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Orlando e gli operai: il vero incosciente è u’ papà

Per questo ieri sera il presidio dei lavoratori sotto palazzo Galletti, a piazza Marina dove si stava svolgendo l’assemblea dei soci Gesip, è stato caricato dalla Polizia nel tentativo di assistere ai lavori dell’assemblea! E sarebbero sempre questi i motivi ad aver portato trecento lavoratori in piazza stamattina per praticare blocchi in tutto il centro cittadino sfidando ancora una volta la repressione poliziesca fatta di manganelli e spalle rotte. La solita litania verso chi porta avanti con determinazione una lotta è messa in campo quindi da Orlando e compari: “sono una minoranza violenta senza progettualità, manipolata da poteri forti e oscuri”!.

Già, violenza cieca esacerbata e strumentalizzata da strane forze oscure quali l’ormai ex-liquidatore La Bianca. Sia chiaro che non c’è nulla da difendere nell’operato di La Bianca e di tutti i dirigenti della fallimentare Gesip ma le chiacchiere di Orlando sulla vicenda stanno ormai rasentando i toni dell’inverosimile. Sono ormai cinque mesi che i lavoratori sono in cassa integrazione, e lo spettro della fine di questi ammortizzatori sociali si fa sempre più vivo mentre la fantomatica New.co, che dovrebbe sostituire tutte le partecipate cittadine, sembra esistere solo nei progetti propagandistici di un’amministrazione sempre più propensa, invece, ad affrontare ogni questione nel nome dell’emergenza.

Piuttosto che additare capri espiatori e invocare strani complottismi la giunta farebbe meglio a riflettere sulla scarsa progettualità messa in campo in questi mesi e sulla completa assenza di risposte alle necessità di lavoratori e cittadinanza. I risultati degli incontri con il ministero a Roma, tanto sbandierati da Orlando, restano segreti e non esiste ancora nessuna garanzia perché i lavoratori abbiano assicurato una continuità di reddito fino alla costituzione della New.co che, ancora una volta, è stata rinviata di tre mesi e non partirà prima di Aprile. Nel frattempo le 1800 famiglie che basano la propria sopravvivenza sulla Gesip hanno visto ieri cancellare un’altra grossa fetta di quell’azienda senza che nulla sia stato messo a loro garanzia. Nel frattempo, anche, una città allo sfascio, con decine di strade impraticabili, palazzine a costante rischio crollo e servizi di manutenzione ormai inesistenti tocca con mano la scarsa materialità delle promesse fatte da Orlando.

In questo clima misto di emergenzialità e repressione, grandi proclami del sindaco e solite tiritere politiciste, la risposta degli operai ci sembra semmai quella più degna di essere valorizzata. La consapevolezza che il conflitto sia l’unico valido strumento di pressione politica in loro possesso, al di là di schieramenti partitici e di giunte di destra o sinistra, sembra essere propria di questi lavoratori che da mesi lottano per il loro posto di lavoro. La chiara volontà di sapere quanto si decide sulle proprie teste, come ieri sera a piazza Marina, e di incidere sul tessuto produttivo metropolitano, come nei ripetuti blocchi stradali di stamane e dei giorni scorsi, non possono lasciare indecisi su chi sia la vera parte in causa con poca progettualità e chiarezza politica.

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