InfoAut
Immagine di copertina per il post

Comuni e cooperative in Rojava: il cuore della rivoluzione

Accade così che il Tev Dem e il Kongrea Star abbiano sparso migliaia di militanti politici in tutte le città e in tutte le campagne del Rojava. Compito: avviare progetti e condividere esperienze, competenze e visioni teoriche con la popolazione, fino a che le forze popolari non siano in grado di autogovernare i loro territori e si siano disabituate ad attendere che un potere esterno (lo stato, lo stesso movimento, o il partito che ne costituisce il nerbo) faccia le cose per (o contro) di loro. Sul piano dell’organizzazione delle relazioni sociali, il tessuto essenziale è quello delle comuni, che non sono un’entità mitica, romantica o immaginaria, ma istituzioni dove gente con due gambe e due braccia si riunisce in media una volta al mese, discutendo eventuali problemi e cercando soluzioni. Ogni comune elegge delle commissioni incaricate di occuparsi di aspetti specifici, come necessità sanitarie, di autodifesa o giudiziarie, e due co-presidenti, come sempre un uomo e una donna. Queste commissioni, assieme ai co-presidenti, si incontrano più frequentemente dell’assemblea generale (sembra che la popolazione del Rojava consideri le assemblee uno strumento necessario, ma sia del tutto immune al loro culto feticistico) e affrontano tutta una serie di incombenze pratiche.

Una delle più preziose è la risoluzione delle contrioversie che nascono nell’unità territoriale di competenza (liti su appezzamenti di terra, confini delle abitazioni, offese reali o presunte, e quant’altro). Per questo esiste un comitato di conciliazione per ogni comune, che riesce – secondo dati forniti dai giudici del tribunale popolare di Amuda – a risolvere i due terzi dei problemi tra persone senza che il tribunale debba essere coinvolto (qualcosa di inimmaginabile per il sistema iper-statalizzato d’Europa). Occorre ricordare che non esistono soltanto comuni fondate su una competenza territoriale, ma anche comuni delle donne, degli studenti e dei lavoratori: ogni individuo può far parte di diverse comuni contemporaneamente per questa ragione, essendo tanto l’abitante di un certo villaggio o di un certo quartiere, quanto lo studente di un’accademia o eventualmente una donna o un lavoratore del comparto agricolo, edilizio, di fabbrica o estrattivo. La comune è, in ultima istanza, l’unità minima popolare di discussione e presa di inziativa e decisione su un ramo della vita sociale: quartiere, economia, genere, educazione, ecc.

Il Tev Dem e le migliaia di comuni che, grazie alla sua azione capillare, infaticabile e metodica, si sono create si sono assunti il compito, da circa due anni (quindi con enorme benché compresibile “ritardo”, come il movimento stesso ammette), di promuovere un’iniziativa economica generale in Rojava che sia al tempo stesso di sviluppo e di trasformazione. Nei tre cantoni esiste già, naturalmente, uno strato economico capitalistico, benchè sottosviluppato e basato essenzialmente sulla rivendita e lo scambio di prodotti agricoli, acqua, snack e bibite, altre merci di uso ordinario, che si identifica con la grande serie di piccoli negozietti che costellano le distese di mattoni disadorni e asfalto che interrompono il panorama semi-desertico della regione. A ciò si aggiunge una rete minima di fabbriche private, benchè da sempre molti beni che circolavano per il Rojava siano importati, ed oggi lo sono ad alto costo e in limitata quantità sul mercato nero, a causa dell’ermbargo di stato islamico, gruppi legati all’Alto Comitato per i Negoziati di Ginevra (tra Afrin e Aleppo), Turchia e Kurdistan iracheno. Esiste inoltre un livello ancor più profondo rappresentato da una vasta rete comunistica di sussistenza, fondata sul consumo di prodotti agricola e della pastorizia all’interno dei clan.

La rivoluzione ha dovuto procedere, per ragioni politicamente urgenti (militari) con l’immediata espropriazione del demanio statale siriano e la creazione di un capitalismo di stato (dove lo “stato” sarebbe il coordinamento cantonale), ad esempio vendendo beni ottenuti da siti espropriati (in primo luogo pozzi petroliferi, sebbene ne funzioni una piccola parte), alla popolazione interna per usi ordinari. Questa e altre fonti di stabilità finanziaria minima hanno permesso al consiglio esecutivo di armare e organizzare la logistica delle Ypj-Ypg e degli Asaysh, le guardie rivoluzionarie, e costruire la presenza territoriale dei militanti del Tev Dem e del Kongrea Star, oltre che mettere in piedi un sistema scolastico e accademico ancora agli albori, ma che già offre un’occasione inestimabile a una parte della popolazione per accedere a una formazione complessa. Tutto questo, però, non è la trasformazione, nella visione dei quadri rivoluzionari del Rojava, ma il presupposto: la rivoluzione non può essere realmente in marcia finché non sono le componenti popolari ad assumere direttamente l’iniziativa economica.

