Uruguay, i metalmeccanici festeggiano la vittoria
di Claudia Ortu per Rassegna
I lavoratori metalmeccanici dell’Uruguay possono finalmente tornare a casa dopo circa un mese di scioperi e occupazioni di fabbriche (circa 40) e festeggiare una vittoria largamente inattesa. Hanno infatti ottenuto un aumento di salario del 3 percento sopra i livelli di inflazione (che si attesta intorno al 4-5 percento) e garanzie sui livelli di occupazione per i lavoratori oltre i 55 anni, che non potranno essere licenziati fino al raggiungimento dell’etá pensionabile (60 anni), ma anche per i giovani senza esperienza. Juan Alfonso, leader del sindacato Untmra, si è detto fiero dei risultati ottenuti con i 25 giorni di sciopero, soprattutto perchè l’esperienza ha fatto maturare una maggiore unitá nei ranghi del sindacato.
Nuovi numeri si aggiungono a quelli associati con la costruzione della terza diga piú grande del mondo a Belo Monte, in Brasile. Il numero che si è aggiunto la scorsa settimana è 134, e conta le teste dei lavoratori licenziati in tronco dalla direzione, e spediti a casa con un convoglio scortato dalla polizia, dopo aver manifestato per chiedere un aumento del salario e migliori condizioni di lavoro. Secondo i piani del governo e della ditta costruttrice il progetto dovrebbe impiegare circa 20mila lavoratori nella costruzione , a questo punto è lecito domandarsi se il numero verrá raggiunto a forza di licenziamenti e nuove assunzioni, mentre a fine lavori produrrá 11mila megawatt, incrementando dell’11 percento l’attuale capacitá della rete brasiliana. Un ultimo numero degno di nota è quello degli abitanti che saranno trasferiti dalla zona: circa 16mila.
Nello stesso giorno in cui l’organizzazione mondiale del commercio pubblicava il suo rapporto sullepolitiche commerciali dell’Equador, il 14 novembre, la confederazione internazionale dei sindacati rispondeva con la divulgazione del proprio studio sulle condizioni del lavoro nel paese latinoamericano. Le informazioni fornite dall’Ituc sono decisamente scoraggianti. Il dato piú terribile è senz’altro quello sullo sfruttamento del lavoro minorile: 367mila bambini tra i 5 e i 14 anni sono infatti sfruttati illegalmente. Le donne, che soprattutto nei settori sanitario e della pubblica amministrazione sono impiegate nelle mansioni che garantiscono un minore reddito.
Uomini e donne di etnia amerindia sono sempre discriminati nella politica di assunzione delle aziende. Per tutti i lavoratori, invece, le difficoltá maggiori arrivano nel momento in cui cercano di organizzare i propri sindacati nei posti di lavoro, dove spessissimo si scontrano con le finte organizzazioni messe in piedi dagli stessi proprietari.
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