Palermo. Cittadinanza a Öcalan, in mille in corteo per l’autodeterminazione dei popoli
Oggi le vie del centro di Palermo sono state attraversate da un corteo che ha sugellato la decisione dell’amministrazione comunale di assegnare a Abdullah Öcalan, leader del Partito dei Lavoratori del Kurdistan e padre del confederalismo democratico, la cittadinanza palermitana.
Una presa di posizione da parte del sindaco di cui prendiamo atto, mantenendo la dovuta cautela e avendo, la Palermo delle lotte, da anni, riconosciuto l’indiscusso valore e valorosità del progetto politico portato avanti dai tanti e dalle tante militanti curdi e curde. Un progetto straordinario e assolutamente inedito, che tutti seguiamo con entusiasmo e con cui non possiamo che solidarizzare. L’inveramento di una pratica ad opera di un uomo rinchiuso come unico detenuto nell’isola carcere di Imrali, nel mare della turchia di Erdogan. Nemico giurato, quest’ultimo, della pericolosità insita nell’avanzamento dei curdi, del loro progetto, della possibilità di fondare territori autonomi (in realtà già esistenti e praticati), nonostante il califfato, nonostante l’immobilismo della comunità internazionale, nel migliore dei casi, o addirittura la complicità con i carnefici, nel peggiore.
Il PKK, partito dei lavoratori del Kurdistan, è stato catalogato e riconosciuto come organizzazione terroristica da Turchia, USA, Nato, Unione Europea e Iran, attuando un tipico tentativo di depoliticizzazione e screditamento di un percorso che è tutto politico. E che ha un’ampia base di militanti nei territori che attraversa, e di solidali e complici che ne rafforzano la legittimità, in giro per il mondo. Parte di questa comunità è quella riunitasi a Palermo quest’oggi.
La composizione del corteo è uno dei dati significativi di questo riconoscimento e dell’ispessimento del filo rosso che unisce le tante lotte viventi nel territiorio siciliano a quella del popolo curdo. Gli oltre mille partecipanti sono infatti i tanti e le tante che ogni giorno animano i collettivi di lotta contro il Muos di Niscemi, contro i progetti di trivellazione a Licata, contro gli inceneritori nella Valle del Mela, contro le operazioni di Trident Juncture a Marsala. C’erano gli studenti e i precari dello spettacolo, i comitati di lotta per la casa di Catania e Palermo. Era presente, alla coda del corteo, un folto spezzone dei centri sociali palermitani con alla testa uno striscione che dà un nome chiaro ed inequivocabile a quel filo rosso: autodeterminazione. Che è stata anche la parola d’ordine dell’assemblea regionale tenutasi questa mattina al centro sociale ExKarcere e che ha visto tante realtà territoriali differenti assumersi la responsabilità di voler praticare un obiettivo comune. Dare una spallata al governo regionale e far cedere i suoi fragili piedi. Già minati dalle contraddizioni da essa stessa generate.
Ecco che da Catania, Messina, Caltagirone, Niscemi, Marsala, Licata, Gela, a Palermo è confluita la composizione del corteo che ha dunque avuto una connotazione regionale.
Per la possibilità di accedere alla gestione delle risorse, per la difesa dell’ambiente. Contro la predazione, lo sfruttamento e lo svilimento dei territori, contro le guerre di interessi e i morti da danni collaterali, contro le bombe e l’Isis la risposta è l’autodeterminazione dei popoli.
La cerimonia di assegnazione della cittadinanza palermitana a Öcalan avverrà ufficialmente lunedì 14/12, recependo una volontà ed una posizione ampiamente espresse dalle piazze solidali di questi ultimi 17 anni che Apo ha trascorso in carcere, consegnato alle forze di polizia dalla sinistra di questo bizzarro paese.
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