InfoAut
Immagine di copertina per il post

Gesip ancora in corteo: tra licenziamento, Orlando e disoccupazione diffusa

Stamattina a Palermo, oltre un migliaio di lavoratori, praticamente tutti i 1200 ex dipendenti della Gesip, hanno manifestato in piazza contro il piano che gli vorrebbero appioppare i vertici aziendali e l’amministrazione comunale. Un piano che prevede un licenziamento collettivo e delle misure che porterebbero allo smantellamento dell’azienda e alla disgregazione della grande composizione sociale e operaia che ha animato gli ultimi due anni di lotte a Palermo.
Contro quest’ipotesi, oggi, un grande corteo ha attraversato la città da Piazzetta della Pace fino a Palazzo delle Aquile, paralizzando il centro cittadino e attribuendo al sindaco le responsabilità che Orlando prova a scrollarsi di dosso: “Noi siamo lavoratori ingannati e truffati. Hanno fatto vedere solo i lati negativi di una azienda manovrata dalla politica – dice un operaio in corteo – Siamo stati ingannati, truffati e rovinati. Non vogliamo più essere il capro espiatorio del mal governo della città. Ora basta! Avete speculato troppo sulle nostre vite. Rivogliamo il nostro lavoro“.
Dopo aver costruito la sua campagna elettorale anche sui drammi di questi operai e sulla precarietà della situazione lavorativa nelle partecipate comunali ecco “u papà” avallare il licenziamento collettivo e presentare il suo assurdo piano. Un piano che non dà nessuna garanzia né copertura finanziaria (20 milioni di euro stanziati nel capitolo “servizi” a fronte della stima di 50 milioni necessari) e che in seguito al licenziamento imminente rischierebbe di lasciare sul lastrico 1200 famiglie, in una città e in un contesto economico in cui, peraltro, le possibilità lavorative e di reddito sono ai minimi storici.
A Palermo, in Sicilia e nel Sud Italia, infatti, la situazione occupazionale subisce la crisi come in nessun altro luogo d’Italia. Un dato su tutti: il tasso di disoccupazione sale di 2,7 punti percentuali al Sud sfiorando il 20% (19,8%). A ciò va aggiunta l’enorme massa degli inoccupati, senza lavoro e neanche alla ricerca di lavoro, che portano il dato di disoccupazione reale al Sud Italia ad oltre il 28%. Lo si legge nelle tabelle Istat aggiornate al secondo trimestre del 2013, dalle quali emerge, in un solo anno, un enorme calo degli occupati: da un milione 422 mila a un milione 338 mila con il tasso di occupazione che crolla dal 41,9 per cento al 39,8 per cento. In Sicilia si registra quindi che sono andati persi 84mila posti di lavoro nell’arco di un anno, con il tasso di disoccupazione schizzato al 21,6 per cento. Nello stesso periodo del 2012 il tasso di disoccupazione era del 19,4 per cento, in 12 mesi è cresciuto di 2,2 punti. Il tasso dei senza lavoro oggi risulta maggiore della media del Mezzogiorno (19,8), oltre il doppio di quella delle regioni del Centro (10,8) e quasi il triplo del Nord Italia (8,1). E a Palermo la situazione è ancora più pesante se si pensa che la percentuale di disoccupazione arriva al 33% e quella degli inoccupati sfiora il 40%.
A questi dati impressionanti vanno aggiunti quelli ancora più drammatici che riguardano la situazione giovanile: se la media italiana ha ormai superato quota 40% di disoccupazione per i giovani tra i 18 e i 25 anni, a Palermo e in Sicilia è ormai da due anni che le statistiche registrano oltre il 50% di senza lavoro, cioè più di una persona su due senza contratto lavorativo e fuori dai percorsi di studio. Non stupisce dunque che negli ultimi dieci anni siano emigrati dalla Sicilia più di 48000 giovani, andando così ad impoverire ulteriormente la ricchezza umana e sociale di un’intera terra.
In questo quadro si muovono le ristrutturazioni pensate e portate avanti dalle amministrazioni di vario livello rispetto a tutti quei grossi settori lavorativi che hanno rappresentato in passato enormi bacini di voto per i politicanti di ogni salsa. Paradigmatico è proprio l’esempio della Gesip e delle partecipate del comune di Palermo, e del ruolo dell’amministrazione Orlando. Se su di queste lo stesso papà Orlando aveva infatti costruito il suo impero una decina di anni fa, adesso è arrivato il momento dell’austerity e dei tagli sulle spalle di quegli stessi lavoratori a cui sono stati affidati i servizi cittadini.
Lo ripetiamo da tempo: con la crisi sta cambiando il modello di governance che avevamo imparato a conoscere soprattutto al sud, poco spazio alle relazioni dirette tra politica istituzionale e lavoro, poco spazio alle clientele, utilizzo massiccio delle retoriche sulla crisi, l’efficienza gestionale e la legalità, e presidi di forze dell’ordine e militari a garantire la tranquillità cittadina di fronte alla conflittualità emergente correlata a queste scelte.
gesip2410cCosì in queste settimane vengono annunciati il licenziamento collettivo dei dipendenti Gesip e il piano di ristrutturazione pensato dalla giunta orlandiana insieme al ministero del lavoro. Il 31 dicembre scade infatti la convenzione firmata la scorsa primavera che ha permesso ai lavoratori Gesip di riprendere a lavorare con stipendi garantiti dalla cassa integrazione in deroga coperta da Inps, comune e regione Sicilia (per gli assegni familiari). La società partecipata è però in liquidazione ed entro fine anno dovrà procedere con i licenziamenti di tutto il personale il cui futuro è quindi totalmente incerto.
Il piano di Orlando prevede quindi come primo passo il licenziamento dei 1200 lavoratori Gesip, che poi dovrebbero sperare, senza alcuna garanzia, di essere inglobati in una delle tre seguenti alternative: mobilità orizzontale; esodi incentivati; nuova cassa integrazione.
La prima consisterebbe in una riassunzione in altre partecipate comunali, AMAT in primis, un’ipotesi ricca di incognite: dalla fattibilità giuridica di una tale operazione alle difficoltà finanziarie che attanagliano AMAT e le altre municipalizzate, alla guerra tra poveri che una tale operazione scatenerebbe tra i lavoratori ex-GESIP e quelli che attualmente portano avanti le mansioni che gli verrebbero affidate.
Gli esodi incentivati che manderebbero in pensione anticipata qualche centinaio di dipendenti, con tutte le problematiche che riguardano gli esodati in Italia senza effettive garanzie di copertura finanziaria.
La terza, ulteriore cassa integrazione, che non farebbe altro che perpetuare la condizione di precarietà a cui sono stati relegati negli ultimi tre anni i lavoratori Gesip, con lo ripetuto scaricabarile tra comune, INPS e Regione Sicilia e con l’aggravante di ritrovarsi ora in una situazione più debole, dal momento che diverse centinaia di operai sarebbero assorbiti dalle altre aziende municipalizzate o andrebbero in pensione anticipata. Un forza di piazza e un potere contrattuale dunque sicuramente meno incisivo.
Questa sembra dunque la strategia orlandiana: DIVIDE ET IMPERA, per togliersi finalmente la grana Gesip dalle strade della città di Palermo. Ma in tutto ciò il nostro caro papà continua a fare i conti senza l’oste, e il corteo di stamattina non è che l’ennesima dimostrazione.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Bisognidi redazioneTag correlati:

