Verso il corteo del 5 marzo a Pisa, libertà e dignità!
L’onda lunga delle rivoluzioni in Maghreb e della crisi libica sta profondamente segnando anche la nostra sponda del Mediterraneo come testimoniano i sempre più frequenti episodi di evasioni e rivolte nei Cie, nonché la forza con cui le mobilitazioni del primo marzo in Italia hanno assunto le rivendicazioni di libertà e dignità che provengono dal Nord Afica. Lo scenario che si sta aprendo tende ormai a scavalcare il primo impatto emotivo di mera solidarietà a delle lotte geograficamente collocate altrove; emerge sempre più forte la consapevolezza del legame tra i regimi messi in crisi dai popoli arabi, piegati o comunque collusi agli interessi coloniali degli Stati Uniti e della Fortezza Europa, e la manifestazione di quegli stessi interessi nei nostri paesi, con leggi, ordinanze, apparati repressivi e di controllo, tesi alla creazione della forza lavoro più sfruttata, disperata e ricattabile possibile, tramite l’esclusione dall’accesso al reddito e ai diritti per i migranti.
Nella città di Pisa, storicamente in mano al centro sinistra, negli ultimi anni questi strumenti di controllo hanno preso la forma delle ordinanze emanate dal sindaco all’interno del Patto per Pisa Sicura, per la firma del quale alcuni mesi fa è stato accolto a braccia aperte il ministro leghista Maroni. Emblema di questo indirizzo politico è senza dubbio l’ordinanza anti-borsoni, rivolta ad impedire il commercio abusivo per quell’ampio strato di ambulanti senegalesi (alcuni giovani clandestini giunti qui da poco, altri ex-operai della zona del cuoio rimasti disoccupati a fronte della crisi) che in questo palliativo economico aveva trovato fonte di sussistenza.
Il Patto per Pisa Sicura e l’ordinanza anti-borsoni, fin dal loro annuncio tre anni fa, si sono trovati davanti una fortissima resistenza da parte di un movimento con larghissimo protagonismo migrante capace di radicalizzarsi rispetto alle classiche forme di espressione e di rappresentanza degli stranieri, come alcune associazioni e comunità.
La sconfitta di quel movimento è avvenuta con l’incapacità di rispondere con un adeguato livello di mobilitazione alla firma dell’ordinanza e con la scelta di far rientrare una protesta veramente innovativa e conflittuale nei ranghi della compatibilità, perdendosi in trattative e censimenti. Una delle evidenti conseguenze a cui assistiamo ad anni di distanza è la totale assunzione da parte delle istituzioni della data del primo marzo nella nostra città. Quest’anno, ancora più che l’anno scorso, il primo marzo si è tramutato in una passerella per sindaci, assessori e sindacalisti, con una presenza di stranieri assolutamente simbolica alle iniziative organizzate nei locali della Provincia e della CGIL.
È però evidente come nuove tensioni si stiano risvegliando; dalla nascita di associazioni di migranti che si inseriscono nella crisi di partecipazione e rappresentanza di alcune storiche comunità, alle agitazioni (in realtà mai sopite) degli ambulanti che tornano a scontrarsi coi vigili che vogliono impedirgli di vendere, fino al fermento che scaturisce dal solco aperto dalla rivolta tunisina, solo per fare alcuni esempi. E il bisogno di esprimere solidarietà al popolo libico, contro il massacro di Gheddafi, che ha portato al presidio spontaneo che si è svolto giovedì, è divenuto quindi trampolino di lancio per una serie di altre rivendicazioni, legate alla libertà di movimento, al diritto alla casa e al reddito, alla dignità.
Per questo il corteo che si svolgerà sabato 5, presentato ieri con una conferenza stampa durante il presidio con cui è stato promosso anche dal movimento studentesco, partendo dalla solidarietà alle lotte in Maghreb, andrà a comprendere una serie di altre rivendicazioni con cui la componente migrante potrà iniziare a riprendersi la visibilità e il protagonismo che il primo marzo le sono stati scippati.
SABATO 5 MARZO: CORTEO (concentramento ore 14 in Logge dei Banchi)
LIBERTA’ E DIGNITA’!
Al fianco della lotta dei popoli del nord africa
No ai Cie, alle espulsioni e alle leggi razziste
Per la libera circolazione di tutti e tutte
No hub: contro la militarizzazione del nostro territorio
Contro la sanatoria truffa
No allo sfruttamento ed al lavoro nero
Casa, istruzione e sanità per tutti e tutte
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