Palermo: operai contro Fincantieri
Continua lo sciopero ai cantieri navali di Palermo. Da quasi dieci giorni gli operai dell’officina preparazione pezzi piccoli per mezz’ora, a fine turno, incrociano le braccia. Fincantieri vuole spostare la pausa pranzo alla fine delle otto ore di lavoro giornaliero per aumentare i livelli di produttività del reparto. Questa la giustificazione. Ma i livelli di produttività non sono direttamente proporzionali alle ore di lavoro ininterrotto che gli operai svolgono. E’ scontro aperto, dunque, sulla pausa pranzo. I lavoratori non vogliono cedere e cominciano a ricevere solidarietà da tutto lo stabilimento. Oggi, infatti, tutti si fermano per un ora, per sostenere la lotta che viene portata avanti nel reparto Osa-A. A partecipare allo sciopero pure i lavoratori dell’indotto.
“E inammissibile che non si conceda una pausa per questo tipo di lavoro altamente usurante. Lo sciopero di un’ora è stato dichiarato per tutelare i lavoratori: quella mezz’ora di pausa serve per consentire al lavoratore di prendere una boccata di ossigeno e rigenerarsi”. Queste sono le dichiarazioni degli operai che stanno avendo la capacità, attraverso la pratica del blocco, di impedire alla direzione dell’azienda che un altro diritto fondamentale dei lavoratori venga cancellato o considerato superfluo. Lo stabilimento già vive una situazione al quanto difficile. Gli utili milionari dell’azienda vengono tutti dirottati negli stabilimenti del nord. Nessuno commessa prevista oltre il 2017 a Palermo, piano di lavoro che punta all’ulteriore diminuzione dei dipendenti diretti e indiretti (oggi solo mille). Questo, è l’ennesimo tentativo, da parte di Fincantieri, di testare la risposta operaia ai soprusi del padrone. Lo stesso tentativo fu fatto quasi cinque anni fa e gli operai riuscirono a bloccarlo. Negli ultimi anni, infatti, gli operai Fincantieri hanno sempre reso la vita difficile alla direzione dell’azienda, ad ogni tentativo di cancellazione di diritti, hanno sempre risposto con una forza e capacità conflittuale quasi unica nella città di Palermo. Le vertenze portate avanti, spesso, sono diventate lotte che hanno parlato alla città intera, diventando motivo di dibattito e solidarietà convinta. Lotte con rivendicazioni territoriali importanti e sviluppate sul piano ricompositivo. Quello che sappiamo, infatti, è che se l’azienda non cederà, ne vedremo delle belle.
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