Lo strumento prescelto, a questo scopo, sono le cooperative: ad oggi, nel solo cantone di Cizire, e per il solo comparto agricolo, lavorano 12 cooperative di donne e uomini, più 6 cooperative di sole donne, per un totale di 6.315 soci su un territorio di 328.270 acri. Le cooperative industriali si stanno estendendo nel ramo dei cavi elettrici e dei generatori, dei semini di pistacchio abbrustoliti (che non a caso sono nelle mani di chiunque), delle bottiglie di acqua naturale (in medio oriente l’acqua che scorre dai rubinetti non è potabile, e non a caso la cooperativa conta 992 membri), degli impianti petroliferi (1250 membri), dei distributori di benzina (100 membri) e dell’edilizia (124 membri). Esistono anche due comuni agricole di villaggio, in forma sperimentale, nelle località di Faqira e Jadida, nei pressi di Derbasiye, che riguardano rispettivamente 24 e 17 famiglie. Naturalmente esistono anche altre cooperative, queste sono quelle promosse dal Tev Dem, caratterizzate da certi scopi (“rafforzare il senso di responsabilità sociale e comune per costruire una società politica e creativa”) e da certe caratteristiche, elencate in un indirizzo del comitato economico del Tev Dem approvato il 19 gennaio 2016.

Le regole generali previste in questo indirizzo sono le seguenti: è la comune ad approvare o a deprivare un membro dell’appartenenza a una cooperativa, e tutti i membri delle cooperative devono essere memebri delle comuni (occorre ricordare, infatti, che l’appartenenza alle comuni è volontaria, e non a caso una fetta della popolazione non vi partecipa, vuoi per inerzia, vuoi per ostilità politica alla rivoluzione). Non più di una persona per famiglia può far parte di una cooperativa e non è possibile comulare gli incarichi di coordinamento; le decisioni, in ogni cooperativa, sono prese dall’assemblea generale dei membri, che si riunisce ogni 3 mesi ed elegge un’autorità direttiva di almeno tre membri e un’autorità finanziaria di almeno altri tre membri, il cui operato deve essere documentato e reso pubblico, oltre che approvato dall’autorità generale che resta nelle mani dell’assemblea (è possibile creare anche un’autorità di controllo separata da quelle finanziaria e direttiva per monitorarle, a discrezione dell’assemblea). Per impedire la speculazione, ogni membro può acquistare da un minimo di una quota a un massimo di cinque (le quote si aggirano tra le 10.000 e le 50.000 sterline siriane, ossia tra i 20 e i 100 euro ca).

Il 50% del profitto è diviso tra soci semplici e soci lavoratori, con una differenza di dividendo che premia questi ultimi (cioè chi lavora e non si limita a versare la quota); il 30% resta al fondo della cooperativa per incrementare il capitale per i progetti futuri; il 20% è depositato nel fondo della comune di riferimento per i bisogni della società. (Queste percentuali, tuttavia, sembrano non essere rigide ed esiste una flessibilità a seconda dei contesti d’iniziativa economica). L’incremento di capitale è regolamentato: 30% il primo anno, 25% il secondo, ecc., fino a un 10% il quinto anno. I membri ricevono un salario mensile cui si aggiungono i dividendi alla fine dell’anno o al termine di un grosso lavoro. La cooperativa viene chiusa dopo il secondo anno di perdite e i membri delle autorità direttive e finanziarie sono esclusi da questi ruoli per un anno; ne sono esclusi per dieci anni in casi particolarmente gravi. Esistono anche limiti di capitale, per evitare che le cooperative accumulino eccessiva potenza economica: 1 mln di sterline siriane per le più grandi, 50.000 per le più piccole, 200.000 per quelle classificate come medie. Il sistema penale delle cooperative deriva dal sistema di giustizia del Tev Dem, che prevede anche la salvaguardia obbligatoria della salute e della sicurezza dei lavoratori, oltre che delle spese mediche per i feriti sul lavoro e il risarcimento economico delle famiglie delle vittime sul lavoro. I membri di una famiglia un cui compenente ha abbandonato le Ypg o le Ypj non possono far parte delle cooperative del Tev Dem, secondo il principio di uguaglianza sociale anche rispetto alla necessità comune di far fronte alla guerra.

