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Bahrain: stato d’emergenza di sangue

Ieri è stato dichiarato lo stato d’emergenza per la durata di almeno tre mesi e la tensione è salita alle stelle. Ore di attesa in Pearl Roundabout interrotte da altri annunci che dichiaravano chiuse scuole, università e la borsa facendo presagire che da li a poco, insieme ai rinforzi sauditi (che oltre a più di mille soldati contano anche su circa 500 poliziotti), sarebbe scattata l’operazione più violenta del regime (che non ha esitato a sparare negli ospedali o a fucilare in pieno petto manifestanti pacifici a due metri dai cordoni di polizia). Questa mattina buldozer, blindati, pulmini pieni zeppi di celerini armati di tutto punto si sono dapprima attestati intorno a Piazza della Perla, e dopo un fitto lancio di lacrimogeni la polizia ha iniziato a sparare ad altezza d’uomo (per ora si contano 5 manifestanti uccisi, e numerosissimi feriti che potrebbero far salire il conto dei morti) e ad incendiare le tende allestite dei manifestanti sgomberando almeno per ora la piazza. In alcune strade sono state improvvisate barricate ed in queste ore è ancora in corso la resistenza da parte dei manifestanti che continuano ad scendere in corteo anche nelle periferia di Manama, la capitale del regno.

L’impiego di truppe saudite sta sollevando l’indignazione delle organizzazioni per i diritti umani e dei partiti dell’opposizione, ma arrivano in questi minuti notizie di primi sit-in di protesta anche in altre regioni della penisola arabica come in Oman. D’altronde ormai non c’è più uno stato arabico a non essere teatro di manifestazioni contro i regimi e la crisi economica, evento storico per territori governati da corone che mai hanno tollerato ogni minima espressione di dissenso popolare. Anche l’Iran ha protestato contro l’escalation repressiva nella regione tentando di accreditarsi agli occhi dei manifestanti come potenza solidale, anche se la piazza bahrenita sembra ben più concentrata a tenere salda l’unità del movimento tra sunniti e sciiti che seppur in maggioranza nelle manifestazioni non perdono mai occasione per sventolare la bandiera del Bahrain sopra le barricate o a pochi centimetri dai plotoni.

 

 

 

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