Modena: #20N sollevazione del mondo dei saperi.
Una frattura che era nell’aria, che si è consumata con la vicenda del Sigonio. Una situazione che giorno dopo giorno diventa sempre più grossa e sancisce la sconfitta di un modello di governo della città e di un partito, il Pd, sempre più lontano dalle esigenze reali delle classi subalterne.
C’è tensione è vero e non intendiamo negare che il modello di città che vogliamo non ha nulla a che vedere con quello proposto dalla politica locale, che ben si sposa con la meschinità che caratterizza quella nazionale e non solo.
Anche qui c’è una classe politica che deve smentire i suoi comunicati e chiude la scuola per due giorni, per poi arrivare alla soluzione di importare nelle scuole modenesi un modello stile fabbrica , imponendo i turni delle lezioni al mattino e al pomeriggio, andando di fatto a stravolgere la vita degli studenti e delle loro famiglie, ma di fatto non andando a risolvere il problema di sicurezza all’interno dello stabile, perché gli studenti rimarrebbero a fare lezione durante i lavori di manutenzione. A quando il turno di notte?
Questa decisione ha fatto si che nella giornata di giovedi 20, alla ripresa delle lezioni, dalla “sede provvisoria” del Sigonio sia partito un nuovo corteo, dopo un sit-in davanti ai cancelli. Un corteo che ha fatto seguito a quello di lunedì scorso e che ha portato per le strade di Modena una rabbia che si è manifestata nell’assedio al palazzo del comune. Ci sono stati momenti di forte tensione sulla scalinata che porta all’ingresso del palazzo del potere, difeso con la forza pubblica contro un gruppo di studenti. Tensione che si è poi riversata all’interno dell’assemblea che gli studenti hanno costruito in Piazza Grande, rilanciando un nuovo presidio pomeridiano davanti alla scuola che preludeva a future occupazioni all’interno del mondo della formazione.
Il presidio si è tenuto i concomitanza di una assemblea interna all’istituto con professori, genitori ma limitando la presenza degli studenti ai soli rappresentanti. Cosa non accettata da questi ultimi, che hanno alzato la tensione fuori dallo stabile, con un clima scaldato ad arte dalle istituzioni che hanno di fatto militarizzato la scuola, dimostrando la paura che provano verso la classi popolari della città e particolarmente degli studenti, con un atteggiamento che rimarca la distanza reale dalle esigenze delle persone coinvolte nei problemi.
Non dovrebbero essere i cittadini ad avere paura dei governi, ma i governi ad aver paura della popolazione che subisce continui schiaffi ed umiliazioni.
In tutto questo l’amministrazione e le concentrazioni di potere della città, stanno tentando di dare le colpe agli “untori” dei centri sociali, senza capire che una componente importante tra gli studenti modenesi è veramente arrabbiata ed è una rabbia che non si spegnerà solo con il caso Sigonio. Questo perché, lo dicono gli stessi sindacati della scuola, il Sigonio è solo la punta dell’iceberg del problema scuole sicure a Modena.
Perché in tutti i ragionamenti si evita di citare che anche i lavoratori della scuola e nella scuola, sono in pericolo, con vite e salari sempre più precari e con la precarietà di strutture fatiscenti che non garantiscono più nulla a nessuno.
Perché per “i giochi di potere” dei potentati locali i soldi ci sono sempre, ma per le classi subalterne, con ci sono mai: fatto sta che c’è chi comincia a dire che è ora di cambiare questo stato di cose, che è ora di smettere di credere alle favole dei “gestori del vapore”, degni concorrenti del capitano della Costa Concordia.
In altri cicli di lotte, siamo stati al fianco degli insegnanti e delle lavoratrici che svolgono il lavoro di formazione attraverso le cooperative sociali.
Lo ricordiamo, perché se qualcuno pensa che il Guernica sia ormai un punto di riferimento per le lotte della città, ci rassegneremo a dir loro, con la rabbia e la gioia di chi non china la testa, che forse … quel qualcuno ha proprio ragione!
Vedere il sito della scuola per credere: http://www.sigonio.it/
@Infoaut_Modena
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