InfoAut
Immagine di copertina per il post

Scuola: posti Covid senza stipendio da mesi

||||

La premessa è d’obbligo

La scuola, dal nido alle scuole superiori, università compresa, sta vivendo i suoi problemi in maniera drammatica, scaricandoli su chi, all’interno di questo meccanismo, ha meno potere: gli studenti e studentesse.

L’unico motivo per cui la baracca resta in piedi è l’impegno di chi ci lavora, con gli stipendi più bassi d’Europa. Con l’età media più alta: il 58% dei docenti ha più di 50 anni. Chi ci lavora sono sopratutto donne.

Questo impegno a volte, spesso, si trasforma in burnout. Troppe responsabilità, troppo poco tempo, troppi alunni per classe, troppe scartoffie burocratiche… Far tornare tutto è compito del docente, del personale ATA e dei presidi, di quell* che se ne occupano.

Dall’alto arrivano solo disposizioni, regole, tagli. È così da decenni, non sorprende più nessun*. Se c’è un posto dove la rassegnazione regna sovrana, è la scuola. A incrinare ulteriormente la situazione è arrivata la pandemia di Covid19.

Antefatto

Dopo il lockdown di marzo le scuole non hanno aperto. I gradi superiori hanno utilizzato la Didattica a Distanza, e ancora lo fanno. Una nuova normalità nel disastro.

Nei grandi inferiori lo sbando è stato totale. Aver perso metà anno scolastico, ed essere stat* chius* in casa per mesi ha delle conseguenze profonde a livello cognitivo, psicologico e affettivo.

Ci si sarebbe aspettati che durante l’estate il MIUR, il governo, le commissioni si sarebbero occupati di come ripartire a settembre… si sono occupati di comprare banchi a rotelle in plastica, che non sono nemmeno arrivati in tutte le scuole.

Nessuna ri-progettazione dell’istituzione scolastica che prendesse in seria considerazione i bisogni di chi ci lavora e di chi ci studia. Gli unici cambiamenti sono stati: segnalazione dei percorsi, chiusura delle palestre, chiusura o menomazione del servizio mensa, diminuzione (inconsistente) alunn* per classe…

L’estate è passata, tra un bonus vacanza e la paura rimossa. A settembre le scuole hanno riaperto nel caos, le università non lo hanno nemmeno fatto.

Sono aumentati i contagi: superiori e medie inferiori chiuse! Restano aperte solo nido, infanzia e primaria: le scuole parcheggio per eccellenza (non scriviamo questo perché ci faccia piacere ma per non negare la realtà).

Last but not least dell’estate: la ministra Azzolina ha vinto la sua battaglia per aumentare i posti docenti e ATA. A scuola già iniziata sono iniziate le convocazioni, ritardatarie, per i fantomatici POSTI COVID che avrebbero avuto l’obiettivo di garantire una gestione della sicurezza adeguata, di sostenere il resto del corpo scolastico per la buona riuscita dell’applicazione dei protocolli sanitari, e dunque agevolare il ritorno a scuola nonostante l’ostacolo del contagio epidemico.

Veniamo a noi

La storia dei posti Covid è breve ma avventurosa. Sul contratto imperava, nero su bianco, la frase: “In caso di sospensione dell’attività in presenza, il presente contratto di lavoro si intende risolto per giusta causa, senza diritto ad alcun indennizzo”.

Un po’ grottesco, in un momento in cui il governo ha emanato il blocco dei licenziamenti causa Covid19, che il governo stesso licenzi chi viene assunto per sopperire ai bisogni nati per la pandemia.

Gli impavidi sindacati nostrani si sono battuti per levare questo evidente sopruso, prima per i docenti poi per tutto il personale ATA. Ci sono voluti dei mesi ma i nostri coraggiosi ce l’hanno fatta! Un sospiro di, superficiale, sollievo.

Nel corso di questa trattativa, intanto, passano i mesi. Passano i mesi e nessuno stipendio arriva sui conti correnti dei POSTI COVID. Diverse migliaia di persone in tutto il paese, alcune delle quali si sono dovute trasferire in altre città, stanno lavorando gratis da mesi.

Forse il MEF ha sbagliato i conti, forse li ha sbagliati il MIUR, forse entrambi. Fatto sta che se noi sbagliamo a pagare il bollettino della tassa dell’immondizia non la passiamo così liscia.

