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Cile:Mobilitazione nell’Isola Grande di Chiloè

Nayades Flores Pizarro

Nell’Isola Grande di Chiloé, Regione di Los Lagos, Cile, si sta vivendo la più grande catastrofe marina degli ultimi decenni provocata dagli allevamenti di salmone.

Gli abitanti dell’Isola Grande di Chiloé, sono mobilitati da 72 ore, questo perché oggi stanno vivendo la più grande catastrofe della flora e fauna marina.

Hanno una marea rossa, dove il parametro di intossicazione è giunto al di sopra del 750%, sopra il limite esistente, si sa, inoltre, che alcuni giorni fa, con l’autorizzazione della giurisdizione marina, gli allevamenti di salmone sono stati autorizzati a gettare scarti di salmone (morti) equivalenti a cinquemila tonnellate, e questa è una pratica che stanno facendo da molto tempo, situazione che gli abitanti dell’Isola non tollerano più, questo perché oggi la popolazione che è composta per quasi l’80% da pescatori o famiglie legate alla pesca, non hanno più la loro principale fonte di lavoro e di entrate.

La presidente del Cile ha decretato la regione come Zona di Catastrofe, autorizzando un sostegno economico per le famiglie di $ 100.000 familiari mensili, equivalenti a US$ 120, logicamente un importo insufficiente per una famiglia che produceva tra gli US$ 800 e gli US$ 1.000 mensili.

Tutto questo ha fatto sì che gli Isolani stiano oggi bloccando i principali accessi all’Isola, provocando un reale impatto sul potere, questo perché il 100% della popolazione Chilote aderisce alla mobilitazione, per protestare affinché le autorità, per prima cosa possano correggere il grave errore dell’importo di assegnazione concesso a ciascuna famiglia, e perché i padroni degli allevamenti di salmone, che hanno il controllo economico della regione, mettano veramente la faccia.

Ci troviamo nuovamente di fronte ad una catastrofe dal carattere “naturale”, che logicamente non è naturale, dato che viene provocata da queste imprese transnazionali del salmone, che di fronte a questo disastro oggi non vengono punite, protette da leggi che non disciplinano il potente e che gli permettono di usare il pianeta, come una materia prima per arricchire i propri conti correnti, e di utilizzare l’ecosistema come discarica.

Le famiglie Chilote, autoctone, sanno che questo non è un disastro naturale, ma che è provocato da queste transnazionali, pertanto sono in allarme, organizzati, senza fiducia nelle informazioni che gli sono fornite dalle autorità, da indagini di laboratorio che non informano in modo trasparente sulla dimensione e sull’impatto nel tempo, poiché questi prodotti tossici rimarranno nel mare. Queste transnazionali che agiscono impunemente danneggiando la principale fonte di lavoro e l’alimentazione della regione sono anche esonerate da ogni responsabilità.

È importante trasmettere questa notizia attraverso i mezzi di comunicazione affinché dicano la verità, dato che nel nostro paese si parla solo del fatto che c’è una marea rossa e dei gravi danni che si stanno creando a causa delle mobilitazioni e non si dice cosa c’è alla base della situazione, chi è che sta provocando la mobilitazione dei Chiloti? Chi sta provocando la morte della flora e della fauna marina? Chi non viene giudicato per quanto avviene? Chi protegge il potente? Chi mente al popolo?

Sempre i medesimi, i potenti, impuniti di fronte alla legge, che fanno sì che tutta una regione oggi non abbia la possibilità di generare la sua principale fonte di lavoro e che le famiglie sicuramente non abbiano alimenti.

È urgentemente necessario che questa notizia sia mostrata, dato che si sta già creando una pressione, con l’arrivo di poliziotti delle forze speciali, per controllare la mobilitazione ed evitare di continuare a creare perdite a queste transnazionali.

08 maggio 2016

da:comitatocarlosfonseca.noblogs.org

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