StudAut: verso il 15 maggio!
Il confronto si è incentrato sulla necessità di trovare un nuovo momento di mobilitazione transnazionale, individuato nella data del 15 di Maggio, che abbia la capacità di ricomporre tutti quei soggetti che subiscono il peso della crisi. La volontà è quindi quella di rompere le categorie, di costruire unità tra student*, precar* e disoccupat* di diverse generazioni e provenienze. Questa coesione si da’ soprattutto nell’individuazione di una controparte comune: l’austerità e tutto quel ceto politico e finanziario che ne è l’espressione.
La data del 15 Maggio vuole quindi porsi come ulteriore tappa di un percorso di movimento che sappia allargare le proprie basi, dando forma allo strumento dello sciopero sociale.
Per quanto riguarda lo scenario italiano la data si inserisce in un contesto di relativa novità. Ci troviamo infatti a confrontarci con un nuovo governo e con un “nuovo” presidente della repubblica. Tutte e due queste istituzioni si sono però rinnovate nell’ottica di mantenere ancora in vita quella parte politica che la popolazione identifica sempre più come un vero e proprio cancro per la propria esistenza. E’ quantomai ridicolo sentire parlare il neo presidente del consiglio Letta di un governo ricco di competenze “neutre” e volti nuovi, quando la sostanza parla di un accordo a tavolino che ignora completamente il clima di rabbia che (positivamente, seppur in maniera ancora acerba e poco consapevole) sta crescendo nei confronti del ceto politico e delle misure di austerità. In quest’ottica il ministro Saccomanni è un esempio palese di autolegittimazione del sistema politico italiano e garanzia nei confronti dei diktat europei, questo ministro dell’economia ( ex presidente di Bankitalia ) infatti garantisce al PD e al PDL sia di non dover proporre misure che risulterebbero impresentabili alla popolazione sia di mantenere gli impegni presi con l’Europa.
Il nostro ruolo dev’essere ancora una volta quello di inserirci in questa rabbia per scardinare quel pensiero che vorrebbe relegare le responsabilità a poche “mele marce” e che soprattutto cerca di indicare la possibilità di un’alternativa all’interno delle istituzioni (quanto Rodotà avrebbe davvero segato un cambiamento?!). Tutti gli avvenimenti a cui abbiamo assistito negli ultimi mesi e negli ultimi anni ci insegnano che ci troviamo di fronte ad un bivio: o stare ai giochi della politica istituzionale (e di conseguenza obbedire ciecamente ai diktat dei poteri forti europei), o porsi al di fuori di essa, cercando di costruire un’alternativa basata sul conflitto e sull’opposizione sociale. Ostinatamente crediamo che un cambiamento profondo e reale non possa che darsi seguendo questa seconda strada.
Per quanto riguarda più strettamente l’ambito studentesco la data del 15 maggio precede la giornata in cui verranno propinati all’interno delle scuole i test INVALSI. Questi test rispecchiano molto bene qual è la direzione in cui governi di ogni colore vogliono spingere la scuola. Da un lato tagli netti che creano una situazione sempre più allarmante, con edifici e materiali fatiscenti e con le tasse di iscrizione e i libri scolastici in continuo aumento, dall’altro strumenti come gli INVALSI coi quali si cerca di standardizzare i saperi e classificare gli istituti. L’intenzione è quindi quella di inserire gli istituti in un sistema “meritocratico” in cui chi più obbedisce al ministero riceve i finanziamenti necessari, e chi invece non sta al gioco deve accontentarsi delle briciole. I test invalsi inoltre ci permettono di capire anche quale sia il tipo di conoscenze che la scuola vuole inculcare negli studenti: quelle di chi sa mettere un paio di crocette, quelle in cui non c’è alcuno spazio di discussione, quelle in cui qualunque criticità non è nemmeno contemplata. Sta a noi quindi opporci a queste conoscenze, riprendendoci spazi e tempi all’interno della scuola per costruire un’alternativa concreta che parta proprio dalla contro-informazione e dallo sviluppo di una coscienza critica attraverso la diffusione di saperi altri.
Il 15 maggio sarà un giorno di mobilitazione aperto a tutti coloro che sono stanchi di subire la crisi. Un giorno da attraversare con i contenuti che quotidianamente portiamo avanti dentro e oltre le nostre scuole con uno spirito di generalizzazione per la costruzione di uno sciopero sociale transnazionale.
Segui la campagna: “Non facciamoci schedare!”, NO INVALSI boicotta le prove!
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