Caso Bateragune: dure condanne a Otegi e a diversi militanti indipendentisti
In base alla sentenza il Tribunale Spagnolo ha confermato l’accusa della procura secondo la quale i 5 degli 8 imputati appartengono a un “gruppo selezionato tra le fila della sinistra abertzale che in pieno accordo e seguendo le superiori direttive di ETA, nella quale di sono integrati, progettavano una strategia di accumulazione di forze”. Per la magistratura spagnola è indubbia l’appartenenza a “organizzazione terrorista” dei cinque rappresentanti politici. Nella sentenza si può rilevare come invece non vi siano state prove atte a confermare la tesi della ricostruzione della dirigenza di Batasuna -da qui la denominazione “bateragune”- agli ordini di ETA.
Quella di oggi più che una sentenza sembra essere un castigo il cui messaggio risulta chiaro: il percorso politico intrapreso dalla sinistra indipendentista e da buona parte della società basca, rimane esclusivamente unilaterale. Dall’ottobre del 2009 numerosi passi sono stati compiuti in direzione di una risoluzione del conflitto basco: la sinistra indipendentista ha avviato un processo che sembra ormai irreversibile al cui interno l’organizzazione armata ETA ha dichiarato una tregua permanente, generale e verificabile mentre le ultime elezioni amministrative hanno dimostrato come la società basca creda in tale percorso politico. Ma quello che si riafferma ancora una volta è la non volontà dello Stato spagnolo di trovare una soluzione al conflitto basco. La sentenza di oggi vuole ostacolare in tutti i modi il processo politico in atto in Euskal Herria, e crede di farlo punendo e privando della libertà persone che hanno promosso e spinto tale percorso. Che lo Stato spagnolo ancora non si renda conto che il confronto non avviene tra soggetti politici particolari ma con buona parte della società basca, delinea come non abbia compreso fino in fondo l’entità di tale processo politico. La logica repressiva continua ad essere per certi versi la stessa e, come Caronte alle porte dell’inferno, sembra dire “Lasciate ogni speranza, voi ch’entrate”, (mal)celando una paura intrinseca che non ha mai abbandonato lo Stato spagnolo.
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