Francia: la solidarietà con il popolo palestinese non si arresta!
Ieri a Parigi è stato arrestato un altro uomo di 32 anni, accusato di aver partecipato all’assalto della camionetta RATP nel corso della manifestazione in sostegno a Gaza lo scorso 19 luglio. Così il bilancio delle persone perseguitate per aver partecipato a quest’iniziativa ha raggiunto 110 persone, di cui una decina è stata condannata per direttissima e almeno due persone sono state tradotte in carcere.
Per l’episodio della camionetta RATP sono stati chiesti danni per 26 mila euro: una cifra del tutto spropositata rispetto ai fatti realmente accaduti. Nei giorni precedenti la prefettura parigina aveva emesso una nota in cui assicurava che “a breve i responsabili saranno fermati”, in risposta alle numerose polemiche avanzate per il basso numero di persone interpellate per le manifestazioni del 19 e 26 luglio. Di fatto nessun media ha voluto perdere l’occasione per trasmettere l’indignazione davanti a tanta determinazione nel sostenere il popolo gazawi: per giorni giornali, telegiornali e talk show non si sono dati pace nel (finto) tentativo di inquadrare i giovani migranti di seconda o terza generazione che il 19 luglio hanno preso le strade uniti dalla bandiera palestinese, al fianco dei fratelli e sorelle massacrati da Israele, affrontando la polizia con rabbia e tutti i mezzi a loro disposizione. Il teatrino messo in atto ha perfettamente rispettato i parametri: sono stati trovati 110 responsabili (molte volte si tratta di accuse del tutto infondate) da sbattere in prima pagina come fautori delle émeutes che hanno messo in subbuglio la periferia di Parigi, dando filo da torcere a tutti i plotoni della CRS mobilitati in quell’occasione.
Da una parte la Republique non ha mai espresso una parola di condanna nei confronti delle atrocità commesse da Israele, anzi, fin da subito ha provato a mettere a tacere la solidarietà per Gaza a suon di fermi, arresti, procedimenti penali e divieti di manifestazione. Solo ieri il giornale Al Jazeera ha riportato che il marchio francese Garnier ha donato confezioni di shampoo, deodoranti e cosmetici al reparto femminile dell’esercito di Tel Aviv affinché le soldatesse “si coccolino, anche in tempi di guerra”. Notizia che ha fatto indignare moltissime persone che hanno criticato duramente questa stomachevole scelta e hanno espresso la ferma volontà di boicottare il marchio francese. Ma dall’altra parte ci sono più di 20 mila persone che solo a Parigi sono scese in piazza nella giornata di sabato per esprimere ancora una volta la propria vicinanza al popolo palestinese e denunciare la complicità del governo francese nel massacro di Gaza. Simili iniziative si sono svolte anche in altre città della Francia, dimostrando che di certo non saranno le false narrazioni dei media, i procedimenti penali e i divieti della questura a fermare la solidarietà con i gazawi.
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