In questo quadro generale, che ha dell’assurdo, passiamo ad analizzare cosa significa invece nella quotidianità lavorare nella scuola oggi, in particolare per chi svolge questa funzione, ancor più precaria e priva di aderenza tra obiettivi sulla carta e realtà rispetto alle altre. Tutta la propaganda del governo volta a rassicurare i ragazzi, le ragazze e le loro famiglie si scontra e si infrange sullo scoglio di una scuola zoppicante che si regge, poco e male, sulla buona volontà dei singoli, ma soprattutto delle singole, che ci lavorano. Chi da anni inseguendo un contratto a tempo determinato dietro l’altro, chi da anni senza ricevere uno stipendio dignitoso per il ruolo che ricopre, chi da poco tempo facendo salti mortali da una scuola all’altra, chi per un anno di lavoro ha accumulato decine e decine di prese di servizio della durata di un giorno. Per entrare nel merito dell’organico covid, che si inserisce in un contesto simile ricoprendo quindi il culmine di questa piramide di precarietà al contrario, da un lato le maestre svolgono un evidente ruolo di tappabuchi dall’altro lato, le collaboratrici scolastiche effettuano servizi che normalmente dovrebbero essere garantiti nell’organizzazione scolastica. Non si tratta di migliorare un servizio in un momento di difficoltà ma semplicemente colmare le lacune che ci sarebbero state in ogni caso e che a maggior ragione con l’aggiunta della variabile pandemica sarebbero esplose.

Le insegnanti covid si ritrovano a fare da sostegno per i bambini e le bambine con disabilità, ad alleggerire i compiti delle colleghe e a svolgere esattamente tutte le attività “normali”, senza aver alcun compito in più nella gestione della sicurezza sanitaria. Le bidelle, covid o non covid che siano, sono in numero minimo per poter essere in capacità di assicurare igiene e sanificazione basilari per la tutela di tutti e tutte.

La considerazione più disarmante è che se questi POSTI COVID facessero sciopero le scuole non potrebbero aprire, perché mancherebbero le condizioni minime di sicurezza e pulizia.

il clima all’interno delle scuole ancora aperte non è di certo sereno… Com’è normale che sia, tra una classe in quarantena sì e una no; una maestra a casa e una che deve gestire da sola una classe intera di bambini dell’asilo per otto ore al giorno; prodotti per la sanificazione che arrivano con il contagocce – e che dunque si presume vengano acquistati dalle lavoratrici a proprie spese -; l’impellenza di areare gli spazi con 5 gradi al sole; bambini e bambine a cui ogni giorno risulta un sintomo e che ogni giorno vengono rimandati indietro causa tossi e raffreddori; madri obbligate a mandarli a scuola seppur malati, perché senza alternativa – sole, senza sostegni economici, senza aiuti né reti solidali/famigliari, come accade molto spesso per le madri straniere – che a loro volta vengono accusate dalle maestre di non aver rispetto per la comunità scolastica.

Il personale è in deficit anche con queste assunzioni straordinarie, immaginate prima.

I nostri impavidi sindacati si stanno battendo con armatura e spada per ottenere emissioni speciali (perché il pagamento degli stipendi è speciale!): da quando è iniziata la scuola ne hanno ottenuta una, che non è nemmeno arrivata a tutt*.

Never ending story

Questa sembra l’ennesima storia di come tutto in questo paese non funzioni. Le reazioni delle persone a cui ho raccontato questa situazioni sono state diverse: “vabbè strano, cosa pensavi?” oppure “stai scherzando?! È pazzesco! Non possono! È una vergogna!” oppure “non può essere! Ma non l’hanno detto da nessuna parte! Non lo sa nessun*! Ma i sindacati??”.

I sindacati, impavidi cavalieri del divide et impera, impegnati a battagliare sui comunicati, non pervenuti. Erano al tavolo col governo per ritrattare l’accesso al diritto di sciopero. No, non è una battuta.

In tutto questo diverse migliaia di persone aspettano due o tre stipendi arretrati ma nessuno lo sa. Neanche i colleghi.

Per scrupolo ho chiamato dei sindacati e ho chiesto loro se avessero intenzione di indire uno sciopero al riguardo. La risposta di un funzionario sindacalista: “ahahah, uno sciopero!?”.

Non si sa bene da che parte girarsi in questo mondo di burnout, correre per maniere i tempi nella sfida per ottenere fondi e riuscire a riparare il tetto, imparare le tabelline, studiare le derivate. Ci sono migliaia e migliaia di persone che hanno fatto i salti mortali per riuscire ad accedere al mondo dell’insegnamento, in attesa per anni, frustrat* e umiliat*. Qualcun* ci è riuscit* con questi pochi posti Covid, cosa si aspettava anche di essere pagato?!

Riuscire a vedere la frammentazione di questo sistema, la sistematica violenza che chi ci sta dentro deve subire, e tante volte riproduce. Vedere quanto poco ci sia di crescita formativa e quanto tanto ci sia di formazione per stare alle regole umilianti dell’attuale società. Forse è almeno l’inizio per iniziare a guardarsi in faccia.

