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Atene: rilasciati gli 8 arrestati per lo sgombero di villa Amalias

Il centro sociale ospitava dibattiti e progetti politici, concerti e serate teatrali, attività essenziali in un periodo in cui la governance greca porta avanti politiche d’austerity, tagliando drasticamente le spese pubbliche, attaccando pesantemente il settore della sanità e annientando i diritti dei lavoratori.

È chiaro che il governo non poteva più tollerare uno spazio che dimostra che è possibile e realizzabile un’alternativa alle restrizioni imposte dal governo e ai diktat della Troika, è necessario non abbassare la testa davanti all’arrogante prepotenza della casta, non rassegnarsi, ma continuare a lottare. In 22 anni, la polizia ha sgomberato la Villa più volte (ma gli occupanti l’hanno sempre rioccupata), e su questa scia si aggiunge anche l’irruzione del 20 dicembre; durante l’operazione sono state arrestate otto persone, le quali il 21 dicembre sono state sottoposte al procedimento preliminare e il 24 sono comparse in tribunale per la prima udienza.

La solidarietà alla Villa Amalias è stata immediata, sfociando in cortei spontanei per le vie centrali di Atene sia il 21 sia il 24 dicembre in occasione dell’udienza per gli otto occupanti detenuti. L’imponente schieramento delle forze dell’ordine non ha fatto diminuire la determinazione dei manifestanti, i quali non hanno reagito alle continue provocazioni, dimostando ancora una volta quanto sia inefficace la repressione dell’apparato poliziesco.

Gli otto arrestati sono stati tutti rilasciati, in tre non hanno alcuna misura cautelare, per i restanti cinque rimane l’obbligo di presentarsi una volta al mese presso un commissariato di polizia.

Trecento manifestanti hanno predisidiato fuori dal tribunale di Evelpidon durante l’udienza.


Di seguito il comunicato di Villa Amalias
(prima della scarcerazione)

Atene: Comunicato di Villa Amalias 20/12/2012

Oggi, 20/12/2012, la polizia ha invaso la Villa Amalias. Con il pretesto di una denuncia per traffico di droga, con la presenza del procuratore, è stata effettuata una perquisizione. I risultati fanno ridere. Tuttavia il ministro dell’Ordine Pubblico, Dendias, afferma che dagli oggetti ritrovati è dimostrato che la Villa Amalias era un centro di illegalità per 22 anni e, infine, la legge, con la “coraggiosa volontà politica” del Primo Ministro, Samaras, è stata ristabilita.

Con quale acrobazia logica possono essere definite bottiglie di birra vuote “materiali per la fabbricazione di molotov”? In un luogo che contiene sala per concerti di musica e caffè-bar è assurdo che ci sia un gran numero di bottiglie di birra vuote? Cosa vuol dire “materiale infiammabile”? Parlano forse per i liquidi della pulizia della macchina tipografica che funziona nell’occupazione? Possiamo parlare delle maschere antigas, che ogni manifestante che rispetta la sua salute deve avere. Possiamo parlare per i mezzi elementari di autodifesa (petardi, fionde, ecc) in un luogo che è stato più volte attaccato dalle bande paramilitari (incendi dolosi, accoltellamenti, pestaggi), col culmine nel 2008, quando l’allora ministro dell’ordine pubblico Markogiannakis ha visitato i “residenti” di Piazza Pantaleimonas e pochi minuti dopo la sua partenza siamo stati attaccati…

Con il pretesto della perquisizione, tentano di soddisfare un loro costante sogno: l’invasione in uno spazio che per loro è uno dei simboli spaziali di tutti quelli che stanno in piedi con ostilità, verso di tutto quello che rappresenta la sovranità, la dominazione, la sterilizzazione, l’indifferenza, la rassegnazione, la subordinazione. In questo hanno ragione. Questi siamo. Noi e le migliaia dei manifestanti, attivisti, occupanti, scioperanti, i combattenti di strada. Siamo i senza tetto e senza sede, i punk e la gente di strada, i vegetariani e le femministe, quelli che stanno fuori la notte e gli operai, i mendicanti e gli sfruttati, le vittime del razzismo e i vendicatori dell’ingiustizia. Il ministro ci ha descritto come uno spazio di illegalità…

E adesso parliamo seriamente. Villa Amalias è una proposta organizzativa che nel periodo del cannibalismo del memorandum ha dovuto essere affrontata. L’attacco del capitale al mondo del lavoro richiede la distruzione di tutte le sue strutture. La svalutazione dei diritti del lavoro ottenuti e dei sindacati, tutte le strutture di solidarietà e di obbedienza, i progetti dell’auto-organizzazione sono nel mirino. L’agenda politica dell’estrema destra che ha prevalso fin dall’inizio della crisi, è iniziata con le dichiarazioni della “bomba sanitaria” del ministro della salute, Loverdos, contro gli scioperanti della fame al palazzo di Ypatias. È continuata con la persecuzione degli immigrati (muro sulla frontiera di Ebros, campi di concentramento, operazione “Xenios Zeus“), il castigo dei tossicodipendenti sieropositivi, assistita dalla violenza dell’estrema destra contro gli immigrati, gli omosessuali, i venditori ambulanti. Le torture contro gli antifascisti del moto-corteo al quartier generale della polizia (GADA) e gli attacchi sulle occupazioni e la repressione brutale di qualsiasi richiesta di lavoro o sociale, non lasciano dubbi sul fatto che l’avversario ha costruito un blocco solido contro il quale dobbiamo resistere.

Siamo per 22 anni in un edificio che era stato abbandonato da decenni. Lo conserviamo e gli diamo vita. Siamo un’occupazione che ha sempre le porte aperte a gruppi, persone e progetti che promuovono la cultura anti-commerciale, la dignità umana, le lotte sociali, antifasciste e di classe. Villa Amalias dà un duro scontro non per proteggere quattro muri, ma i desideri, i sogni e le speranze per una vita più libera per tutti.

Invitiamo tutti coloro che trovano una parte di se stessi nel lungo funzionamento dell’occupazione di dare con noi questa battaglia cruciale.

In questo mulino i boia-Don Chisciotte attaccano, mentre in realtà sono in caccia di idee. Queste sono i spazi dell’illegalità per loro. Sono in caccia di chimere e raccoglieranno incubi.

 

IL FUOCO NON CI BRUCIA
IL FUOCO BRUCIA DENTRO DI NOI
SOLIDARIETÀ ALL’OCCUPAZIONE VILLA AMALIAS

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