InfoAut

Colpo di Stato parlamentare in Paraguay

Negli ultimi giorni tre colleghi dibattevano circa il colpo di Stato avvenuto nella Repubblica del Paraguay. Uno di loro, M. Riorda, ha scritto: “Le scienze politiche da oggi hanno una nuova e triste categoria: il ‘colpo di Stato Parlamentare’”. Un altro, D. Zovatto Garetto, ha commentato: “Se i meccanismi di difesa collettiva della democrazia, regionali e sub regionali, vengono ridicolizzati da due dei Paesi più deboli della regione, Honduras e Paraguay, la credibilità dei suddetti meccanismi risulta ferita a morte”. E M. Barrios faceva riferimento ai profondi cambiamenti che il governo di Fernando Lugo aveva generato, infrangendo il sistema partitico che aveva ridotto il Paraguay ad essere una specie di semi-Stato con una vuota democrazia formale grazie alla complicità tra il Partito Colorado e il Partito Liberale. Le mie riflessioni invece, non prenderanno spunto dalle difficoltà sopra citate, ma dalla visione geopolitica dell’importanza regionale del Paraguay.

Quando abbiamo scritto che “l’operazione di destituzione del Presidente Lugo si è consumata”, sotto le spoglie di un atto strettamente e cinicamente ‘costituzionale’ e con un sommo giudizio politico in cui sono state violate le più elementari norme del diritto alla difesa, si consumava il colpo di Stato parlamentare. Questo deve farci riflettere riguardo le nuove forme che i poteri tradizionali utilizzano per realizzare ‘gli aggiustamenti’ che consentano loro di non perdere il potere che sono riusciti ad accumulare in anni di manipolazione dello stesso. E noi latinoamericani, dobbiamo prenderne nota. L’ultimo tentativo di golpe tradizionale ebbe luogo il 09/04/2002 in Venezuela e finì in una completa disfatta il 14/04, quando Hugo Chavez si riprese il potere. A partire da allora, i nuovi modelli di colpo di Stato furono più sottili: golpe di mercato (un altro contributo alle scienze politiche dall’America Latina), come il caso Alfonsín (oggi applicato in Europa all’Italia) o i golpe argentini del 2001, che si conclusero con la rinuncia da parte di Fernando De la Rúa a cause delle pressioni dei legislatori e dei capi del suo stesso partito UCR. O quello dell’Honduras del 2009, quando il Congresso destituì José Manuel Zelaya Rosales con l’accusa di presunto tradimento della patria e altri delitti. Tutto ciò ci porta a concludere che le democrazie liberali presentano un importante tallone d’Achille che si è ulteriormente aggravato con il trionfo della globalizzazione, dal momento che la concentrazione dei poteri economici non ha più bisogno dell’aiuto di eserciti nazionali di pretoriani come nell’antichità, ma ricorrendo a strumenti più ‘civili’, come il controllo dei mezzi di comunicazione di massa o la pressione economica e politica, mette ‘le cose al loro posto’, utilizzando a tal fine arguzie pseudo-legali.

Il Paraguay non avrebbe potuto liberarsi facilmente da 60 anni di tirannia di Alfredo Stroessner con un sistema bipartitico armato per garantire il potere ai partiti conservatori, integrato da proprietari terrieri ed imprenditori. Lugo ha sfatato anche un altro tabù, tipico del conservatorismo: ha fatto propria l’idea di Patria Grande rifiutata dal vecchio regime: venerdì 22/06 il senatore che portava avanti la messinscena della destituzione ha dichiarato ad una radio di Cordoba che il Congresso paraguaiano non riconosceva la UNASUR e contestava Lugo per la firma del Protocollo di Ushuaia II sull’impegno democratico nel MERCOSUR insieme alla Repubblica di Bolivia ed al Cile. Quest’accusa vale una confessione degli accusatori; aggiungiamo che questo ‘Senato paraguaiano’ ancora riconosce come rappresentante del popolo cinese l’isola di Taiwan, tanto per rendere chiara la mentalità da Guerra Fredda di questi oligarchi conservatori. Lugo ha realizzato anche atti di affermazione della sovranità nazionale che non gli sarebbero stati perdonati facilmente, come vietare l’ingresso di una missione umanitaria diretta da militari statunitensi per la polemica che aveva suscitato nella regione l’accordo militare tra Stati Uniti e Colombia. Così come il congelamento della base di Mariscal Estigarribia, costruita sotto la tirannia di Stroessner con la presenza di militari nordamericani e mantenuta sotto la ‘democrazia’ fino all’arrivo di Fernando Lugo, il quale, per migliorare le relazioni con la vicina Bolivia invitò Evo Morales a visitare la stessa perché vedesse personalmente l’assenza di personale militare statunitense. (Base denunciai nel 2005).

