Voucher la grande messinscena, nemmeno aboliti sono già tornati
La proposta prevede la re-introduzione dei buoni per le prestazioni “saltuarie” mettendo un tetto di 2’000 euro l’anno e l’obbligo di dichiarazione 60 minuti prima dell’inizio della prestazione lavorativa (chi controllerà?) lasciando però la possibilità di usufruirne a tutti i soggetti dalle famiglie alle grandi aziende alle cooperative fino alla pubblica amministrazione. Una proposta insomma che non solo fa rientrare dalla finestra i voucher del jobs act ma che prevede criteri ben meno restrittivi delle proposte di riforma giudicate troppo “blande” e che avevano portato a decidere infine per l’abolizione.
Viene poi direttamente proposta la liberalizzazione dei contratti a chiamata che diventa “lavoro intermittente semplificato” (per loro). Oggi si tratta di una forma contrattuale che può essere applicata soltanto a fasce di età “estreme” (lavoratori che hanno più di 55 anni o meno di 24 anni) e solo all’interno di quanto previsto nei contratti collettivi nazionali. Limitazioni che cadranno lasciando senza alcun paletto un lavoro già iper-precario. Che cosa vuol dire (per loro) il DDL è Sacconi sembra abbastanza chiaro, lo sarà anche per noi?
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