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Roma: il 16 ottobre Io Sciopero!

Provvedimenti come il jobs act, lo sblocca italia e il piano casa di Lupi arrivano velocemente e vengono spacciati come misure di emergenza che possono e devono “salvare” l’Italia in nome della ripresa economica.

Ma a cosa c’hanno portato decenni di neoliberismo in nome dello sviluppo? Alla devastazione dei territori, all’avvelenamento dei cibi, all’esaltazione del lavoro, precario o meno che sia, che opprime e ruba il tempo, all’espropriazione dei principali diritti acquisiti, all’accumulazione sotto i nostri occhi di tutto ciò che può essere messo ancora a profitto.

E’ a questo che ci vogliamo opporre!

Consapevoli della strada ancora da fare, abbiamo provato a seminare esperienze in grado di essere riproducibili e quindi comprese da tutti. Ci siamo ripresi le case dando vita ad un nuovo modo di abitare insieme e di vivere, strappando quotidianamente con le occupazioni pezzi di territorio alla speculazione. Recuperando un pezzo di reddito, ci siamo sottratti allo sfruttamento sul lavoro.

Abbiamo disegnato una mappa meticcia di resistenza, ma anche di attacco alle politiche urbane e sociali sempre più inadeguate a rispondere ai bisogni delle persone. Abbiamo riprodotto saperi trasmissibili che nascono dai bisogni e dalle lotte, saperi in grado di conoscere e sedimentarsi per poi scomporsi e ritornare a mettersi in discussione. Siamo scesi in piazza invadendo le strade di questa città con tutti e tutte coloro che sono semplicemente stanchi di subire. Abbiamo assediato il potere al grido di casa, reddito e dignità dando voce a quell’opposizione sociale che tanto servirebbe a questo paese e che stenta a venire fuori. Non siamo mai rimasti a guardare. In questi anni si sono costruite esperienze di riappropriazione e autogestione abitativa, sociale e culturale proprio dove il capitale devasta e saccheggia. Spazi di conflitto, seppur ancora insufficienti, che provano a costruire consapevolezza intorno alla necessità di rompere inevitabilmente i dispositivi di potere e di oppressione attorno a noi. Abbiamo sfidato quel potere e abbiamo pure subito le conseguenze di tutto questo, ma non intendiamo fare nessun passo indietro. Intanto sono nati e si sono riprodotti sentimenti ed esperienze di lotta che vanno al di la delle parole e che agiscono direttamente su quel filo sottile che unisce varie lotte.

Un filo sottile che vorremmo tessere e curare insieme, con la prospettiva di dover sempre guardare avanti, riallacciando i nessi con chi, senza mediazioni, continua a muoversi e con entusiasmo arricchisce quella mappa urbana del conflitto e dell’alterità. In quest’ottica, abbiamo pensato di costruire la giornata di sciopero sociale del 16 ottobre durante il quale si mobiliteranno diversi pezzi della città. Recuperando un concetto di sciopero che, superando le categorie e gli ambiti di sfruttamento, prova ad agire sulla frammentazione, sperimentando un percorso possibile. Uno sciopero sociale e metropolitano che metta in rete le lotte non sulla base delle intenzioni ma sulla voglia manifesta di mettere in discussione l’esistente.

Proprio per questo facciamo un appello a tutti e tutte coloro che stanchi vogliono anche solo per poche ore, per pochi minuti scioperare dallo sfruttamento sul posto di lavoro, dal tempo rubato, dalla mancanza di servizi, dal pignoramento della casa, dall’espropriazione della propria vita, dalla precarietà, dalla trasformazione delle università e delle scuole in aziende …

Invitiamo tutti e tutte ad un’assemblea pubblica il 14 ottobre alle ore 17 all’università la Sapienza (colonnato di fronte exlucernario occupato, entrata viale dell’università), nella quale ognuno può portare il suo pezzo di rabbia e la sua esperienza di lotta per metterla a confronto con gli altri e per costruire insieme le prossime mobilitazioni: lo sciopero sociale e metropolitano del 16 e il corteo cittadino a Centocelle del 18 ottobre.

Il 16 #IOSCIOPERO

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