Però questo nefasto capitolo della storia nordamericana non si conclude semplicemente con il consolidamento di un nuovo colpo di Stato, ma si estende nella sua proiezione geopolitica regionale; il Paraguay è al centro di questa unità geoeconomica denominata MERCOSUR e questo passo indietro evidenzia semplicemente un momento gravissimo per le intenzioni continentaliste della maggior parte dei Paesi della regione e rappresenta un colpo ai due soci maggiori: Argentina e Brasile. Una scossa tremenda soprattutto per quest’ultimo e le sue aspirazioni di consolidarsi come leader del continente ed alla sua proiezione globale datagli dall’essere membro dei BRICS: se non riesce a mantenere l’armonia alle sue frontiere con un interlocutore che gli fornisce un gigantesco approvvigionamento energetico per mezzo della diga Itaipù (passo indietro che dobbiamo sommare alla recente creazione della cosiddetta Alleanza del Pacifico), le sue ambizioni di potenza globale sono seriamente in dubbio.

D’altro canto è un forte campanello d’allarme questo metodo di ristabilire i vecchi regimi sfruttando i conflitti sociali. Il principale argomento per la destituzione sono stati i morti di Curuguaty, caduti quando un gruppo di poliziotti ha tentato di eseguire un ordine di sgombero ed è stato attaccato da un gruppo di franchi tiratori (mandati da chi?) mescolati ai contadini che reclamavano terra per sopravvivere. Il bilancio è stato di 17 morti, di cui 6 poliziotti e 11 agricoltori, e decine di feriti gravi. Ricordiamo che lo sgombero è stato realizzato dal Gruppo Speciale per le Operazioni (GEO, Grupo Especial de Operaciones) della polizia nazionale, che è un gruppo d’elite addestrato in Colombia sotto il governo di Uribe per reprimere le insurrezioni. Non si spiega come poliziotti altamente addestrati siano potuti cadere facilmente in una presunta trappola tesa da agricoltori. E tra i poliziotti caduti c’era anche il capo del Gruppo, il commissario Erven Lovera, fratello del tenente colonnello Alcides Lovera, capo della sicurezza del Presidente Lugo (tipico messaggio mafioso). Affinché cominciamo a capire come si pianificano i nuovi modelli di intervento basati sui conflitti sociali, è bene tenere presente come si inasprisce il conflitto con i poliziotti in Bolivia, altro tema da seguire da vicino per le sue possibili conseguenze istituzionali.

Affermiamo che dal punto di vista geopolitico e geoeconomico questo colpo di Stato è un passo indietro per l’idea di consolidare il MERCOSUR e di ampliarlo (ricordiamo che questo Senato paraguaiano è quello che bloccò l’accesso del Venezuela al Mercato Comune). Il Paraguay è un Paese mediterraneo, collegato alla regione con i suoi fiumi, tutti navigabili, che ha incrementato fortemente la sua importanza come produttore di generi alimentari, con un grande potenziale di energia idraulica, e comprende nel suo territorio una delle chiavi del passaggio terrestre tra i componenti del MERCOSUR; è parte, insieme alla Bolivia, del territorio geografico che unisce i Paesi dell’Atlantico con quelli del Pacifico; ed infine il suo territorio ha grande importanza per la falda acquifera Guarani (ricordiamo che le guerre del futuro saranno combattute per l’acqua secondo la Banca Mondiale). Un altro dato strategico – militare di non minore importanza è il tema della Triplice Frontiera dove da anni il Comando Sud degli USA pianifica di porre una presenza maggiore per controllare presunti gruppi terroristici internazionali dei narcos.

Tutto ciò ci porta a concludere che se gli organismi della regione, MERCOSUR, UNASUR e il suo Consiglio di Difesa, non riescono a risolvere, costi quel che costi, la crisi generata dall’azione dei gruppi oligarchici del Paraguay, come durante la crisi di Bolivia (separatismo Camba) e il conflitto tra Colombia ed Ecuador, l’utilità degli stessi meccanismi sarà soltanto retorica ed impedirà il consolidamento del modello continentalista al quale tende la multipolarità attuale. Di conseguenza, il Brasile dovrà ridimensionare le sue aspirazioni di leader della regione ed accontentarsi di essere un mero socio privilegiato della potenza nordamericana (gli Stati Uniti stanno penetrando nuovamente nella regione grazie all’Alleanza Atlantica e a questo golpe), ed è difficile credere che il Senato paraguaiano abbia preso la decisione di destituire Lugo senza il lasciapassare della potenza del Nord. Questo potrebbe costituire un punto senza ritorno e un attacco diretto al cuore della UNASUR. Per questo non possiamo rimanere estranei.

26 giugno, 2012 Carlos Pereyra Mele

(Traduzione dallo spagnolo di Paola Saliola)

 

NOTE:

Carlos Alberto Pereyra Mele, politologo e docente universitario argentino, è membro del Comitato Scientifico di “Geopolitica”.

