appartamenti di lusso che nessuno può permettersi, vogliamo alloggi genuinamente accessibili. Non vogliamo gin bar o brioche di cartapesta – vogliamo comunità. Ben presto questa Città diverrà una discarica irriconoscibile, sciatta e infestata dagli yuppie, senza spazio per gente normale (e meno normale) come noi. Londra è casa nostra, e vale la pena difenderla da quest’assalto di economia social-darwiniana. I lavoratori stanno venendo espulsi dalle nostre case, ma noi non ce ne andremo senza lottare.”
Una manifestazione promossa dal collettivo Class War a seguito di due tappe anti-gentrificazione meno eclatanti durante il primo maggio scorso ed in estate – quando un corteo nel quartiere di Camden Town venne assalito da una banda fascista e difeso con successo.
Il bersaglio di turno è stato rappresentato da uno dei simboli del degrado del tessuto comunitario della zona, a colpi di affitti innalzatisi a livelli vertiginosi e di una diseguaglianza che vede quasi il 50% dei bambini del posto sotto la soglia di povertà: la caffetteria Cereal Killer dei gemelli Keery, noto luogo di ritrovo hipster il cui menù prevede l’esclusiva somministrazione di cocktail di cereali e latte con annesse farciture. Dopo un truculento sanzionamento dello stabile a colpi di cereali e vernice rossa i manifestanti hanno proseguito il loro cammino sfondando le vetrine di una serie di agenzie immobiliari ed auto-difendendo il corteo da una polizia sgomenta, in un’atmosfera di gioia e rabbia.
I gestori della caffetteria, gridando sotto i baffi al “crimine d’odio” con un “siamo nel 2015, maschere e forconi non passeranno” hanno trovato la pronta solidarietà del sindaco destrorso Boris Johnson, accorso nei giorni successivi a consumare la propria coppa personalizzata; un boccone che altri suoi concittadini trovano, al contrario, disgustoso – come emerso da alcune testimonianze (riportate anche da media mainstream, certo politicamente interessati, come il Guardian) rispetto alla difficoltà di nutrirsi nella zona a prezzi decenti. E come si possa definire guadagno “da duro lavoro” quello ricavato dalla vendita di coppe di cereali dai 3,5 ai 6 euro è un mistero la cui risoluzione lasciamo al lettore di Infoaut.
Intanto la Fuck Parade prosegue la propria tourneé: prossima tappa il 4 ottobre all’inaugurazione del Museo di Jack lo Squartatore a Whitechapel. Sede che doveva ospitare un museo della memoria femminista ma che, a colpi di banconote, rischia di trasformarsi nell’ennesima spettacolarizzazione banalizzante della cultura utilitarista e patriarcale imperante nella City.
(qui di seguito i video filmati dentro e fuori la caffetteria)
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