Francia. In piazza contro il nucleare
Il 16 febbraio si è svolta a Tour una manifestazione antinucleare che ha raccolto tutte le situazioni di lotta che si battono contro il sistema di centrali nucleari e relative scorie in Francia.
Macron ha deciso di rilanciare il nucleare in Francia e ha fatto del lobbing in Europa perché l’energia nucleare fosse inserita nella “tassonomia verde” europea, che la qualificava come energia di transizione a basso tasso di anidride carbonica, parallelamente al gas. In Francia viene rilanciata una grossa propaganda mediatica a favore del rilancio del nucleare ormai presentato come una energia verde, pulita, d’avvenire. Varie associazioni – finanziate da stato e grandi imprese – come lo Shift Project, se ne fanno portatrici presentandola come complemento indispensabile per la decrescita e la sobrietà.
Ma le centrali francesi continuano ad avere problemi. I reattori EPR in costruzioni in Francia e all’estero hanno un difetto di concezione, che produce vibrazioni all’interno del reattore.
Macron sostiene che il nucleare “assicura l’indipendenza energetica della Francia” (ma l’uranio viene da Niger, Kazakistan, Uzbekistan, Australia e Canada) – e che non c’è nucleare civile senza nucleare militare e viceversa. Si tratta quindi di un problema politico, di potenza, più che di una questione energetica.
In seguito a queste dichiarazioni, ha preso la decisione di far costruire 6 nuovi EPR, i cui primi due dovrebbero trovare posto sul sito dell’attuale centrale di Penly, nella Manica.
Ne abbiamo parlato con Gianni Carrozza di radio Frequence Paris plurielle, dove conduce “vive la sociale!”
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