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Colombia. Lettera aperta dell’ELN al Presidente Santos

Siamo stati pubblicamente ripetitivi e particolarmente sulla nostra volontà di dialogo con il governo, precisando che è un dialogo senza condizioni per cercare in Colombia la pace con giustizia sociale.

Ma il presidente, per portare avanti il dialogo, ha usato i mezzi di comunicazione per porre delle condizioni all’ELN.

Se di questo si tratta, anche l’ELN avrebbe molte condizioni, per esempio: che appaiano coloro che sono stati fatti sparire dagli agenti dello stato, che siano date le garanzie affinché i più di 5 milioni di sfollati ritornino ai luoghi di origine, che sia fatta giustizia dei responsabili intelettuali e materiali dei cosiddetti “falsi positivi” e che migliorino le condizioni carcerarie dei prigionieri politici e di coscienza.

Vediamo che è necessario che, in un clima per continuare a camminare verso i dialoghi, il governo agisca in modo coerente, perché mentre ci sollecita riservatezza, il presidente si attribuisce il diritto di usare i microfoni e i media per porci delle condizioni.

Tutti i temi che oggi possono essere parte del conflitto o un ostacolo alla pace, sono i temi che devono essere trattati ad un tavolo di dialogo. Porli come condizioni per il dialogo è mettere dei bastoni nella ruota.

È stato il governo, che in modo manifesto e pubblico, ha definito che si dialogherebbe in mezzo al conflitto, mentre continuerebbe a portare avanti le sue operazioni militari, con l’argomento che un cessate il fuoco favorirebbe gli insorti. Se è così, perché ora condizionare il dialogo di fronte ad un determinato modo di agire degli insorti? Non potremmo noi usare questa stessa risorsa per porre delle condizioni?

Sulla messa in libertà del dirigente della transnazionale mineraria canadese Braewal Mining, il signor Jernoc Wobert, abbiamo sollecitato che, tanto il governo colombiano come l’impresa canadese, devolvano alle comunità del Sur de Bolívar 4 concessioni minerarie che l’impresa ha acquisito in modo fraudolento e con tangenti. Di fronte a questa richiesta, l’impresa mantiene il silenzio e il governo risponde militarizzando il Sur de Bolívar nel tentativo di ottenere il riscatto attraverso la via militare.

Lei, signor presidente, ha imposto la formula del dialogo in mezzo al conflitto, realtà che abbiamo accettato. Nonostante ciò, seguitiamo ad essere disposti a continuare gli sforzi affinché i dialoghi di pace siano portati avanti. Lei sa che è così, signor presidente.

Salutiamo tutte le voci che, in Colombia e all’estero, hanno riaffermato che un reale cammino di pace richiede l’ascolto delle grida di tutta la società, in particolare degli esclusi dal potere e, certamente, del dialogo con tutti gli insorti.

Montagne della Colombia
La Colombia ai lavoratori

Nessun passo indietro, Liberazione o Morte

Dal Comando Centrale dell’ELN

Nicolás Rodríguez Bautista

Prima settimana di luglio 2013

da ComitatoCarlosFonseca

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