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Artvin: una nuova Gezi Park

Una rivolta popolare è in corso nella città di Artvin, nel nord-est della Turchia, dove il gruppo turco Cengiz Holding, operante nei settori energetico, edilizio ed estrattivo, vorrebbe far sorgere una nuova miniera d’oro.
La lotta, in corso da circa una settimana, ha visto il suo intensificarsi mercoledì 17 febbraio, quando i cittadini si sono riversati nelle strade di Artvin bloccando con falò e barricate la via che conduce alla zona della miniera.
I manifestanti, che avevano collocato i propri veicoli in posizioni chiave sulle colline per impedire che i macchinari appartenenti alla Cengiz Holding non fossero in grado di giungere alla miniera, sono stati caricati dalle forze dell’ordine che hanno risposto alla protesta con l’uso di gas lacrimogeni, portando al ferimento di almeno una persona.

Nel nostro paese, le forze dell’ordine vengono usate come dipendenti di una società mineraria, esponendo il popolo a gas tossici senza alcun riguardo per l’umanità, la natura, i bambini , giovani, anziani, e non per garantire il lavoro pubblico, ma gli affari di pochi ricchi.

La realizzazione della miniera d’oro, il cui progetto inizialmente era stato bloccato su pressione di gruppi ecologisti per poi essere definitivamente approvato dopo i rapporti inerenti all’impatto ambientale, porterebbe all’abbattimento di 3.500 alberi, oltre al drastico
peggioramento della qualità della vita dei cittadini di Artvin.

Giovedì 18 febbraio le talpe di proprietà della Cengiz Holding hanno iniziato i lavori preliminari per la realizzazione della miniera; questo ha generato una pronta risposta dei cittadini di Artvin che in serata si sono nuovamente riversati nelle strade illuminandole con le luci dei telefoni cellulari, chiedendo le dimissioni immediate del governatore.
Le proteste non accennano a diminuire e sabato 20 centinaia di persone provenienti da altre città hanno tentato di raggiungere il centro di Artvin, in appoggio agli abitanti locali. La polizia è nuovamente intervenuta disperdendo i manifestanti con il gas lacrimogeno; pare che siano state arrestate alcune persone, il tutto mentre l’ufficio governatori di Artvin vietava la possibilità di nuovi arrivi in città.

Fonti: The Guardian ToDaysZamanDailyNews

 

da earthriot.altervista.org/

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