disoccupazionegesiporlandopalermo

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Bisogni

In ricordo di Franco Piperno: una voce che continua a risuonare

Oggi, 17 gennaio, alle ore 18, Radio Ciroma aprirà i suoi microfoni per un momento speciale, dedicato alla memoria di Franco Piperno, uno dei suoi fondatori e figura ispiratrice per generazioni. da Radio Ciroma Sarà una trasmissione intessuta di ricordi, testimonianze e contributi di chi ha avuto il privilegio di condividere un tratto del cammino […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Ciao Franco! Un ricordo di Claudio Dionesalvi

Lunedì notte se n’è andato Franco Piperno. Calabrese, militante, dirigente politico dell’autonomia, fondatore di Potere Operaio, esule, docente di fisica e amante tanto di ciò che si muove in terra quanto di quel che resta fisso in cielo. In diretta con il compagno Claudio Dionesalvi – un ricordo e qualche considerazione, alla luce della idee […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

«Vogliamo uno spazio largo contro l’idea di governo delle città che ha la destra»

Ripubblichiamo questa intervista fatta ai compagni e alle compagne di Quarticciolo Ribelle in vista dell’assemblea cittadina che si terrà sabato 18 gennaio.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Ciao Franco, maestro vero

Franco Piperno ci ha lasciato. Fisico di fama internazionale, intelligenza di rara curiosità, tra i fondatori di Potere Operaio e di Radio Ciroma, con Franco abbiamo un grande debito. Di quelli che si hanno con i maestri. Un termine che non usiamo a caso, perché a dispetto di quanto scritto dai soliti sciacalli anche in […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Ciao Franco, ovunque il destino ti abbia gettato…