Dall’inviato di Infoaut e Radio Onda d’Urto in Rojava, Siria

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Armi e appalti: l’Italia mantiene aperto il canale con l’industria militare israeliana

Nonostante la campagna di sterminio contro la popolazione palestinese della Striscia di Gaza, Arma dei Carabinieri e Polizia di Stato continuano ad equipaggiare i propri reparti di pronto intervento rifornendosi presso le più importanti aziende israeliane.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bambini sfruttati e affumicati nei campi della California

Molto lontano dai campi di Entre Ríos o Santa Fe, i bambini contadini della California lavorano dagli 11 ai 12 anni, sfruttati, mal pagati, in terreni affumicati con pesticidi e con il terrore di essere deportati insieme alle loro famiglie di migranti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina, i coloni attaccano volontari internazionali: feriti tre italiani

Un nuovo attacco dei coloni israeliani ha colpito la comunità di Ein al-Duyuk, vicino a Gerico, nella Cisgiordania occupata.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Drone assassino israeliano massacra due fratellini palestinesi

Fadi Tamer Abu Assi e Juma Tamer Abu Assi, bambini palestinesi di 10 e 12 anni, sono stati ammazzati da un drone israeliano a est di Khan Yunis (sud della Striscia) mentre raccoglievano legna per il padre ferito.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Membro della Knesset: Israele sta “importando la guerra di sterminio” da Gaza alla Cisgiordania

Un membro israeliano della Knesset (Parlamento) ha affermato che Tel Aviv sta “importando” la sua “guerra di sterminio” dalla Striscia di Gaza alla Cisgiordania occupata.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

CONTRO I SIGNORI DELLA GUERRA E PADRONI DELLA CITTÀ, BLOCCHIAMO TUTTO!

Oggi, nell’ambito dello sciopero generale indetto dal sindacalismo di base, come realtà autorganizzate del movimento milanese abbiamo deciso di bloccare l’ingresso principale della sede dirigenziale di ENI S. p. a. di San Donato.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Linee gialle e zone verdi: la divisione di fatto di Gaza

Crescono i timori che il nuovo mosaico di zone diverse di Gaza, separate da una Linea Gialla, possa consolidarsi in una partizione permanente del territorio.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La Germania è in crisi e vaga nella nebbia

Le ultime notizie dal paese teutonico indicano che la sua crisi economica non si arresta ed entra ormai nel suo quarto anno.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bombardamenti israeliani contro il Libano: 5 morti, tra cui l’Alto comandante di Hezbollah, Haytham Ali Tabatabaei

Beirut-InfoPal. Il ministero della Salute Pubblica libanese ha diffuso il bilancio ufficiale dell’attacco israeliano senza precedenti contro un’area residenziale alla periferia sud di Beirut, domenica 23 novembre: cinque morti e 28 feriti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Verso il 28 novembre: i comitati sardi chiamano alla mobilitazione

Diffondiamo l’appello uscito dalla rete Pratobello24 che invita tutti i comitati che lottano contro la speculazione energetica a unirsi allo sciopero e alla mobilitazione del 28 novembre.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Morte di Ramy Elgaml: altri due indagati per falso tra i carabinieri premiati con l’Ambrogino d’Oro

Altri due carabinieri sono stati iscritti nel registro degli indagati con le accuse di aver fornito false informazioni al pubblico ministero e di falso ideologico in atti pubblici nell’ambito dell’indagine sulla morte di Ramy Elgaml

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Genova: corteo operaio sotto la Prefettura. Sfondate le reti della polizia, lacrimogeni sulle tute blu

La rabbia operaia continua a riempire le strade della città ligure contro il (non) piano del governo Meloni sul destino di migliaia di operai ex-Ilva e sul futuro del comparto siderurgico in Italia.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Presidio permanente di San Giuliano: dove abbattono case, noi costruiamo resistenza!

Martedì 2 dicembre, durante l’assemblea popolare, i/le giovani No Tav, hanno fatto un importante annuncio: casa Zuccotti, dopo essere stata espropriata da Telt, torna a nuova vita.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Torino: riflessioni attorno “all’assalto squadrista alla sede della Stampa” e alla libertà di informazione

Il centro sociale Askatasuna di Torino è tornato al centro del dibattito politico nazionale dopo l’azione alla redazione de La Stampa del 28 novembre durante la manifestazione nel giorno dello sciopero generale

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Appello di docenti, ricercatori e ricercatrici universitarie per la liberazione di Mohamed Shahin

Riportiamo l’appello di docenti, ricercatori e ricercatrici per la liberazione di Mohamed Shahin, per firmare a questo link.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Investimenti israeliani sui progetti delle grandi rinnovabili in Italia

Diamo il via all’inchiesta collettiva sugli investimenti israeliani sui progetti delle grandi rinnovabili che abbiamo deciso di iniziare durante la “Due giorni a difesa dell’Appennino” a Villore, di cui qui si può leggere un resoconto e le indicazioni per collaborare a questo lavoro.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Un primo resoconto dell’appuntamento “Due giorni a difesa dell’Appennino”: come continuare a rendere vivi i nostri presidi di resistenza dal basso

Iniziamo a restituire parte della ricchezza della due giorni a difesa dell’Appennino, svoltasi in una cornice incantevole a Villore, piccolo paese inerpicato tra boschi di marronete e corsi d’acqua, alle porte del parco nazionale delle Foreste Casentinesi.