Il problema è che alla base di tutto ciò vige la consuetudine che chi lavora a scuola assuma una serie infinita di responsabilità, impegni, ruoli, disponibilità di tempo e di possibilità economiche, che non sono minimamente contemplate dalle funzioni retribuite da contratto ma che in qualche modo devono essere garantite dalla spinta soggettiva di ognuna. Il tempo per la collaborazione, l’ascolto, lo scambio tra colleghe e tra insegnanti e studenti e studentesse è di conseguenza inesistente perchè la priorità imposta dalle condizioni in cui si lavora è tutelare il funzionamento di una macchina statale e di riproduzione sociale dall’inizio alla fine. Appellarsi al sacrificio di chi in questo momento storico svolge mansioni essenziali per il funzionamento – ridotto all’osso – della società stessa è una presa in giro, significa approfittarsi senza ritegno di chi ha la fortuna (?) di avere un posto di lavoro oggi. 

 

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Bisognidi redazioneTag correlati:

CORONAVIRUSscuola

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Ciao Pan, se ne è andato un bandito torinese

Ieri è scomparso Pancrazio Chiruzzi, storico bandito torinese. Detto Pan ha esercitato il “mestiere” di rapinatore realizzando svariati colpi, alcuni dei quali ritenuti impossibili o impensabili. 

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Cosa sta succedendo in Serbia?

Sabato 15 marzo a Belgrado si è svolta la più grande mobilitazione della storia della Serbia, che ha visto la partecipazione di oltre 800.000 persone provenienti da tutto il paese, in gran parte studenti e studentesse.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Straordinario Newroz: crowdfunding per la manutenzione straordinaria dello spazio sociale!

Lo Spazio Antagonista Newroz è sempre stato un punto di riferimento a Pisa per le lotte sociali e per una cultura alternativa alla logica del profitto. Nei 26 anni da quando è nato, generazioni intere di militanti, musicisti, collettivi, hanno attraversato gli spazi del centro sociale autogestito, rendendone possibile l’esistenza. Oggi, il Newroz ha bisogno di importanti interventi strutturali: se lo vuoi sostenere, anche tu puoi donare un contributo!

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Argentina: Repressa brutalmente manifestazione dei pensionati contro la povertà

I pensionati argentini hanno marciato ancora una volta verso il Parlamento ma questa volta erano accompagnati anche dai tifosi delle squadre di calcio, che hanno deciso di dare il loro sostegno nella denuncia alla costante repressione che subiscono ogni mercoledì quando chiedono il miglioramento delle loro condizioni di vita di fronte alla crescente miseria.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

A Steu, partigiano di Valle Susa

Ad un anno dalla sua scomparsa, siamo consapevoli che non ci saranno mai parole giuste o sufficienti per riuscire a rendere il giusto omaggio a Stefano Milanesi, Steu, per ricordare l’uomo e il compagno che è stato.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Stefano e Rosa

Chiara Sasso, In Rosa, prima edizione 1986, Edit. Tipolito Melli, Susa; seconda edizione 2024, pp. 124 di Sandro Moiso, da Carmilla Un anno fa Stefanino o “Steu” Milanesi ha abbandonato questo pianeta alla ricerca di un luogo migliore in cui continuare a vivere, lasciandoci tutti più soli. Accompagnati, però, dal ricordo e dall’esempio di un militante […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Quarticciolo resiste

Dopo il week end di mobilitazione nel quartiere Quarticciolo è tempo di alcune valutazioni su questo passaggio importante.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Caro bollette: “inefficace il decreto varato dal governo per contenere i costi di gas e energia” dovuti in gran parte ancora da dinamiche speculative

I prezzi all’ingrosso dell’energia elettrica e del gas continuano a crescere, creando forti difficoltà alle famiglie.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Quarticciolo: in migliaia in piazza per difendere e cambiare il quartiere

Ieri si è svolto a Roma il corteo popolare “Cambiamo davvero il Quarticciolo”. La manifestazione, partecipata da migliaia di persone è stata una risposta alla decisione del governo di applicare anche al quartiere romano il cosiddetto “Decreto Caivano”. Abitanti della borgata, progetti sociali, parrocchia, realtà cittadine, movimenti sociali si sono incontrati nelle scorse settimane per […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Cambiamo davvero Quarticciolo!

