Settimana di mobilitazione dei lavoratori Gesip
Il tutto avviene quando il disinteresse nel risolvere in via definitiva la questione, non per superficialità od incapacità ma per il preciso interesse a mantenere la questione Gesip emergenziale e dunque terreno fertile per le peggiori pratiche governamentali (le pratiche che poi costituiscono, attraverso una fitta rete di ricatti/clientele, il principale modello di gestione della città), si innesta in una fase di vuoto oggettivo di potere, con commissioni interministeriali che svaniscono inghiottite dal gorgo della crisi di governo ed un comune ormai allo sbando. Unica controparte possibile, l’unica rimasta, in questa circostanza l’ARS, cui i lavoratori chiedono di ottenere nient’altro che ciò che gli spetta per il loro lavoro e prospettive di vita meno precarie delle attuali.
Su tutta la vicenda si muove, complicando la situazione, anche la questione della privatizzazione dei servizi pubblici (con tutto il corollario di corruttele varie che verranno finanziate alla fine dalle ondate di licenziamenti che, puntualmente, si verificano in tali frangenti) o del loro costituirsi come beni comuni. Un tema su cui, nonostante la batosta subita nella tornata referendaria dello scorso giugno, i governi, siano essi ‘tecnici’ o ‘politici’, non danno segno di volersi rassegnare. Circostanza che testimonia chiaramente come questi non siano altro (ed ormai senza neanche più alcun pudore) che gli obbedienti e volenterosi esecutori dei dettami di banche e grande finanza, abbandonando anche solo il tentativo di rappresentarsi come depositari e esecutori della volontà ‘popolare’.
Una vertenza dunque che, come sempre più spesso accade, tiene insieme questioni particolari e generali e che come tale attraverserà, per tutta la settimana almeno, la città di Palermo.
- Ascolta Sandro Cardinale U.S.B.
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