Roma: Quarticciolo Alza la Voce
Ieri pomeriggio una mobilitazione importante nel nostro quartiere. Per la prima volta un corteo di abitanti è sfilato per i lotti della borgata. Dopo mesi di articoli scandalistici e operazioni speciali Quarticciolo Alza la Voce, questa la lettera pubblica condivisa dall’assemblea delle abitanti e degli abitanti.
Basta Abbandono. Quarticciolo alza la voce!
Lettera pubblica alle amministrazioni di questa città.
Un mese fa tutti parlavano della nostra borgata, ora passato il clamore dei media, siamo tornati nell’abbandono di sempre.
Vivere a Quarticciolo è sempre più difficile chiediamo un impegno serio delle istituzioni competenti per affrontare i problemi del quartiere, non ne possiamo più di retate e operazioni ad “alto impatto” che non risolvono nulla, vogliamo soluzioni.
Se la borgata è diventata invivibile è perché troppi sono gli spazi abbandonati, troppi i progetti iniziati e non finiti, troppe le serrande abbassate. Notizia di questi giorni è che anche il forno in piazza sta gettando la spugna: un altro locale commerciale destinato a non riaprire mai più.
È nel deserto delle attività e tra i ruderi dei cantieri abbandonati che trova spazio la disperazione e la rassegnazione, abbiamo bisogno di creare opportunità per gli abitanti e le abitanti, di presidiare e curare gli spazi pubblici, di creare occasioni in cui Quarticciolo sia una borgata accogliente come è sempre stata.
Dal basso ci impegniamo ogni giorno in questa direzione: la parrocchia, la palestra popolare, il doposcuola, i centri anziani, le attività commerciali, i singoli cittadini e le singole cittadine, fanno un lavoro quotidiano enorme per proporre un’aggregazione sana e per segnalare alle amministrazioni le troppe inefficienze che affliggono il quartiere, ma da soli non possiamo farcela.
Non sta a noi terminare i cantieri di via Ugento, utilizzare i soldi già stanziati per realizzare i 60 alloggi previsti. Alloggi che potrebbero essere assegnati a chi abita negli scantinati e nei locali commerciali con un bando speciale. Scantinati e locali commerciali che potrebbero ospitare associazioni, laboratori e attività commerciali invece di essere messi all’asta, come avviene ora. Aste che inevitabilmente vanno deserte in un quartiere come il nostro.
Non sta a noi riaprire la Piscina comunale, centro nevralgico del quartiere chiusa inspiegabilmente dal 2015. Non sta a noi terminare l’asilo nido a via Locorotondo, previsto addirittura dal piano regolatore del 2002. Non possiamo garantire noi la pulizia degli spazi pubblici e la raccolta dell’immondizia. Non possiamo provvedere noi all’abbattimento delle barriere architettoniche che costringono gli anziani e le anziane segregate nei loro appartamenti. Non possiamo provvedere noi alle manutenzioni straordinarie e ordinarie che ATER non fa.
Non possiamo essere noi a riparare il tetto della scuola di Via Pirotta in cui da mesi piove dentro, tanto che le lezioni sono state spostate nei corridoi.
Molti di questi problemi sono conosciuti da anni, in diversi casi sono già stati stanziati fondi e approvati piani e delibere, è venuto il momento di risolverli.
Il presidente del municipio V, dopo la partecipata assemblea di quartiere del 1° ottobre che ha posto questi problemi ha annunciato pubblicamente che “tutto il quartiere è stato inserito nella programmazione del Servizio giardini per la manutenzione delle alberature stradali, così come atteso da molti anni. Inoltre, prosegue il lavoro istruttorio per la realizzazione di un nuovo spazio verde in via Trani, finanziato con 500.000€ dal ministero delle Infrastrutture. Infine, stiamo portando avanti le interlocuzioni per ciò che riguarda l’ex piscina Azzurra 7, il completament del nido di via Locorotondo e il potenziamento dei servizi del consultorio di via Manfredonia.”
È un primo segnale, un impegno nella direzione giusta. Ora dobbiamo fare in modo che non rimanga lettera morta e che trovi corrispondenza anche nelle questioni di competenza degli altri enti: per questo chiediamo con questa mobilitazione e con una lettera pubblica di aprire un confronto con tutte le amministrazioni. Un confronto pubblico in cui gli impegni che ciascuno si assume possano essere verificati insieme.
Il primo momento utile è domenica 22 ottobre alle ore 17 alla Casa di Quartiere, promuoviamo un’assemblea pubblica in cui invitiamo a partecipare il municipio, il comune, la regione e ATER.
Chiediamo che siano tutte le amministrazioni a partecipare perché non avrebbe senso affrontare i problemi che poniamo singolarmente: che senso avrebbe parlare di uno spazio verde a via trani con il comune se ATER non si impegna a finire i lavori delle palazzine che li affacciano? Anche un progetto meritevole rischierebbe di diventare (un’infrastruttura per il consumo di droga…) una cattedrale nel deserto.
Dalla borgata continuiamo a fare la nostra parte contro l’abbandono ma è ora che chi ha risorse, strumenti e competenze si prenda la responsabilità e faccia la sua parte. É ora che le opere non vengano solo annunciate, iniziate e mai finite ma vengano terminate in tempi brevi.
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