Anonymous: lo show della Formula 1 in Bahrain non continuerà!
Da sempre sensibili alle istanze sollevate dalle rivolte arabe (e coinvolti nel supporto ai manifestanti bahrainiti fin dall’insorgere dei primi disordini nel regno insulare), nemmeno questa volta gli attivisti di Anonymous hanno fatto mancare il loro aiuto per attirare l’attenzione sulla grave repressione ai margini del Gran Premio di Formula 1.
Già nei giorni scorsi, attraverso alcune press release, era chiara l’intenzione dei seguaci di V di colpire la connivenza tra gli organizzatori del circo mediatico-sportivo della Formula 1, Bernie Ecclestone in testa, e le autorità della famiglia reale del Bahrain – da secoli al potere e dallo scorso anno in particolare impegnate in una sanguinosa escalation contro il proprio popolo a colpi di lacrimogeni, arresti, torture ed assassinii. E di esprimere la propria vicinanza a tutti i prigionieri politici e ad Abdulhadi Al-Khawaja in particolare, per la cui liberazione è stato coniato l’hashtag #freealkhawaja su Twitter.
In sciopero della fame da oltre 70 giorni, si tratta di uno dei volti più noti della protesta in qualità di co-fondatore del Bahrain Centre For Human Rights (organizzazione di punta nell’opposizione al regime da parte della società civile) e le cui condizioni – con il rifiuto di bere – si sono recentemente aggravate.
Oggi pomeriggio sotto i ripetuti colpi dell’ #OpBahrain sono quindi andati in tilt sia i siti istituzionali del Ministero dell’Interno che della Polizia; e, di pari passo, i domini ufficiali della Formula 1 (http://formula1.com/ e http://f1.com/) sono stati bloccati per due ore, così come il sito http://f1-racers.net/. Su cui tuttora campeggia il seguente comunicato:
Saluti da Anonymous
Per oltre un anno il popolo del Bahrain ha lottato contro il regime oppressivo del Re Hamad bin Al Khalifa. Sono stati uccisi nelle strade, falciati dai veicoli, picchiati, torturati, gasati, rapiti dalla polizia, hanno visto le proprie attività commerciali devastate dalla polizia ed il gas lacrimogeno lanciato dentro casa loro ogni notte.
Il regime ancora continua a negare ogni riforma significativa e ad utilizzare tattiche brutali e violente per opprimere le richieste di riforme del popolo. Non solo lo stato dei Diritti Umani in Bahrain è tragico, ma diviene ancora più drastico ogni giorno che passa. Per queste ragioni ci si dovrebbe opporre con forza al Gran Premio di Formula 1 in Bahrain. Il regime degli Al Khalifa è pronto a raccogliere enormi profitti dalla gara ed ha promesso di utilizzare pallottole reali contro i manifestanti in mobilitazione. Ha già iniziato a deliberare punizioni collettive nei confronti di interi villaggi per le proteste, ed ha promesso ulteriori persecuzioni per “mantenere l’ordine” per gli eventi della Formula 1 in Bahrain. L’organizzazione della Formula 1 era bene al corrente della condizione dei Diritti Umani in Bahrain, ha comunque scelto di contribuire all’oppressione dei civili da parte del regime e verrà punita.
Chiediamo l’immediata liberazione dell’operatore umanitario Abdulhadi Alkhawaja che ha passato oltre 70 giorni in sciopero della fame. Non ha commesso alcun crimine, e sta venendo punito dal regime per la sua difesa dei diritti umani basilari del popolo. Liberate lui e tutti gli altri prigionieri politici del Bahrain. Mettete fine alle torture. Deportate tutta la polizia mercenaria e fermate l’utilizzo del gas lacrimogeno contro i civili.
Non Perdoniamo. Non Dimentichiamo. Aspettateci.
0x0 è stato ed è ancora qui. Unisciti all’#OpBahrain
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