Con grande cordoglio apprendiamo la notizia della scomparsa di Franco Piperno. Franco è stato per decenni una delle figure di riferimento dei movimenti sociali in questo paese. Dalla fondazione di Potere Operaio ad oggi le discussioni, i suoi interventi, le sue intuizioni hanno segnato generazioni di militanti alla ricerca di un mondo diverso. Franco era […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Speculazione sul burro e altre storie del capitalismo globalizzato

Il capitalismo è una follia e la prova è data da un prodotto che tutti i bretoni amano: il burro. Il 28 dicembre, un articolo di Le Parisien ha raccontato di un biscottificio dell’Ile et Vilaine costretto ad acquistare burro dai Paesi Bassi, anche se prodotto a 90 chilometri dalla sua fabbrica… in Normandia! Tradotto […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Gli operai di Forlì occupano la fabbrica e vincono la vertenza

Lavoravano per 12 ore al giorno percependo uno stipendio adeguato a otto ore lavorative, privati di qualsiasi livello di sicurezza e l’alloggio previsto in realtà coincide con lo stesso capannone senza riscaldamento con i materassi buttati a terra. Gli operai hanno bloccato lo stabilimento di mobili e allestito un presidio davanti all’azienda.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Il sintomo Mangione

Si è già detto tutto e il contrario di tutto sull’identità di Luigi Mangione, il giovane americano che qualche giorno fa ha ucciso a Manhattan il CEO di United HealthCare…

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Calenzano (Firenze): esplosione nel deposito ENI

Enorme esplosione al deposito della raffineria Eni di Calenzano (Firenze) con un bilancio di 4 lavoratori morti, 26 feriti di cui 2 gravi.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Cosa succede in città: il turismo

Apriamo questo ciclo di trasmissioni che affronta l’ennesimo grande evento che si affaccia su questa città: il Giubileo.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Non Una di Meno: in piazza a Roma e a Palermo con la parola d’ordine “disarmiamo il patriarcato”

Un anno dopo le imponenti manifestazioni di Roma e Messina, ieri le manifestazioni nazionali organizzate contro la violenza patriarcale da Non una di meno! erano a Roma e a Palermo.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Deriva militarista nelle scuole: spari della polizia locale in una materna a Palermo

Vigili simulano arresto in una scuola materna con spari a salve e cane aizzato: bimbi in lacrime a Palermo.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il movimento studentesco popolare estromette il primo ministro del Bangladesh Sheikh Hasina

Il 5 agosto 2024, dopo settimane di rivolte politiche, violenze della polizia e repressione degli studenti attivisti, il primo ministro del Bangladesh, Sheikh Hasina del partito Awami League, si è dimesso dopo 15 anni di governo.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bangladesh: il riscatto di una generazione

Ripubblichiamo il contributo del Collettivo Universitario Autonomo – Torino in merito alle rivolte in Bangladesh. Un punto di vista e una riflessione sulla componente giovanile e il carattere studentesco delle mobilitazioni.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Inauguriamo una nuova stagione di lotte al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori della Next Elettronica di Piano Lago!

Il sogno e la lotta sono due facce della stessa medaglia. Scaturiscono da una percezione della realtà come stato delle cose da modificare profondamente e da una volontà di cambiare radicalmente ed eversivamente lo status quo.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Kenya: il presidente Ruto annuncia il ritiro della riforma ma la protesta continua.

In Kenya da più di una settimana proseguono le proteste contro la nuova legge finanziaria, chiamata Finance Bill 2024, che prevede tra le altre cose un’imposta sul valore aggiunto del pane.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Luigi scrive dal carcere speciale di Alessandria

Luigi ci scrive dal carcere di Alessandria. Pubblichiamo di seguito il testo.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Misure cautelari per tre militanti di Antudo per un sanzionamento alla Leonardo SPA. Repressione su chi fa luce sulle fabbriche di morte e le guerre in atto

Ieri mattina la Questura di Palermo ha eseguito tre misure cautelari, due obblighi di firma e una custodia cautelare in carcere per tre militanti di Antudo.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Gli occupabili? Le contraddizioni di una politica del lavoro dopo il RdC

Nel secondo approfondimento entriamo nel tema delle misure di contrasto alla povertà e sulla liberalizzazione del mercato dell’energia in collegamento con Roberto Ciccarelli, autore ed editorialista de ilManifesto.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Giornata di mobilitazione contro la guerra sabato 21: manifestazioni a Pisa e Palermo per fermare l’escalation. A Ghedi un altro corteo

In tale prospettiva “Fermare l’escalation” nasce come processo di mobilitazione di diverse realtà di lotta politica, sindacale, sociale, ecologica, transfemminista, dell’associazionismo, del mondo antimilitarista, pacifista e di quello della giustizia climatica, dei nodi territoriali contro le grandi opere, i disastri ambientali ed il fossile.”