Sabato 1 marzo un corteo popolare attraverserà il quartiere di Quarticciolo a Roma per ribadire l’importanza di difendere un’esperienza reale e dal basso che si contrappone all’abbandono e alla retorica delle istituzioni.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Immaginare un contropercorso nelle scuole, partire dalle condizioni oggettive della lotta

Ci troviamo in una fase in cui le organizzazioni studentesche della politica anti-istituzionale da anni si muovono solo in un terreno tattico di risposta alle grandi dichiarazioni scandalose dei politici e dei padroni, molto spesso assumendole come punto di vista generale.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Sbatti i prof in prima pagina: solidarietà a Gaia Righetto

Sempre più spesso, insegnanti e lavoratori/trici della scuola vengono messi alla gogna per le proprie idee e il proprio impegno civile. da Global Project È il caso di Gaia Righetto, attivista e docente precaria colpita da una campagna diffamatoria prima ancora di entrare in classe. Come già accaduto ad altri, si vuole trasformare il dissenso […]

Immagine di copertina per il post
Formazione

Collettivo Einstein: contro guerra e riarmo, organizziamoci e lottiamo

Oggi (ieri ndr) abbiamo lanciato un presidio sotto scuola per dire la nostra in merito al riarmo e a un incontro che si sarebbe dovuto svolgere all’interno dell’auditorium di via Pacini. Riprendiamo da Collettivo Einstein Riarmo che si farà grazie ai soldi per le scuole, per la sanità pubblica e quelli delle tasse pagate dalle […]

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Violenza di genere a scuola: parte la mobilitazione

A seguito della notizia di uno stupro avvenuto in una scuola di Genova da parte di un ragazzo sedicenne nei confronti di una ragazza di 15 anni molte scuole a Torino hanno organizzato iniziative di mobilitazione in reazione a un evento che non deve passare sotto silenzio e per ribadire che questa violenza non è un caso isolato.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Il governo ha stanziato 750 milioni di euro per le scuole private

Attraverso due decreti firmati dal ministro per l’Istruzione Valditara, il governo ha stanziato per l’anno 2024-2025 750 milioni di euro per le scuole paritarie, con un aumento di ben 50 milioni rispetto all’anno precedente. di Valeria Casolaro, da L’indipendente Di questi, 500 milioni saranno destinati a tutte le scuole paritarie, 163,4 milioni al sostegno degli […]

Immagine di copertina per il post
Formazione

La scuola dei sogni di Valditara: nazionalista, reazionaria, militarista. Annunciati i futuri programmi scolastici

La scuola di Valditara è fatta di programmi che ricordano altri periodi storici: le poesie imparate a memoria, la Bibbia in classe, la storia “italica” nel programma scolastico. Sono alcune delle indicazioni anticipate dal ministro dell’Istruzione e del Merito del governo Meloni, previste per l’anno scolastico 2026/27. Le nuove indicazioni redatte in commissione ministeriale per la futura riforma scolastica, tra le altre […]

Immagine di copertina per il post
Formazione

VALDITARA NON POTRÀ PATRIARCARE PER SEMPRE! DIMETTITI. VERSO E OLTRE IL 25 NOVEMBRE, PER UNA SCUOLA ED UN’UNIVERSITÀ TRANSFEMMINISTA

Riprendiamo il comunicato di ZAUM: Noi, student3 dei licei e delle università, non possiamo restare in silenzio di fronte alle gravissime dichiarazioni del Ministro “dell’Istruzione e del Merito” Giuseppe Valditara, rilasciate la settimana che precede il 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza di genere. Affermazioni che riducono il patriarcato a una “questione ideologica”. Vogliamo […]

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

NUDM: è morta un’altra studente, non ne possiamo più

Sabato 23 novembre saremo a Roma anche perché desideriamo e pretendiamo una scuola diversa. da NUDM Torino E’ morta un’altra studente, non ne possiamo più. Aurora aveva 13 anni quando, il 25 ottobre, è stata uccisa dal fidanzato di 15 anni, che non accettava la fine della loro relazione.Lo stesso giorno, Sara è stata uccisa […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

L’intelligenza artificiale. Problemi e prospettive

L’Ai attuale è una grande operazione ideologica e di marketing, confezionata per aumentare il controllo delle persone e restringere il margine di libertà digitale” (1) Intervista a Stefano Borroni Barale, da Collegamenti di Classe L’Intelligenza artificiale (Ai) è un tema oggi talmente di moda che persino il papa ha ritenuto indispensabile dire la sua sull’argomento. […]

Immagine di copertina per il post
Formazione

In Val Susa si accende lo sciopero studentesco

Durante la giornata di ieri un grande numero di studentesse e studenti si è riunito in piazza per scioperare contro l’accorpamento tra il Liceo Norberto Rosa e l’iis Enzo Ferrari e la chiusura della stazione di Susa per i lavori della stazione internazionale.