FONTE:

Dossier Geopolitico, 24 giugno 2012.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Armi e appalti: l’Italia mantiene aperto il canale con l’industria militare israeliana

Nonostante la campagna di sterminio contro la popolazione palestinese della Striscia di Gaza, Arma dei Carabinieri e Polizia di Stato continuano ad equipaggiare i propri reparti di pronto intervento rifornendosi presso le più importanti aziende israeliane.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bambini sfruttati e affumicati nei campi della California

Molto lontano dai campi di Entre Ríos o Santa Fe, i bambini contadini della California lavorano dagli 11 ai 12 anni, sfruttati, mal pagati, in terreni affumicati con pesticidi e con il terrore di essere deportati insieme alle loro famiglie di migranti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina, i coloni attaccano volontari internazionali: feriti tre italiani

Un nuovo attacco dei coloni israeliani ha colpito la comunità di Ein al-Duyuk, vicino a Gerico, nella Cisgiordania occupata.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Drone assassino israeliano massacra due fratellini palestinesi

Fadi Tamer Abu Assi e Juma Tamer Abu Assi, bambini palestinesi di 10 e 12 anni, sono stati ammazzati da un drone israeliano a est di Khan Yunis (sud della Striscia) mentre raccoglievano legna per il padre ferito.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Membro della Knesset: Israele sta “importando la guerra di sterminio” da Gaza alla Cisgiordania

Un membro israeliano della Knesset (Parlamento) ha affermato che Tel Aviv sta “importando” la sua “guerra di sterminio” dalla Striscia di Gaza alla Cisgiordania occupata.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

CONTRO I SIGNORI DELLA GUERRA E PADRONI DELLA CITTÀ, BLOCCHIAMO TUTTO!

Oggi, nell’ambito dello sciopero generale indetto dal sindacalismo di base, come realtà autorganizzate del movimento milanese abbiamo deciso di bloccare l’ingresso principale della sede dirigenziale di ENI S. p. a. di San Donato.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Linee gialle e zone verdi: la divisione di fatto di Gaza

Crescono i timori che il nuovo mosaico di zone diverse di Gaza, separate da una Linea Gialla, possa consolidarsi in una partizione permanente del territorio.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La Germania è in crisi e vaga nella nebbia

Le ultime notizie dal paese teutonico indicano che la sua crisi economica non si arresta ed entra ormai nel suo quarto anno.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bombardamenti israeliani contro il Libano: 5 morti, tra cui l’Alto comandante di Hezbollah, Haytham Ali Tabatabaei

Beirut-InfoPal. Il ministero della Salute Pubblica libanese ha diffuso il bilancio ufficiale dell’attacco israeliano senza precedenti contro un’area residenziale alla periferia sud di Beirut, domenica 23 novembre: cinque morti e 28 feriti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Verso il 28 novembre: i comitati sardi chiamano alla mobilitazione

Diffondiamo l’appello uscito dalla rete Pratobello24 che invita tutti i comitati che lottano contro la speculazione energetica a unirsi allo sciopero e alla mobilitazione del 28 novembre.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Morte di Ramy Elgaml: altri due indagati per falso tra i carabinieri premiati con l’Ambrogino d’Oro

Altri due carabinieri sono stati iscritti nel registro degli indagati con le accuse di aver fornito false informazioni al pubblico ministero e di falso ideologico in atti pubblici nell’ambito dell’indagine sulla morte di Ramy Elgaml

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Genova: corteo operaio sotto la Prefettura. Sfondate le reti della polizia, lacrimogeni sulle tute blu

La rabbia operaia continua a riempire le strade della città ligure contro il (non) piano del governo Meloni sul destino di migliaia di operai ex-Ilva e sul futuro del comparto siderurgico in Italia.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Presidio permanente di San Giuliano: dove abbattono case, noi costruiamo resistenza!

Martedì 2 dicembre, durante l’assemblea popolare, i/le giovani No Tav, hanno fatto un importante annuncio: casa Zuccotti, dopo essere stata espropriata da Telt, torna a nuova vita.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Torino: riflessioni attorno “all’assalto squadrista alla sede della Stampa” e alla libertà di informazione

Il centro sociale Askatasuna di Torino è tornato al centro del dibattito politico nazionale dopo l’azione alla redazione de La Stampa del 28 novembre durante la manifestazione nel giorno dello sciopero generale

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Appello di docenti, ricercatori e ricercatrici universitarie per la liberazione di Mohamed Shahin

Riportiamo l’appello di docenti, ricercatori e ricercatrici per la liberazione di Mohamed Shahin, per firmare a questo link.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Investimenti israeliani sui progetti delle grandi rinnovabili in Italia

Diamo il via all’inchiesta collettiva sugli investimenti israeliani sui progetti delle grandi rinnovabili che abbiamo deciso di iniziare durante la “Due giorni a difesa dell’Appennino” a Villore, di cui qui si può leggere un resoconto e le indicazioni per collaborare a questo lavoro.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Un primo resoconto dell’appuntamento “Due giorni a difesa dell’Appennino”: come continuare a rendere vivi i nostri presidi di resistenza dal basso

Iniziamo a restituire parte della ricchezza della due giorni a difesa dell’Appennino, svoltasi in una cornice incantevole a Villore, piccolo paese inerpicato tra boschi di marronete e corsi d’acqua, alle porte del parco nazionale delle Foreste Casentinesi.