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Aggiornamenti da Parigi : “Né le Pen né Macron, né patria né padroni!”

Nella mattinata di gioved’ 27 aprile si contavano una ventina di licei bloccati a Parigi e periferia per protestare contro “l’affiche” del ballotagio, ovvero la scelta imposta tra Macron e Le Pen dopo il primo turno. Non solo slogan contro il Fronte nazionale “Tout le monde deteste le FN” quindi, ma anche tanti: “Né le Pen, né Macron, né patria, né padroni” o “Né banchieri ne razzisti”, “LE Pen Macron non ne vogliamo”, “il nostro secondo turno fa pena”. Anche l’università EHESS era bloccata giovedì con uno striscione annunciando: “Stop la marche, éteindre la flamme, ça va péter dans tout Paname”, doppia allusione al “Movimento En Marche” di Macron e la fiamme tricolore simbolo del FN.

Gli studenti si sono poi ritrovati in un migliaio a Republique per un raduno chiamato dai liceali contro “fascismo e liberalismo” e sono partiti in “manif sauvage” riproponendo dinamiche molto vicine alle mobilitazioni dei liceali dell’anno scorso contro la Loi travail. Scontri e gas fin dall’inizio, grosso dispiegamento poliziesco che cercava di bloccare il corteo, sanzioni contro banche e publicità incrociate per strada verso piazza della Nation, CRS e gendarmi mobili prepotenti e aggressivi, e assenza di tutti i sindacati studenteschi o medi istitutionali (UNEF, FAGE, UNL o FIDL).

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Altre città hanno sfilato contro Macron e Le Pen, come Tolosa e Rennes.

La giornata del 27 si ricollega con altre manifestazioni che si sono susseguite dal primo turno delle presidenziali. Un presidio a Republique era convocato domenica 23 per una “notte delle barricade contro la farsa electorale”, e in serata si sono verificati scontri e piccoli cortei per tutto il nord-est della capitale tra Republique, Jaures, Belleville… nonostante la caccia all’uomo organizate dalla polizia. Un’altro appuntamento più o meno participato era stato indotto per il venerdi 28 davanti al comune di Parigi. Ma il momento decisivo sarà il 1 maggio per il quale c’è un appello a formare un nuovo “corteo di testa” come durante il movimento in primavera contro le misure anti-sociali proposte da Hollande.

E’ indubbio che queste mobilizazione sono molto meno partecipate di quelle del 2002, prima volta che il Fronte Nazionale arrivava al seconto turno delle presidenziali. All’epoca il corteo del primo maggio indetto contro Le Pen padre aveva portato in piazza mezzo milione di persone solo a Parigi. Alcune organizzazione della sinistra hanno provato a ripropore lo stesso modellino. I sindacati ufficiali degli studenti medi e degli universitari, con le associazioni SOS Racisme et Ni putes ni Soumises, legate al partito socialista, hanno chiamato a un presidio lunedì 24 sera e anche a bloccare i licei il martedì con la benedizione di certi presidi! Ma c’erano 200 persone a Republique quella sera e un solo blocco il giorno dopo (che peraltro rivendicava l’opposizione ad ambedue i candidati). Due rettori di Università (quella di Paris 7 Descartes e quella di Bourgogne et Poitiers) si sono permessi di scrivere a tutti i loro iscritti per incitarli a votare contre Le Pen. L’appello è a fare fronte comune contro un FN considerato come anti-republicano e votare quindi “per la difesa dei valori della repubblica” (umanesimo, Europa, “fraternità”) non sembra però trovare più eco nella popolazione francese. Chi scende in piazza oggi ha benaltre rivendicazioni e rimanda al mittente l’imposizione del voto utile pro-Macron.

In attesa del secondo turno delle elezioni, i media s’indignano della “de-demonizzazione” Front national, ormai entrato a pieno titolo nell’arena democratica. E se qualche raro giornalista o sindacato come la CGT denunciano le politiche d’austerità di Hollande come co-responsabili della situazione, tutti i media si guardano bene dal soffermarsi sulle propria responsabilità nel spargere discorsi razzisti e securitari, legittimando il partito socialista che tra stato di emergenza e repressione dei migranti ha dispiegato il tappeto rosso a Marine Le Pen.

Vedi anche:

Le guerre civili in Francia (editoriale infoaut dopo il primo turno)

Presidenziali francesi 2017: al secondo turno un banchiere contro una razzista (traduzione da Nantes revoltée)

La Francia al voto: lo show della politica della paura in un paese ingovernabile (commento alla vigilia delle elezioni)

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