Sardegna. All’emergenza casa si risponde con la forza
Alla Sardegna il primato degli sfratti: all’emergenza casa si risponde con la forza
Sardegna maglia nera per gli sfratti eseguiti: nel 2012, sono aumentati del 77% rispetto al 2011. Si tratta, in massima parte, di sfratti per morosità. In aumento anche i provvedimenti esecutivi di sfratto, cresciuti del 32,7% in appena un anno. A differenza dell’Italia, dove i provvedimenti esecutivi sono cresciuti di appena il 6,2%, mentre gli sfratti eseguiti sono diminuiti del 3,3% rispetto all’anno precedente. Da qui il triste primato dell’isola. A rivelarlo è il Ministero degli Interni, mentre a divulgare la notizia è Sardinia Post, con un’inchiesta firmata da Giandomenico Mele, da cui emerge un quadro desolante: la crisi morde e le istituzioni non sembrano capaci di trovare rimedio al problema abitativo. La cui soluzione sembra lontana, vista l’assenza di serie politiche sul tema. “Solo a Cagliari – denunciano i sindacati – ci vorrebbero 1.500 alloggi popolari”.
I dati
Se osserviamo più da vicino i dati pubblicati dal Ministero degli interni, vediamo come la Sardegna nel 2012 abbia visto eseguiti 315 sfratti, ovvero circa 137 in più rispetto al 2011 . A questi dati poco felici si aggiungono i 670 provvedimenti esecutivi di sfratto, cioè quelli che verranno compiuti nei prossimi mesi,165 in più rispetto al 2011. Ma non è solo il raffronto con l’anno precedente a destare impressione, a ciò si aggiunge anche il confronto con la penisola, dove gli sfratti eseguiti sono addirittura diminuiti, mentre i provvedimenti esecutivi di sfratto sono cresciuti “solo” del 6,2%. Inoltre, ritornando ai dati sulla Sardegna, possiamo osservare come sulle 670 richieste di sfratto, ben 633 (circa il 90%) siano causate da morosità. Un numero altissimo di persone, dunque, che non è in grado di pagare l’affitto spesso a causa di redditi che non riescono a superare la soglia di sussistenza o, nel caso peggiore, della totale mancanza di reddito. Una situazione confermata anche dai dati presentati alla fine del 2012 dai sindacati di categoria, che parlando dell’emergenza abitativa nella provincia di Cagliari, in cui, secondo le statistiche del Ministero degli Interni, l’80% degli sfratti è dovuto a morosità. Le organizzazioni sindacali hanno infatti riferito di 1.180 domande presentate per gli alloggi popolari, 840 domande per alloggi pubblici a canone moderato, 900 domande per poter accedere ad un fondo a sostegno degli affitti e centinaia di sfratti esecutivi per morosità definita incolpevole, cioè di sfratti compiuti nei confronti di chi non è in grado di sostenere le spese per pagare l’affitto.
Il caso Villasor
In una situazione come questa che si fa? Si occupa, come successo a Villasor, dove 33 famiglie, circa 150 persone, dall’aprile dello scorso anno abitano gli appartamenti siti in prossimità dell’ex zuccherificio Eridiana-Sadam, di proprietà del Comune. Rimasti inabitati per anni. “Del resto noi l’affitto non lo possiamo pagare”, afferma un occupante che desidera mantenere l’anonimato. Ma come reagiscono le amministrazioni? “L’amministrazione comunale ci ha diffidato, intimandoci di abbandonare gli appartamenti occupati e dicendosi pronta ad emettere un’ordinanza di sgombero, che poi verrà resa esecutiva dalle forze dell’ordine”. Il termine ultimo per abbandonare volontariamente gli appartamenti della bretella di via Togliatti è scaduto il 2 agosto scorso, “ma noi da qui non ce ne andiamo”, assicurano gli occupanti. “Ma se non se ne vanno – ha argomentato di recente Gloria Podda, Assessore all’Assistenza sociale dell’amministrazione guidata da Walter Marongiu, queste famiglie perderanno il diritto di accedere alle graduatoria per l’assegnazione degli appartamenti, che ora devono essere ristrutturati con i soldi della Regione. Bisogna anche considerare che in paese ci sono altre 200 famiglie bisognose”.
Viene, però, da domandarsi dove dovrebbero sistemarsi le famiglie oggi sotto sfratto. E, più in generale, vista la condizione di indigenza in cui versano decine e decine di famiglie residenti a Villasor, cosa intenda fare l’amministrazione. E’ chiaro, infatti, che gli edifici della bretella di via Togliatti non potranno accogliere tutti coloro che hanno bisogno di una casa popolare: il ricorso alle forze dell’ordine non è dunque la soluzione a questo problema. Piuttosto, solo una politica abitativa lungimirante e ben pianificata avrebbe potuto fornire una soluzione alla questione abitativa. Ma questo non è stato fatto, né a Villasor né altrove. A monte, poi, il problema più generale della doppia crisi che attanaglia la Sardegna. A quella strutturale patita dall’isola, si aggiunge oggi la crisi iniziata nel 2008. In altri termini, segmenti sempre più grossi di popolazione scivolano al di sotto della soglia di povertà, non avendo accesso ad alcuna fonte di reddito, ma non possono, in ogni caso, perdere l’accesso ai diritti fondamentali, come quello alla casa.
da Arrexini
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