Torino. Molino dichiara guerra ai picchetti anti-sfratto.
L’occasione si è presentata nella giornata di oggi in cui due muri popolari organizzati dalle nostre famiglie hanno impedito il pignoramento della casa di Patience e lo sfratto di Teresa.
La casa di Patience, donna sola con tre figli, è stata venduta all’asta. Con l’acquisto della casa il rischio di essere buttata in mezzo a una strada è diventato reale. Questa mattina grazie al muro popolare si è ottenuto un rinvio del pignoramento fino al 12 febbraio.
Invece in C.so Molise 30 la mattinata ha avuto esiti diversi. Teresa, madre divorziata con un figlio a carico, da un anno e mezzo ha perso il lavoro dopo varie vicissitudini. A un tratto si è trovata costretta a dover scegliere tra pagare l’affitto o fare la spesa. La sua casa di proprietà dell’immobiliarista Molino (che possiede 1850 alloggi in Torino) è stata lasciata negli anni alla completa incuria e molti inquilini sono scappati avendone le possibilità.
Il muro popolare iniziato alle 8 di mattina ha ricevuto una prima provocazione da parte dei carabinieri dei Ros che hanno identificato le famiglie partecipanti. Fino all’una e mezza di pomeriggio, orario in cui il muro popolare ha smobilitato, nessuno si è presentato a notificare lo sfratto o a prendersi carico di un rinvio. Pochi minuti dopo che gli ultimi presidianti si sono allontanati, con un infame trucchetto, l’ufficiale giudiziario e il tirapiedi di Molino accompagnati da una corte di poliziotti e dal fabbro hanno tentato di eseguire lo sfratto. Teresa con determinazione si è barricata in casa e ci ha chiamato immediatamente. Accorsi sul posto appena in tempo siamo riusciti a fermare lo sfratto. L’ufficiale giudiziario e il rappresentante della proprietà si sono rifiutati di trattare qualunque rinvio ricorrendo immediatamente, sotto diretto consiglio di Molino, all’utilizzo dell’articolo 610, cioè lo sfratto a sorpresa.
Il rappresentante di Molino ha dichiarato apertamente (come testimonia una registrazione audio in nostro possesso) che la linea di condotta scelta dal palazzinaro indagato in varie vicende giudiziarie, tra cui persino lo sfruttamento della prostituzione, è quella di richiedere lo sfratto a sorpresa già dal secondo accesso, rifiutando qualsiasi possibilità di mediazione con le famiglie in difficoltà per morosità incolpevole.
Molino con i suoi 1850 appartamenti, tra cui molti tenuti volontariamente sfitti con l’obbiettivo di farne lievitare il valore, ha scelto di dichiarare guerra a qualsiasi tentativo di resistere agli sfratti nelle sue proprietà. Non ci intimorisce questa minaccia, continueremo a sostenere le famiglie che lottano per la loro dignità e non vogliono uscire di casa. Mentre migliaia di persone ogni anno finiscono per strada, Molino si permette di tenere alloggi vuoti e di rifiutare ogni mediazione. Se questo è quello che vuole, anche noi le rifiuteremo da oggi in poi…
Le famiglie dello Spazio Popolare Neruda
Dalla pagina FB Le famiglie dello spazio popolare Neruda
Il video con la storia e la testimonianza di Teresa:
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