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Palermo: E’ nuova occupazione dei senza casa

Tra le famiglie occupanti, dalla composizione meticcia (palermitane e migranti), ve ne sono alcune facenti parte del nucleo delle case occupate di via Oberdan, sgomberate lo scorso 18 marzo, che danno così una risposta concreta allo sgombero e all’immobilismo istituzionale e amministrativo nell’affrontare l’emergenza abitativa. Un’emergenza abitativa che a Palermo si traduce in dati preoccupanti: più di diecimila famiglie in attesa di alloggi popolari, oltre quarantamila edifici sfitti o abbandonati e una media di 5 sfratti al giorno. L’edificio occupato quest’oggi, era gestito dall’IRIDAS ente regionale, poi liquidato, e si ritrova ormai da diversi anni in stato di abbandono. Soltanto uno dei tantissimi spazi di proprietà delle amministrazioni locali, per i quali non ci sono però ipotesi e progetti di recupero e che potrebbero essere utilizzati per soddisfare bisogni primari, come quello alla casa appunto. L’ennesima conferma dunque che le soluzioni e le risorse per affrontare l’emergenza abitativa esistono e sono a portata di mano per le istituzioni. Quelle stesse istituzioni che però, strizzando l’occhio a palazzinari e speculatori che gestiscono il mercato immobiliare, continuano a dimostrare di non essere in grado, o di non voler dare risposte concrete e immediate alla necessità che tutti e tutte abbiano un tetto dignitoso sulla testa; un diritto fondamentale, quello alla casa, di cui tutti devono e non possono non godere.

L’occupazione di oggi, ancora una volta, da una parte mira alla denuncia sociale e politica riguardo il diritto alla casa e – nell’assenza delle istituzioni – della legittimità di progetti di autorecupero dal basso di spazi in funzione della loro utilità sociale; dall’altra si configura come concreto e reale rimedio per il soddisfacimento di un bisogno primario, come pratica di riappropriazione di spazi, di reddito e del diritto a una vita dignitosa.

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