Dalle urne alle pire indiane e la demografia cinese
Nuova puntata della rubrica curata da Sabrina Moles, redattrice di China Files, incentrata sull’analisi di Affari internazionali legati al quadrante indopacifico.
Alcuni giovani stanno spostandosi al confine thai, stufi di fare da bersaglio per le pallottole del Tatmadaw, per unirsi agli eserciti etnici locali. Soprattutto il karen army, ma non si sa quanto il nuovo governo ombra concordi con queste scelte meno pacifiste.
In India poi proseguiva la tragedia e ancora non si sapeva il risultato delle elezioni in Bengala occidentale e Kerala: le previsioni di Miavaldi si erano già realizzate rispetto alla espansione esponenziale del virus e la legna cominciava a scarseggiare, come l’ossigeno nello step precedente. Il disastro è tale che Modi aveva imposto censure sui social, intervenendo laddove si additava il suo operato a proposito del Covid.
In Cina non si può arrivare – solo Giovanna Botteri e i suoi terribili 20 giorni di quarantena possono: i veri studiosi sono tenuti distanti. L’Istat cinese ha smentito con sdegno il crollo demografico cinese: sarebbe ora uno smacco, un ribaltamento rispetto al Grande Balzo in avanti del Gran Timoniere; adesso l’incremento delle nascite confermerebbe le politiche di Xi. Questo innesca il dubbio sul sistema pensionistico di cui parleremo nella 19esima puntata. Intanto riprendiamo la mobilità e la sua libertà soprattutto tra campagna e città. E l’evocazione della metropoli finisce con portarci a parlare di delivery, digitale, di controlli tecnologici… soprattutto all’ingresso nel paese, perché il timore di intrusioni e meccanismi di spionaggio è ossessivo per il monitoraggio di attività sospette.
Altrettanto sospetti potranno impedire mobilità e destino di cittadini hongkonghesi
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