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Pisa: vigili sfrattano famiglia a suon di botte in San Giusto

I membri della famiglia hanno resistito fin che hanno potuto, sostenuti anche da diversi inquilini del palazzo e del quartiere, ma con violenza inaudita le forze dell’ordine sono riuscite a son di strattoni e spintoni a liberare l’immobile tenuto sfitto da diverso tempo dall’Apes, l’ente che gestisce le case popolari del Comune di Pisa.

I vigili dopo aver messo letteralmente in strada la famiglia ed un letto, se ne sono andati via con disinvoltura mentre i muratori di Apes blindavano porte e finestre con strutture d’acciaio. Nessun mandato di sgombero, né assistenti sociali erano presenti per questa operazione della polizia voluta da Apes.

Dopo poche ore la famiglia ha deciso di rientrare in casa perchè impossibilitata di trovare sistemazione da altre parti. Il rientro forzato nell’abitazione ha fatto scattare l’allarme montato dai vigili che puntualmente sono tornati in forze in Via Fra Mansueto. Questa volta però, un picchetto di 50 persone del quartiere ha impedito un nuovo sgombero, ma soprattutto ha sancito che nei quartieri popolari gli uomini in divisa non sono ben accetti quando vengono a sfrattare le famiglie. Dopo un’ora le forze dell’ordine si sono rassegnate alla ritirata e la famiglia ha potuto sistemarsi tranquillamente in casa grazie unicamente ai tanti solidali che hanno respinto qualsiasi tentativo di sgombero.

Quello che accade oggi nel quartiere di San Giusto non è altro che una tendenza che si materializza nei contesti impoveriti: l’Apes, colpevole di tenere decine e decine di case sfitte in tutti i quartieri, non fa altro che accelerare l’occupazione di immobili pubblici. In questi mesi i comitati di quartiere di Sant’Ermete, Gagno e Cep hanno più volte denunciato il fatto delle case sfitte sia pubblicamente, sia creando momenti di presidio, lotta e pressione alla sede di Apes in Via Fermi.

La scusa dei dirigenti Apes “non ci sono soldi per ristrutturare le case vuote” non regge più: la rabbia delle persone che vivono i quartieri popolari adesso non è più latente, ma anzi, si sviluppa e si organizza velocemente in molti quartieri della città. Questa rabbia adesso, inizia ad essere realmente una vera minaccia per chi crede di gestire le case popolari come il proprio patrimonio personale.

 

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