Modena: una Padania Demokratica
Non è certo un clima sereno quello che si vive a Modena.
La crisi si sta facendo sentire più che altrove, in una città dove fino a poco tempo fa si parlava di ricchezza diffusa.
Ora la disoccupazione ha tassi elevati, così come l’indice delle casse integrazioni ha subito una drastica impennata; gli affitti però non ne vogliono sapere di abbassarsi.Modena è governata dal Partito Democratico, da sempre, da quando si chiamava P.C.Ie aveva un dominio indiscusso.
Ora le poltrone iniziano a tremare, salde solo per merito delle imbarazzanti performance dell’opposizione.Il Partito Democratico sperimenta qui quelle pratiche di governance che, qualora dovesse salire al governo, utilizzerebbe su scala nazionale.
C’è da rimanere sbalorditi a notare le somiglianze tra certi provvedimenti emanati dal Comune di Modena, con provvedimenti degni delle più intransigenti giunte leghiste del Veneto.
Pensiamo ad esempio alla campagna contro i negozi etnici, portata avanti a suon di provvedimenti e coprifuoco vari, che è andata a colpire in modo xenofobo la popolazione migrante, che attraversa quotidianamente questi luoghi, ma anche tutta quella fascia giovanile e studentesca che fa dell’aggregazione di strada, a bassissimo costo, una pratica diffusa e quotidiana.
Alcune settimane fa, in merito ad una proposta del parlamento, Marino, assessore alla sicurezza, ha dichiarato che avrebbe condotto una guerra contro la decisione di privare i vigili urbani del manganello…La giunta modenese è orgogliosa del suo C.I.E., va a braccetto con la questura; e si fa bella attraverso iniziative e vetrine pubbliche nelle quali sbrodola a tutto spiano parole come partecipazione e diritti.Il concetto di legalità arriva ad assumere, nelle parole degli assessori e del sindaco, tonalità mistiche, come se questa fosse una fede alla quale siamo tutti debitori.
Sappiamo bene come la legalità imposta dall’alto sia utile soprattutto a chi ha il potere di ignorarla.Probabilmente l’articolato progetto di Bersani e del Pd per arginare l’ascesa leghista nei territori storicamente legati alla “sinistra” sta proprio nell’emulazione di quelle politiche securitarie, repressive e xenofobe che caratterizzano la Lega.Oltre a tutto ciò è da aggiungere il sistema “para malavitoso” di potere che attanaglia la città: non è un mistero come banche, speculatori edilizi, imprese edili e grandi imprenditori siano legati alla giunta, immanicati con assessori e uomini di partito.La figura di Daniele Sitta, assessore al trasporto, ed i suoi rapporti perversi con l’economia modenese sono l’emblema di quanto affermato qui sopra.Nonostante tutto ciò è un po’ di tempo che la città respira aria nuova, c’è la possibilità di alzare la testa, non rassegnarsi alle prepotenze di una giunta aggressiva e gerontocrate.
L’esperienza dello Spazio antagonista Guernica ha avuto tanto successo proprio perché ha offerto alla città intera la possibilità di tirare fiato, di mettere in moto progetti e idee. Ha dato risposte forti alle politiche securitarie e xenofobe, è stata ed è tutt’ora punto di riferimento per quanti subiscono sulla propria pelle le politiche repressive e massificanti.
L’ultimo sgombero del Guernica, affiancato da quello dell’ex scuola di Marzaglia, occupata da PrendoCasa assieme a quattro famiglie, segna un punto di non ritorno per i rapporti di forza all’interno della città.
Una risposta tanto dura da parte della giunta è dovuta ad una crescita, altrettanto dura, delle pratiche di riappropriazione e diffusione di conflitto sociale che il Progetto Guernica, nei tanti ambiti di intervento, ha saputo portare.La campagna preparatoria allo sciopero generale del 6 maggio è, forse, la fotografia migliore di quanto stia avvenendo.
Una serie di azioni pubbliche e non, mirate a denunciare e sanzionare i veri fautori della crisi, tutte accompagnate da pratiche concrete per r-esistere alla crisi in atto, anzi, utilizzandola per un attacco senza precedenti al padronato, alle autorità ed ai poteri forti.
Il culmine della campagna è stato lo spezzone antagonista all’interno dello sciopero, un corteo che ha saputo rompere ogni divieto utilizzando semplicemente la forza dei numeri, della determinazione, della consapevolezza di aver portato in piazza un ampio e trasversale segmento sociale, coeso nella volontà di rovesciare gli equilibri che reggono in piedi il sistema Modena.
Ridando finalmente dignità a chi vive il corpo e la pancia della città, senza però essere toccato dai flussi di potere e di ricchezza che l’attraversano.Dicevamo che siamo al punto di non ritorno…Difatti se l’antagonismo sociale non può più indietreggiare, anzi, dalla giornata del sei maggio trae nuova linfa e nuova forza propositiva, così anche la giunta, e la questura ad essa asservita, non possono più celare il loro volto, quello cupo e meschino di chi per paura di idee e pratiche nuove che avanzano in città e non si fa scrupoli a buttare per la strada famiglie e minori.
Su questo è auspicabile una presa di posizione netta e sincera di chiunque in città si dichiari antifascista, antirazzista, di chiunque dice di stare dalla parte dei deboli.E’ giunto il momento di creare uno stacco, un divario, netto ed invalicabile, tra il Partito Democratico, che governa questa città, e chi non si riconosce in pratiche di dominio arroganti, xenofobe, repressive, e di parte, quella dei padroni.
Ciò che è emerso dall’assemblea dello Spazio Guernica dopo lo sgombero, assemblea che ha visto la partecipazione di tutte le componenti del progetto Guernica, e di altre soggettività cittadine, è chiaro: un attacco senza se e senza ma, ed anche senza precedenti, alle politiche leghiste che il Pd e e la giunta utilizzano per governare la città.
Parallelamente il Guernica ha dichiarato di portare lo spazio a vivere le strade della città, convogliando le attività sociali, culturali, artistiche e ricreative che lo hanno contraddistinto dentro le piazze e le strade della città; fino alla conquista di un nuovo e definitivo spazio sociale.
La campagna“Guernica senza spazio, Guernica in tutta la città” è già iniziata, e vede già la solidarietà di tantissimi cittadini, studenti, precari, lavoratori e migranti, che si sono detti pronti a seguire le iniziative che il progetto guernica diffonderà in città.
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