Ostia: polizia di stato o stato di polizia?
Il giorno 4 ottobre 2012 è stato notificato, presso il Commissariato di Pubblica Sicurezza di Ostia, il procedimento penale a carico di 4 esponenti delle realtà sindacali e sociali del territorio che avevano partecipato al Sit-in organizzato dal Comitato a Difesa della Salute della Donna e del Bambino e dei Servizi Materno Infantile, il giorno 8 Marzo 2012 per sollecitare il pieno funzionamento della Casa del Parto, presso l’Ospedale G.B. Grassi.
Il “reato” del quale si sarebbero resi responsabili i 4 manifestanti, peraltro, durante un’iniziativa regolarmente autorizzata, sarebbe l’articolo 650 del Codice penale, riguardante “l’inosservanza di un provvedimento legalmente dato dall’Autorità”. La contestazione riguarderebbe, di fatto, lo “spostamento” dei manifestanti, tra cui donne in stato interessante e bambini, dall’esterno dell’ospedale verso l’interno nel cortile della Casa del Parto dove c’è stato anche un incontro con il Direttore UOC di Ostetricia e Ginecologia del G.B.Grassi, Dr. Pierluigi Palazzetti.
Per un attimo abbiamo pensato di trovarci su “Scherzi a parte” o forse hanno creduto che i 4 manifestanti fossero dei pericolosi black bloc ma, purtroppo, non è così.
Assistiamo, invece, davanti ad una crisi economica, sociale e politica, che si sta riversando sempre più pesantemente e gravemente sulle fasce più deboli ed esposte della società, al perpetuarsi di una serie di episodi, sempre più frequenti, tendenti ad impedire la ripresa di un inevitabile e crescente conflitto sociale.
Il timore, infatti, delle classi dominanti che una forte ripresa del conflitto sociale possa esplodere facendo cadere quel velo di ipocrisia, menzogne e falsità che tende a far credere che la crisi sia l’effetto di una “calamità” e non la conseguenza di quelle stesse politiche che l’hanno effettivamente generata,fa si che la macchina intimidatoria/repressiva dello Stato intervenga ed agisca là dove e quando la politica non riesce più a dare risposte (Val di Susa, cariche ai lavoratori Alcoa e le violenze sugli studenti scesi in piazza il 5 ottobre sono alcuni esempi).
Pensiamo non sia un caso che sia stato questo periodo alla vigilia di un autunno che si preannuncia caldo, come non è un caso che siano stati denunciati volti noti per il protagonismo nelle battaglie del territorio in difesa dei diritti sociali e dei beni comuni.
Inutile dover riferire che il fatto non sussiste e che siamo di fronte all’ennesimo atto repressivo. Non possiamo in questo scenario, però, non rilevare come l’operato del Commissariato di Ostia e del suo dirigente non abbia avuto un ruolo funzionale e sistemico come abbiamo già avuto modo di constatare negli ultimi anni: lo sgombero della chiesetta nella Vittorio Emanuele, le schedature e le denunce degli artisti del Teatro del Lido, i vergognosi sgomberi delle famiglie in emergenza abitativa tra cui ricordiamo viale Vega, la criminalizzazione di nuova Ostia, la battaglia contro le recrudescenza dei fenomeni della criminalità organizzata ridotta sostanzialmente a reprimere solo comitive di ragazzini colpevoli di farsi le canne al parchetto, per non parlare poi del tentativo di far apparire come una “rissa tra bande” un aggressione di alcuni fascisti di zona nei confronti del Teatro del Lido intento ad affiggere manifesti nel territorio.
La polizia non solo non è un organo neutro (questo lo sapevamo da tempo) ma sostanzialmente è l’unico “interlocutore politico” rimasto in piedi in mancanza di una classe politica autorevole e credibile capace di dare risposte e soluzioni ai gravi problemi e alle istanze di cambiamento presenti nel paese.
Coscienti di non essere l’unico territorio in questa condizione continueremo a mobilitarci senza paura alla luce del sole. La repressione non fermerà le mobilitazioni nel nostro Territorio.
COMITATO A DIFESA DELLA CASA DEL PARTO E DEI SERVIZI MATERNO-INFANTILI
ASSEMBLEA DELLE DONNE
COBAS ASL RMD
COLLETTIVO L’OFFICINA
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