Chiesti gli ergastoli per Gezi Park
Sta trapelando solo in questi giorni, la notizia che la 30esima corte penale di Istanbul ha accolto il rinvio a giudizio con la richiesta di ergastolo per 16 attivisti che nel 2013 hanno partecipato e organizzato le proteste di Gezi Park.
C’è qualche nome noto, come il giornalista Can Dundar, ex-direttore del quotidiano Cumhuriyet, attualmente in esilio in Germania perché accusato di spionaggio (per aver svelato i rifornimenti di armi da parte dei servizi segreti turchi MIT a gruppi jihadisti in Siria) ed appartenenza ad associazione terroristica, una delle accuse più frequenti nei processi di massa seguiti al “golpe” del 2016. Anche l’uomo d’affari e attivista politico Osman Kavala, già in carcere accusato di essere vicino al leader religioso Fethullah Gülen, oppositore di Erdogan e apparente ispiratore del “golpe”, è incriminato per i fatti di Gezi Park.
L’impianto dell’accusa è quello tipico del regime di Erdogan: si cerca di bollare l’opposizione politica al Sultano, che con le proteste di Gezi Park si è espressa ben prima della stretta giudiziaria seguita al golpe del 2016, come associazione terroristica e tentativo di sovvertire l’ordine “democratico“ dello Stato. L’ergastolo è la richiesta di pena più alta mai vista in aula per le proteste sociali di Gezi Park del 2013, seguite all’ennesimo tentativo di gentrificazione della città vecchia di Istanbul con il tentativo di smantellare un grande parco pubblico per costruirvi un centro commerciale. Cominciate come acampadas in piazza, le proteste – che vedevano la partecipazione di gruppi rivoluzionari, comunità religiose e società civile – sono state da subito attaccate dalla polizia del regime. Barricate, scontri e migliaia di arresti infiammarono Istanbul per settimane.
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