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Torino, 1 maggio 2009: il PM voleva azzannare. Il Giudice mordicchia

Fatti assolutamente irrelevanti: verso la fine del corteo due vigili urbani hanno ritenuto necessario eseguire il fermo di un compagno che stava attaccando dei manifesti con il nastro adesivo. Vista la surreale situazione, altr* compagn* sono intervenuti per far desistere gli agenti da questo ridicolo e infondato intento. Sono seguiti alcuni attimi di agitazione, dato che anche la polizia ha sentito l’impellente necessità di intervenire e gettare altra benzina sul fuoco, dopo di che la situazione è tornata alla calma, tant’è vero che il video girato dalla digos, in seguito presentato dai pm durante il processo come prova inconfutabile, non mostra mai gli imputati commettere qualunque atto particolare.
Il pm Antonio Rinaudo, che porta avanti con zelo la propria crociata contro i no tav e i movimenti sociali, non ha perso l’occasione di celebrare un processo e chiedere delle condanne esorbitanti e surreali per i nove compagni per un totale di 17 anni di reclusione (sic!). Il pm con l’elmetto aveva svolto un minuzioso lavoro nel redigere una scheda personale da consegnare al giudice con tutte le informazioni e i precedenti degli imputati. In qualche modo Rinaudo doveva giustificare le altissime condanne che andavano da un anno e due mesi a cinque anni.
La sentenza di oggi dimostra come il pm si è fatto trascinare dal suo accanimento contro i movimenti e ha decisamente calcato troppo la mano: la richiesta di reclusione di oltre 5 anni non sta né in cielo né in terra. Persino dei giudici che hanno scelto di instaurare un clima da inquisizione, chiedendo agli imputati durante l’udienza di non appoggiarsi al tavolo, hanno ritenuto la richiesta del pm Rinaudo esagerata, dunque hanno stabilito il massimo della pena di 1 anno 5 mesi e 24 giorni per Giorgio.

Le altre condanne vanno da 9 mesi di reclusione per Lele, 8 mesi per Francesco, Alessandro, Marco e Fabio, 6 mesi per Damiano, fino a 15 giorni di arresto come pena per Luca (che comunque è una privazione di libertà e prevede la detenzione in un’apposita struttura per il tempo stabilito). Non può nemmeno sfuggire l’accanimento contro alcuni compagni che erano già stati condannati con pene altissime (fino a 5 anni di reclusione) per la manifestazione No Berlusconi night e anche quest’occasione non è stata da meno.
La sentenza di oggi rimane comunque grave e spropositata dato che si tratta di un processo che ha come unica accusa quella di resistenza a pubblico ufficiale e le prove prodotte non sono nemmeno in grado di dimostrare la colpevolezza dei compagni accusati. Nelle prossime settimane verranno rese note le motivazioni della sentenza contro la quale gli avvocati hanno già annunciato di voler fare ricorso.

Solidarietà agli imputati!

 

Ecco le immagini che mostrano i fatti contestati agli imputati e l’assurdità delle accuse e delle condanne:


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